Carminati e Buzzi, confiscati beni per 27 milioni: ville, opere d'arte e terreni

Mondo di Mezzo, Buzzi e Carminati: confiscati 27 milioni di beni
Mondo di Mezzo, Buzzi e Carminati: confiscati 27 milioni di beni
Venerdì 20 Novembre 2020, 10:34 - Ultimo agg. 18:07
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Passa nella disponibilità dello Stato il patrimonio appartenuto a Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, protagonisti principali della maxinchiesta della Procura di Roma ribattezzata Mondo di Mezzo. La Guardia di Finanza ha proceduto oggi alla confisca definitiva dei beni riconducibili, tra gli altri, all'ex Nar e al ras delle cooperative romane. Il valore complessivo è di circa 27 milioni di euro: tra i beni confiscati anche ville, terreni, 13 automezzi e un tesoro di opere d'arte, ben 69, di importanti autori del '900, dalla Pop Art al Futurismo, al Surrealismo. 

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Il provvedimento ha riguardato anche i beni nella disponibilità di Riccardo Brugia, secondo gli inquirenti braccio destro di Carminati, e di Roberto Lacopo, Agostino Gaglianone, Fabio Gaudenzi, Cristiano Guarnera e Giovanni De Carlo, tutti arrestati nel dicembre del 2014 nell'ambito della prima operazione dell'inchiesta dei pm di piazzale Clodio.

A Carminati sono state confiscate, tra l'altro, la villa di Sacrofano e opere d'arte per un valore stimato di oltre 10 milioni di euro. Si tratta di una vera e propria pinacoteca che il «cecato» aveva messo su negli anni. Ci sono opere di Guttuso, Mimmo Rotella, queste ultime con un valore stimato fino a 150 mila euro, ma nelle collezione anche pezzi di Giacomo Manzù e Giacomo Balla. 

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Sempre all'ex terrorista nero è stata confiscata una seconda villa a Sacrofano, ora affidata in comodato d'uso gratuito, per vent'anni, all'Asl Roma 4 per la realizzazione di una importante struttura sociosanitaria per aiutare le famiglie di pazienti con autismo. Nei confronti di Buzzi la misura patrimoniale ha ad oggetto due immobili a Roma nonché le quote e il patrimonio di due società, per un valore stimato di oltre 2,6 milioni di euro. «La confisca - sottolinea la Gdf - rappresenta l'epilogo delle indagini patrimoniali svolte nei confronti degli indagati e dei loro prestanome, delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma al Nucleo di polizia economico-finanziaria ai sensi del Codice antimafia (il decreto legislativo 159/2011), in una cornice di coordinamento investigativo con l'Arma dei Carabinieri». 

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Gli specialisti del Gico hanno ricostruito il 'curriculum criminalè delle persone coinvolte, «accertando la sussistenza dei requisiti di 'pericolosità socialè e della rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati e i patrimoni accumulati nel tempo, necessari affinché il Tribunale capitolino emettesse vari decreti di sequestro, su richiesta della Procura della Repubblica, eseguiti a partire dalla fine del 2014». Dal punto di vista processuale sia l'ex Nar che Buzzi, tornati liberi per decorrenza termini nel giugno scorso, sono imputati nel processo di appello bis che si sta celebrando per il ricalcolo della pena dopo che la Cassazione, nell'ottobre dello scorso anno, ha fatto cadere per tutti l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Nel procedimento, che riguarda 20 posizioni, in 13 hanno ottenuto di concordare la pena mentre per altri sette, tra cui Carminati e Buzzi, si seguirà un iter ordinario.

 

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