Massa gelatinosa invade il mare vicino Venezia, pescatori in allarme

Giallo sulla spiaggia in Veneto. «Ma che cosa è?». Massa gelatinosa invade il mare
Giallo sulla spiaggia in Veneto. «Ma che cosa è?». Massa gelatinosa invade il mare
di Roberto Perini
Sabato 7 Luglio 2018, 10:45 - Ultimo agg. 8 Luglio, 13:30
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Torna la mucillagine. I pescatori ne hanno notato grandi quantità, ad una decina di miglia dalla costa. 
La massa gelatinosa, generata dall'accumulo di materiale organico di origine fitoplanctonica ingloba qualsiasi particella si trovi in sospensione (batteri, plancton d'ogni genere e detrito inorganico) si estende almeno dall'altezza della bocca di porto di Chioggia nel veneziano, fino a Goro. 
 


Si tratta di un fenomeno naturale, noto da secoli. I pescatori, però, lo temono perché sanno che quando il conglomerato semigalleggiante imputridisce, precipita inesorabilmente sul fondo provocando gravi morie. Ne fanno le spese soprattutto le specie che vivono a diretto contatto con la sabbia ed il fango, come le sogliole, le triglie ed i rombi.

 
Si salvano solamente i pesci veloci che nuotano a mezz'acqua, come le sardine e gli sgombri. L'armatore Doriano Maistrello riferisce che, nel corso degli ultimi giorni, la zona interessata al fenomeno si è notevolmente ampliata. Possiamo solo sperare commenta che presto si verifichi qualche evento atmosferico di una certa entità, in grado di bloccare la proliferazione della specie che determina la mucillagine.  Sarebbe davvero grave aggiunge - qualora il culmine del fenomeno finisse per coincidere con l'ormai imminente periodo del fermo biologico, che tutti i pescatori rispettano affinché le specie locali possano riprodursi.


Lo studio
Un futuro per la pesca in Alto Adriatico, edito nel 2015 Istituto superiore per la ricerca e la protezione dell'ambiente (Ispra) riporta che, dal 18° secolo sino ai giorni nostri, il fenomeno si è manifestato in modo discontinuo nel tempo, con formazioni di diversa entità ed estensione. 
Solitamente prosegue il documento scientifico - tali aggregati compaiono dapprima, lungo le coste dalmate ed istriane e, successivamente, lungo quelle italiane. La massa raggiunge, a volte, anche all'Adriatico centrale e meridionale. Verso la fine degli anni Ottanta e nei primi anni di questo secolo la mucillagine aveva raggiunto anche le spiagge romagnole, mettendo a dura prova la balneazione. L'Ispra conferma che l'agglomerato si disgrega per effetto dei venti e dalle correnti oppure in seguito a processi di degradazione innescati dall'affioramento in superficie o dalla deposizione sul fondale.
Roberto Perini 
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