Modena, il rave party sgomberato: i partecipanti lasciano l'area e la ripuliscono. Salvini: «Finita la pacchia»

Modena, al via lo sgombero del rave party: aumentano le pattuglie all'esterno
Modena, al via lo sgombero del rave party: aumentano le pattuglie all'esterno
Lunedì 31 Ottobre 2022, 08:07 - Ultimo agg. 1 Novembre, 06:07
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A Modena vince la mediazione e lo sgombero del capannone occupato dall'affollatissimo rave party di Halloween avviene senza l'utilizzo della forza e in maniera pacifica. Circa 2.000 partecipanti alla festa 'Witchtek 2K22', nell'edificio in disuso di via Marino hanno iniziato a liberare l'area dopo l'intervento delle forze dell'ordine, intorno alle 10.30. Una soluzione preceduta da una trattativa tra polizia, carabinieri e alcuni esponenti dei 'ravers', dialogo iniziato poco dopo l'alba con centinaia di agenti e decine di blindati che si schieravano lungo la via, man mano che il cielo schiariva e la musica techno continuava a risuonare a tutto volume dai locali.

Lo sgombero in mattinata

Preannunciato e chiesto dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, l'intervento si è svolto una volta fatto giorno con solo qualche tensione iniziale, quando il personale in tenuta antisommossa si è avvicinato all'edificio, senza tuttavia fare irruzione.

I partecipanti inizialmente si sono asserragliati alle entrate del capannone e qualcuno ha usato delle bombolette spray contro dei cronisti. Per mantenere la calma, un funzionario di polizia, si è rivolto ai ragazzi con un altoparlante: «Non abbiate paura, state tranquilli, non siamo qui per voi e non entreremo. Ma dobbiamo dirvi che siete in pericolo perché l'edificio è pericolante e sotto sequestro, quindi dovete andarvene».

 

Un messaggio distensivo che è servito a stemperare l'atmosfera, come dimostra anche uno scambio ripreso dalle telecamere tra un altro funzionario di polizia e alcuni ragazzi. «Ma lei c'è mai stato a un rave?», chiede un raver. «Da giovane, ma non bevevo», la risposta. E poi: «Questo posto non è tanto sicuro». «Nessuno qui vuole lo scontro, non abbiamo alzato le mani e siamo pacifici», dice Chiara, 40enne di origini abruzzesi, che ha poi mostrato le scorte di arrosticini portate per il party. «Veniamo qui solo per fare festa, non diamo fastidio a nessuno. Siamo per la libertà, l'autogestione e la non discriminazione», spiega invece un altro ragazzo con il disegnato in volto un unicorno. «Dicono che il problema siamo noi che occupiamo degli edifici in disuso, ma questi edifici sono in disuso da anni, così come lo sono tanti appartamenti sfitti mentre la gente non trova dove andare a vivere». «Questo sgombero lo viviamo con serenità e senza violenza, ma pensiamo che sia strumentale», ha insistito un altro giovanissimo.

 

Sul tema della droga, Chiara è stata decisa: «Qui la droga c'è, è vero - ha ammesso - ma credete che ci sia solo qui? E che chi si droga qui non lo faccia anche a casa sua? Il problema è come vengono trattati i tossicodipendenti in Italia, non esiste un vero supporto, non si aiuta davvero la gente». Interrogati sull'orientamento politico, diversi hanno risposto che «molti qui sono anarchici». «Non siamo contro il governo, anche se non ci piace la strada repressiva che si sta prendendo» e hanno citato come esempio negativo gli episodi della Sapienza di Roma, dove la polizia è intervenuta con la forza sugli studenti. Con il passare delle ore l'edificio si è svuotato e il rave, che doveva durare fino a domani, interrotto. Dall'inizio delle operazioni di sgombero, sono state identificate complessivamente 1.383 persone e controllati 337 veicoli. Prima di andarsene, molti si sono fermati per ripulire la zona per quanto possibile: decine di sacchetti della spazzatura ammassati sulle colonne, mentre fuori e dentro, con la musica ormai a basso volume che fuoriusciva da qualche camper parcheggiato, ci si riposava, si smontavano le tende e ci si rifocillava prima di partire. Nel primo pomeriggio ha raggiunto il luogo anche Mauro Bompani, proprietario del capannone, che ha lamentato il fatto che lo stabile è vuoto e in disuso «perché il Comune non gli ha mai permesso di cambiare la destinazione d'uso» da agricola a commerciale. «Ora mi toccheranno anche le spese di ripulitura». Completata l'evacuazione, la Digos ha apposto i sigilli e il capannone è tornato nel silenzio.

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