Morti sul lavoro, la Spoon River del Sud: l'operaio, il capostazione, il videomaker

Morti sul lavoro, la Spoon River del Sud: l'operaio, il capostazione, il videomaker
di Gigi Di Fiore
Venerdì 1 Ottobre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 15:18
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L’allarme-denuncia è stato lanciato sia dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia dal premier Mario Draghi. Inarrestabile e drammatica l’escalation di morti bianche in Italia. Troppi gli infortuni mortali sul lavoro e il Sud deve purtroppo registrare il record di incrementi nei primi otto mesi di quest’anno: 211 incidenti mortali. Una spoon river triste, con infortuni fatali più diffusi nel settore edile dove il rispetto delle norme di sicurezza sembra meno rigoroso.

Aveva 59 anni Antonio Vasto. Lavoravano in due a una facciata di una casa a Marano in provincia di Napoli. Un attimo, basta un attimo a perdere l’equilibrio e per Antonio non c’è stato nulla da fare. La caduta gli è stata fatale. Era solo due settimane fa. Beffa e mistero nella morte di Emanuele Melillo. A 33 anni, faceva il pendolare tra Napoli e Capri dove lavorava nell’azienda di trasporti alla guida di un minibus. Il 22 luglio l’incidente, il bus sbanda e precipita per cinque metri a lato di uno stabilimento balneare. L’unico morto è l’autista. Sfortunato il 41enne capostazione Salvatore Brancaccio. Il 26 marzo scorso, viene travolto da un furgoncino fuori controllo nella stazione di Botteghelle della Circumvesuviana. Un dolore grande per la moglie e il figlio. Sono 35, nei primi otto mesi dell’anno, i morti sul lavoro tra Napoli e provincia, su un totale campano di 81 decessi. Anche in Sicilia, gli infortuni degli operai edili sono prevalenti. Angelo Giammanco, 67 anni, è precipitato da quattro metri mentre era in alto su un’impalcatura di un edificio nel centro di Cinisi in provincia di Palermo. Sorte maligna anche per Antonino Capopardo a Taormina, 58enne che non ce l’ha fatta a sopravvivere dopo un ricovero di una settimana in ospedale. Operaio edile, lavorava alla ristrutturazione di un edificio privato. Un gancio è sfuggito a una carrucola, investendolo in pieno. Era guarito dal Covid, il 42enne Vincenzo Ribaudo. Rimasto in isolamento in casa a Palermo, era contento di rientrare a lavorare.

Anche lui manovale edile, è caduto dalla solita impalcatura sprovvisto di accorgimenti di sicurezza.

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Sono cinque su sei le regioni meridionali a registrare incrementi di vittime sul lavoro. Ventitré in Puglia, di aumento, nei primo otto mesi. Nel Salento, a Palmariggi, Fabio Sicuro, operaio 38enne, il 21 settembre era impegnato a demolire un solaio di un garage. All’improvviso ha ceduto un lastrico solare, su cui lavorava con il martello pneumatico. È morto schiacciato dalle macerie. Tre morti in dieci giorni nel Salento. Prima di Fabio Sicuro, aveva perso la vita anche Donato Piscopiello, operaio edile al lavoro su una veranda di una casa privata a Tricase.

Incredibile il numero di incidenti nel settore edile. In ogni regione del sud. Anche il 58enne Carmelo Visconti, intento nei lavori di ristrutturazione di un edificio a Buonvicino in provincia di Cosenza, è caduto dalla solita insicura impalcatura. Realtà di piccole imprese, a volte con uno o due operai, con poche garanzie e spesso lavoratori in nero. Le situazioni dove il rischio è più alto, a guardare i singoli incidenti. Modalità uguali per Michele Salvato, 56enne di Potenza, caduto da un ponteggio. Hanno analogie diverse altri due incidenti in Basilicata: due vittime alla guida di mezzi di lavoro. Antonio Leone, 55enne, è stato travolto dal trattore che si è ribaltato a Lame di Irsina in provincia di Matera. A Brienza, in provincia di Potenza, invece, Antonio Cavallucci, 58 anni, è precipitato per 30 metri in una scarpata con l’escavatore che stava manovrando. Ha lasciato la moglie e due figlie, incredule per un incidente capitato a chi era esperto nel lavoro con gli escavatori. C’è una vittima nei lavori del dopo-terremoto del 2009 in Abruzzo. Il 13 marzo, Cristian Susanu, 42 anni, era nel cantiere di un edificio del centro storico di San Pio delle Camere in provincia dell’Aquila. Un’operazione di restauro, con l’imprevisto del crollo di un muro. Susanu ha lasciato la moglie e una figlia. 

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Sfortunato in un lavoro a rischio, come è quello degli operai impegnati sui tratti autostradali, il 59enne Domenico Careri. Il 3 giugno scorso è stato travolto da un’auto sulla A2, la Salerno-Reggio. Era impegnato in un cantiere a Francavilla Angitola in provincia di Vibo Valentia. La casistica è ampia. E tra i morti sul lavoro c’è anche Michele Porcelli, 55enne regista e operatore videomaker calabrese. È morto l’otto aprile, mentre a Buonvicino in provincia di Cosenza stava facendo delle riprese in bilico. Ha perso l’equilibrio ed è caduto in un dirupo. Nel castello medievale di Placanica in provincia di Reggio Calabria è invece morto Giuseppe Laganà di 42 anni. Lavorava alla ristrutturazione del monumento, quando è stato investito in pieno da una trave che veniva issata con una carrucola. Si è staccata all’improvviso e per Laganà non c’è stato nulla da fare. Fatalità, destino, ma spesso imprudenza e scarsa attenzione di norme per fare presto. Ci sono anche gli incidenti mortali a camionisti, come Alfredo Petrina di 60 anni e Roberto Campo di 50, morti sul loro camion precipitato dal viadotto di Contursi in provincia di Salerno sulla Salerno-Reggio il primo luglio scorso. Fece scalpore la morte, il 29 aprile scorso, del 49enne Natalino Albano, nell’area pubblica del porto di Taranto dove era impegnato in operazioni di carico con l’imbracatura. Un improvviso sgancio proprio dell’imbracatura lo ha fatto cadere senza scampo. Esempi di una spoon river tremenda, che sembra inarrestabile.

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