Sono arrivati da tutta l’Europa e hanno saputo solo all’ultimo il luogo del ritrovo: un grande capannone grigio in via Marino, a Modena. L’ex deposito agricolo abbandonato da due giorni è occupato da una folla che ondeggia a ritmo di musica techno, che riecheggia, martellante, fino al casello autostradale di Modena Nord. Questa volta, il paese scelto per organizzare il Witchtek, il rave di Ognissanti, è l’Italia. E per il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, si tratta del primo banco di prova per fare vedere un cambio di passo rispetto a chi lo ha preceduto: se lo scorso anno, per allontanare i partecipanti al maxi-raduno di Valentano, vicino a Viterbo, era stata scelta la linea del dialogo e della moral suasion, il nuovo capo del Viminale ha deciso di optare per il pugno duro. Fin dal mattino di ieri ha dato mandato al prefetto di Modena e al capo della Polizia di adottare, raccordandosi con l’Autorità giudiziaria, ogni iniziativa per interrompere la festa e liberare l’area al più presto. Quello che manca, però, è un appiglio normativo che consenta un intervento preventivo, evitando di creare problemi di ordine pubblico con lo sgombero di migliaia di persone. E così, mentre la zona è stata sorvolata da elicotteri della polizia, il rave di Halloween è andato avanti. «Stiamo lavorando per superare la situazione con equilibrio e responsabilità», ha detto nel pomeriggio il prefetto di Modena, Alessandra Camporota. Mentre il proprietario del magazzino occupato ha presentato una denuncia alle forze dell’ordine.
IL MESSAGGIO
«Abbiamo voglia di combattere per ciò in cui tutti noi crediamo, abbiamo bisogno che ognuno faccia la propria parte.
Intanto, per motivi di sicurezza, durante la notte di sabato sono stati chiusi i caselli di Modena sull’A1 e sull’A22 del Brennero, provocando importanti disagi nel traffico. Dalle 9.30 di ieri è stato convocato in prefettura a Modena un comitato straordinario dell’ordine e della sicurezza pubblica per valutare le azioni da intraprendere, mentre il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha sollecitato a «garantire nei tempi più rapidi possibili il ripristino della legalità, tutelando l’ordine pubblico e l’incolumità di tutte le persone, agendo senza forzature, quindi, ma con determinazione».
La lotta ai rave è uno dei cavalli di battaglia del centrodestra ed è importante non sbagliare: quando erano all’opposizione, la premier Giorgia Meloni e il suo vice Matteo Salvini, avevano chiesto le dimissioni dell’ex ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per non aver fermato tempestivamente i raduni illegali. Uno su tutti: quello organizzato nelle campagne di Valentano, vicino a Viterbo, nell’agosto del 2021. Deicimila persone si erano date appuntamento al lago di Mezzano, dove un giovane era morto annegato. Dopo quell’episodio, Lamorgese aveva iniziato a lavorare insieme al ministro della Giustizia a un provvedimento di contrasto dei party illegali.
LE REAZIONI
Uno dei primi ad appoggiare la linea dura del nuovo ministro dell’Interno è stato proprio Salvini, ora alla guida delle Infrastrutture: «Basta rave party illegali, delinquenti che spadroneggiano, istituzioni umiliate: ora si cambia!». Gli fa eco la deputata di Fratelli d’Italia, Ylenja Lucaselli: «Finalmente si cambia marcia rispetto ad un fenomeno che, generalmente, rappresenta terreno di coltura anche per la diffusione di stupefacenti». Dal Pd, invece, arrivano le critiche: «Segnalo al ministro degli Interni il rave che si è tenuto a Predappio, a mio avviso di gran lunga il più inquietante. Era conforme alle norme vigenti?», ha chiesto Andrea Orlando, in riferimento alla manifestazione per i 100 anni della Marcia su Roma.