Belluno, le onoranze funebri rinunciano al guadagno per il funerale di Favour, il ragazzo morto annegato

Belluno, le onoranze funebri rinunciano al guadagno per il funerale di Favour, il ragazzo morto annegato
Belluno, le onoranze funebri rinunciano al guadagno per il funerale di Favour, il ragazzo morto annegato
di Olivia Bonetti
Mercoledì 7 Settembre 2022, 11:14 - Ultimo agg. 14:42
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BELLUNO - «In 26 anni che sono qui in Italia non ho mai trovato persone così: ringrazio tutti». Non ha parole Ernest Igboh, il papà di Favour Igboh 21enne morto annegato nel lago di Como il 22 agosto scorso, per la catena di solidarietà che c’è stata intorno a lui dopo la tragedia. La famiglia, che abita in città in via dell’Anta, 97, si appresta a dare l’ultimo saluto al ragazzo: i funerali di terranno sabato 10 settembre alle ore 15 nella chiesa evangelica di via Cal de Messa, 2, a Sedico. 

LA SOLIDARIETÀ
Dopo la tragedia la famiglia, che già aveva affrontato costi importanti per i viaggi necessari a seguito dell’incidente del figlio, si era ritrovata a dover fare i conti con i preventivi per le esequie. Di impresa in impresa il prezzo che veniva richiesto era impossibile da sostenere per loro, due operai: circa 6mila euro. Tanto che il padre aveva detto: «Stiamo valutando di seppellire Favour a Como: anche se il nostro desiderio è quello di portarlo vicino a noi: non riusciamo ad affrontare la spesa per il trasporto». Così i colleghi della Sest di Limana dove lavora Ernest (mamma Costance lavora a Luxottica) si sono attivati subito con una raccolta fondi. La stessa azienda di Limana, la Sest, si è offerta di coprire le spese eccedenti. E alla fine Ernest ha trovato sulla sua strada l’impresa Caldart di Belluno. «Non ho mai conosciuto una persona così - fa sapere Ernest -: Fabio Da Pian mi ha commosso per la sensibilità che ha dimostrato verso di noi».



IL FUNERALE
Caldart ha rinunciato al margine di guadagno e offerto un servizio fatto di trasporto da Como, funzione e cremazione, al prezzo di 2mila euro: i costi vivi. Non un euro di più. Il tutto correndo anche il rischio dei controlli del Fisco, che non conosce umanità: se si dichiara sotto una determinata soglia scattano le verifiche. «Secondo loro un servizio deve costare minimo 2500 euro», fanno sapere da Caldart. Così se uno fa 2000 euro in automatico il Fisco ritiene che ci sia stato del nero. Ma questo non ferma l’impresa. «Dove c’è mancanza di soldi e dolore - dicono da Caldart - oppure dove vengono a mancare bambini vogliamo fare più che mai, con coscienza, la nostra professione: mettere in conto solo il servizio e i costi affrontati e basta. Questa è la nostra missione».

IL DOLORE
C’erano voluti un paio di giorni nella settimana dopo Ferragosto per risalire all’identità di Favour. Il giovane bellunese-nigeriano era al lago di Como, nel comune lombardo di Torno, con alcuni compagni di viaggio. Il ragazzo non aveva con sé documenti: il suo passaporto italiano era poi stato recuperato dai militari in un ostello del Milanese dove aveva dormito la notte tra domenica 21 agosto e lunedì 22, prima di arrivare sul lago e aveva anche un biglietto areo per Vienna. Sarebbe infatti dovuto partire il giorno dopo quel maledetto lunedì. Erano le 18 quando scattava l’allarme: il ragazzo si era tuffato dal pontile della marina di Torno incaricando un amico, che aveva da poco conosciuto di filmare il tuffo con lo smartphone. Purtroppo non era più risalito dalle acque. 
Una famiglia costellata di lutti quella di Igboh: i genitori avevano già perso altri due dei loro 4 figli.

Solo uno quello sopravvissuto, che sabato dirà addio al fratello.



IL SOGNO ITALIANO
Favour era nato il 2 ottobre del 2000 e la famiglia Igboh si era ricongiunta nel 2001 a Belluno: qui avevano trovato lavoro, la moglie in Luxottica, Ernest alla Sest di Limana, e avevano comprato casa. I sogni erano di riportare qui anche il ragazzo. «Volevamo che venisse a lavorare come operai qui a Belluno, glielo ripetevamo sempre», dice il padre. Ma quel sogno si è infranto.

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