Famiglia, in calo le unioni a lunga durata: per i Millennials sempre meno tempo con i genitori uniti

Famiglia, in calo le unioni a lunga durata: per i Millennials sempre meno tempo con i genitori uniti
Domenica 4 Marzo 2018, 17:13 - Ultimo agg. 5 Marzo, 14:04
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Calano le unioni a lunga durata. Un fenomeno che si ripercuote sui Millennials. «La disgregazione dei valori morali a livello sociale prima, e conseguentemente familiare, hanno scatenato importanti conseguenze sulle capacità relazionali dei ragazzi della cosiddetta Generazione Y, che spesso si trovano spiazzati e in difficoltà quando i rapporti arrivano alla prima crisi, preferendo lasciarsi e trovare qualcuno che sia più adatto a me piuttosto che provare ad aggiustare le cose», dice all'AdnKronos la psicologa e psicoterapeuta Elena Giulia Montorsi. Stando all'Istat, negli ultimi vent'anni è raddoppiata la quota delle separazioni relativa ai matrimoni cosiddetti di lunga durata, ovvero uguali o superiori a 17 anni, passando dall'11,3% del 1995 al 23,5% di oggi. «Se il trend dovesse proseguire in questi termini, nel 2035 avremo il 50% in meno dei matrimoni di lunga durata la conseguenza che almeno 100.000 matrimoni all'anno si concluderanno in media entro i primi cinque anni dalla celebrazione», sostiene l'avvocato Lorenzo Puglisi, esperto in diritto di famiglia e Presidente dell'associazione FamilyLegal.

A oggi, all'atto della separazione i mariti hanno mediamente 48 anni e le mogli 45, «ma è evidente che, se, come confermato dai dati, la durata delle unioni matrimoniali continuerà a calare, nei prossimi 20 anni l'età media in cui si firmeranno le carte per il divorzio scenderà e si attesterà tra i 35 e i 40 anni», specifica Puglisi. La diretta conseguenza è che la percentuale, oggi al 15%, di minori che vivranno la separazione dei propri genitori prima del terzo anno di vita si triplicherà e le prossime generazioni di adolescenti si troveranno inevitabilmente a dover fare i conti con una dimensione familiare diversa, spaccata quasi all'origine, in cui «ci troveremo obbligati a definire nuovi stili di vita e anche una nuova scala di valori morali. Non potremmo più basarci sulla famiglia unita sotto uno stesso tetto, ma su una coppia genitoriale simbolica che dovrà trovare differenti soluzioni per far sentire i figli amati e protetti. La sfida a una nuova era della famiglia è aperta», aggiunge Montorsi. Con l'avvento dell'affido condiviso poi, a partire dal 2006, oltre il 90% dei minori è stato assoggettato all'affidamento congiunto di ambedue i genitori in seguito alla separazione. L'istituto non va confuso con il collocamento dei figli che ancora oggi è prevalentemente concentrato presso l'abitazione materna. «Sul punto, non si può celare, tuttavia, che il trend dei padri che si occupano dei figli - sempre più spesso in misura paritetica rispetto alle madre, se non addirittura superiore - è in continua crescita, motivo per cui lo stesso assegno di mantenimento potrebbe scomparire nel prossimo decennio, provvedendo entrambi i genitori al mantenimento diretto dei figli nei giorni e nelle ore di propria spettanza», spiega l'avvocato Puglisi.

Un ultimo dato interessante, che fotografa il quadro sociale in cui i Millennials si affacciano al mondo degli adulti, è quello relativo alle convivenze more uxorio: nel 2014 sono stati celebrati 421 primi matrimoni per 1.000 uomini e 463 per 1.000 donne.
Il calo arriva al 25% se si osservano esclusivamente i tassi di primo-nuzialità dei giovani al di sotto dei 35 anni, ovvero l'età in cui si concentra il fenomeno. Nel 2015 la propensione alle prime nozze aumenta leggermente (in media 2% in più rispetto al 2014): sono stati celebrati 429 primi matrimoni per 1.000 uomini e 474 per 1.000 donne. 
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