Cliente muore a Euroma2, il direttore vendite: «È stato straziante, ho chiuso per paura dei selfie»

Cliente muore a Euroma2, il direttore vendite. «È stato straziante, ho chiuso per paura dei selfie»
Cliente muore a Euroma2, il direttore vendite. «È stato straziante, ho chiuso per paura dei selfie»
di Valeria Arnaldi
Giovedì 3 Settembre 2020, 17:50 - Ultimo agg. 18:32
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La caduta improvvisa, non anticipata da indizi visibili di malessere, né accompagnata da un lamento, mentre stava facendo la spesa al supermercato. La richiesta d’aiuto fatta da una signora poco distante, medico, che ha assistito alla scena. Poi i tentativi - purtroppo vani - di rianimazione. È morto così, nonostante i pronti soccorsi ieri, un settantatreenne al supermercato del centro commerciale Euroma2. Rapida, sin dalla sua caduta, la reazione dei dipendenti. Primo punto: fare cordone e impedire ai curiosi di scattare foto o selfie. Abbiamo raggiunto Marco Capodicasa, direttore rete vendita Lazio-Umbria Unicoop Tirreno, che ha deciso di chiudere l’attività per evitare occhi - e scatti - morbosi.

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Ha temuto immediatamente i selfie: come mai?
«Mi è venuto subito in mente un fatto accaduto in Brasile, poco tempo fa. In un supermercato, si era verificato un episodio analogo, un uomo era deceduto, il corpo era stato coperto con alcuni ombrelloni, ma la gente intorno aveva continuato a fare la spesa come se niente fosse. Avevo trovato quelle immagini raccapriccianti. Mi sono tornate subito alla memoria, non avrei mai voluto si potesse verificare qualcosa di simile. Ero in visita a un punto vendita poco distante. Mi sono precipitato sul posto, ma le prime indicazioni le ho date già al telefono, a partire proprio da quelle per proteggere la persona che aveva avuto l’attacco cardiaco.  Ho detto subito di creare un cordone, prima fatto dai dipendenti, poi con teli e transenne. Il direttore del supermercato quel giorno era di riposo, di solito mi confronto prima di prendere decisioni ma per queste misure, non l’ho fatto. Il timore che qualcuno potesse scattare selfie era tale che dopo sono andato addirittura a cercare in rete per vedere se fossero stati pubblicati foto o video».

I curiosi ci sono stati.
«Durante le procedure per cercare di rianimare l’uomo, che sono andate avanti abbastanza a lungo, ma quando sono arrivato circa dieci minuti dopo la chiamata, le persone erano già state allontanate, come avevo detto di fare. All’interno del supermercato, quando l’uomo si è sentito male c’erano un’ostetrica e un infermiere. La dottoressa ha fatto il primo massaggio cardiaco. Poi abbiamo usato il defibrillatore che abbiamo in dotazione. Anche il 118 ha provato a fare la rianimazione. Purtroppo, non c’è stato nulla da fare. Allora, oltre a proteggere l’area, abbiamo coperto il corpo».

A quel punto, ha deciso di chiudere?
«La chiusura era necessaria. Non sarebbe stato possibile per nessuno di noi andare avanti nella giornata di lavoro, come se nulla fosse. Non avevamo né la volontà di farlo, né avremmo avuto la forza. Dovevamo fermarci. Nel frattempo è arrivata la direttrice. I dipendenti, che erano lì,erano molto scossi. E lo ero anche io: quell’uomo aveva l’età di mio padre, era ancora giovane. Quando, avvertite dai carabinieri, sono arrivate sul posto la moglie e una delle figlie ed è stata data loro la notizia del decesso, è stato un momento davvero molto difficile, doloroso anche per me che ero lì».

E poi?
«Abbiamo proceduto alla sanificazione, anche aerea, della zona. Il signore, cadendo, ha sbattuto la testa, ha perso molto sangue. Abbiamo adottato il nostro protocollo sanitario, che è rigoroso. Oggi abbiamo rialzato le serrande, il lavoro è stato portato avanti normalmente, anche se inevitabilmente con qualche difficoltà per chi era lì. È stato davvero sconvolgente. Ho 49 anni, da trenta faccio questo lavoro, non mi era mai accaduto nulla di simile».
 

 

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