Morta la bimba lasciata in auto dal padre
La madre: può capitare a ognuno di noi

Chiara Sciarrini, madre della piccola Elena Petrizzi
Chiara Sciarrini, madre della piccola Elena Petrizzi
Sabato 21 Maggio 2011, 11:38 - Ultimo agg. 20 Giugno, 22:04
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ROMA - E' morta alle 23 di sabato sera la piccola Elena Petrizzi, la bimba di 18 mesi dimenticata per 5 ore in auto dal padre il 18 maggio a Teramo ed entrata subito in coma spontaneo di quarto grado, vale a dire coma irreversibile. L'annuncio della morte è stato dato dalla Direzione sanitaria del presidio materno-infantile Salesidi Ancona.



La morte cerebrale della piccola è stata dichiarata alle 17. Subito dopo è scattato il periodo di osservazione di sei ore, seguito dalla commissione medico legale, che alle 23 ha accertato il decesso. Elena non ha mai superato lo stato di coma, nonostante un intervento chirurgico per la riduzione di un vasto edema cerebrale cui è stata sottoposta nelle ultime ore.



I familiari hanno dato l'autorizzazione all'espianto degli organi. I genitori sono continuamente assistiti da una psicologa. Il papà, docente di chirurgia veterinaria all'Università di Teramo, è stato denunciato per abbandono di minore. Ora dovrà affrontare l'accusa di omicidio colposo. Ieri pomeriggio ad Ancona è arrivato il pm di Teramo Bruno Auriemma.



Secondo il responsabile della Rianimazione pediatrica Fabio Santelli, la situazione di Elena era «grave fin dall'inizio e ha avuto un'evoluzione progressiva a livello cerebrale». Il cervello, l'organo più colpito, dovrebbe essere al centro dell'esame autoptico. A causare il pesante quadro clinico, sempre secondo Santelli, ci sono stati vari fattori, come il lungo periodo trascorso dalla piccola immobile sul seggiolino dell'auto del papà, e la temperatura elevata.



«Il quadro clinico - afferma l'ultimo bollettino medico del Salesi - si è aggravato alle 13 di oggi. Elena è stata sottoposta ad un elettroencefalogramma, che è risultato piatto. È stata fatta un'angiotac per la valutazione della flussimetria cerebrale, risultata negativa. Dalle 17 è stata dichiarata la morte cerebrale ed è scattato il periodo di osservazione di sei ore, condotto da un collegio composto da un medico legale, un medico neurologo e un medico anestesista rianimatore. Alle 23, la dichiarazione di morte. I genitori della bimba hanno dato il loro consenso al prelievo di organi, che dovrebbe cominciare attorno all'una e trenta».



«A seguito dell'esito dell'angio-tac, eseguita sulla piccola bimba di 21 mesi presso il Dipartimento di radiologia nella struttura di Torrette, è stato avviato, da parte della Commissione competente, la procedura per l'accertamento di morte», si leggeva nel bollettino medico diffuso nel tardo pomeriggio.



L'intervento neurochirurgico imposto dal pessimo quadro clinico della piccola e la successiva angio-tac hanno mostrato la crudele realtà: Elena aveva una irreversibile sofferenza cerebrale e l'edema era tanto vasto da non poter essere rimosso.



La famiglia perde una figlia mentre si prepara alla nascita, a fine mese, di un'altra bimba. Lucio Petrizzi, la mattina di mercoledì aveva tranquillizzato la moglie Chiara Sciarrini, ricercatrice romana della stessa facoltà: Elena era all'asilo e l'avrebbe ripresa prima perchè quel giorno sarebbe passato il Giro d'Italia a Teramo e le strade sarebbero state chiuse. Ma la tappa c'era stata il giorno prima e, purtroppo, Elena al nido Pinocchio alla Gammarana non è mai arrivata.



Era rimasta legata sul suo seggiolino, sul sedile posteriore, nell'abitacolo rovente, sotto i 26 gradi di quel giorno. Il padre se ne accorse soltanto alle 13, uscito dalla facoltà in viale Crispi, convinto di andare all'asilo. È il panico. Elena è cianotica, sembra non respirare: il padre presta i primi soccorsi, mentre alcuni impiegati avvertono il 118. Viene intubata, passa dapprima per la rianimazione del Mazzini di Teramo poi il volo della speranza fino al Salesi di Ancona.



Scatta l'inchiesta, Petrizzi piomba nella disperazione e finisce sul registro degli indagati per abbandono di minore e lesioni colpose. Ha avuto un black-out, è rimasto un giorno indietro, riferisce addirittura di aver parlato con le maestre della piccola: è in stato confusionale anche quando parla con i poliziotti, prima di raggiungere Ancona assieme alla moglie. Adesso, oltre alla sofferenza e al rimorso, deve prepararsi ad affrontare il supplizio di una vicenda giudiziaria.



«Io non ho mai accusato Lucio e mai lo farò perchè lui, e sottolineo questo, non è colpevole di niente», ha detto la mamma della piccola Elena.



«Elena adorava il suo papà e la sua prima parola è stata bà bà...». Tra le lacrime, la mamma di Elena ha voluto ringraziare «tutto lo staff medico di Ancona, le psicologhe, l'Associazione Patronesse, lo staff medico di Teramo, i nostri genitori, gli amici e i parenti tutti per il calore e il conforto che ci danno in ogni momento». La giovane donna ha poi chiesto di «lasciarci tranquilli e rispettare il nostro dolore».



«Quello che è successo a Lucio può capitare a ognuno di noi, perchè non ci si ferma mai e lui non si fermava perchè si preoccupava di me, della mia gravidanza e della piccola Elena... - continua Chiara Sciarrini - Voglio dire al mondo intero l'amore del mio compagno verso la figlia, padre esemplare».



Dolore e rabbia nei confronti dei giornalisti e delle telecamere tra i parenti della piccola, che sono rimasti ad attendere notizie al Salesi mentre la bimba veniva sottoposta ad un esame nel polo principale di Torrette dell'azienda Ospedali Riuniti di Ancona. «Andate via, abbiate rispetto», dice un uomo di certa età ai cronisti. Nella zona di ingresso ci sono molti altri parenti, che quando i giornalisti si avvicinano sembrano quasi voler fare barriera. «Quando succedono cose come questa - aggiunge lo stesso uomo - non ci si comporta come ci si comporterebbe normalmente». E invita i rappresentanti dei media a rivolgersi alla direzione sanitaria e addirittura a uscire dal nosocomio.
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