Svolta nell'inchiesta aperta dopo la morte di Cecilia Marottoli, la studentessa 23enne aquilana, volontaria della Croce Rossa morta nel luglio del 2019 a seguito di un grave incidente stradale nel Reatino: indagato per omicidio stradale il giovane che era con lei, con una ipotesi di reato del tutto particolare che dall'acume giurisprudenziale degli avvocati Maria Teresa Di Rocco ed Antonio Valentini (legali di fiducia della famiglia della ragazza deceduta) ha portato il Pm a prevedere, una alternativa di colpevolezza per il giovane.
L'indagato è di Rieti ma residente ad Antrodoco.
Sul punto non c'è certezza assoluta. Un'alternativa, appunto, che pone l'indagato ugualmente responsabile della morte della sua amica, in quanto non le avrebbe potuto e dovuto far guidare un mezzo modificato perché inesperta anche del tratto di strada sterrata ed impervio che in quel momento si stava percorrendo per di più con un fuoristrada non revisionato. Dito puntato dall'accusa sull'installazione di pneumatici più grandi rispetto al documento di circolazione, sull'assetto modificato attraverso un kit che lo ha reso più alto da terra. Anche il motore era stato sovra-alimentato sempre attraverso installazione di un kit per il potenziamento della turbina, finalizzato ad ottenere l'aumento coppia-motrice ai bassi regimi.
Chi era alla guida ha poi perso il controllo e il fuoristrada dopo un salto di circa 13 metri era atterrato al suolo per poi rimbalzare e successivamente compiere una rotazione, terminando infine la corsa in posizione capovolta con il tettino a contatto del terreno. Quando sul posto sono arrivati i soccorritori, la giovane è stata intubata e rianimata dal medico del Soccorso alpino e speleologico (Cnsas) arrivato dall'Aquila, Cecilia era purtroppo deceduta quasi subito per le gravi ferite riportate.