Natale, Lamorgese: «Nessun cedimento sui controlli, ingressi contingentati in metro»

Lamorgese: «Nessun cedimento sui controlli, ingressi contingentati in metro»
Lamorgese: «Nessun cedimento sui controlli, ingressi contingentati in metro»
di Cristiana Mangani
Giovedì 24 Dicembre 2020, 08:30 - Ultimo agg. 16:36
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Non solo festività natalizie: il rischio di altre strette nel mese di gennaio è preso seriamente in considerazione dal governo, qualora la curva del contagio continuasse a salire. Ed è per questo che i prossimi 14 giorni saranno ipercontrollati, proprio per evitare che la situazione possa peggiorare. Ma come contenere la voglia di socializzazione tipica degli italiani? Secondo la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese vanno calibrate tutte le esigenze, partendo dal principio che il desiderio di normalità non deve far dimenticare le regole. 

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Ministra, il nuovo decreto legge nasce per tentare di contenere i contagi nel periodo delle feste. Di fatto, però, consente spostamenti e circolazione. Davanti a queste aperture come sarà possibile effettuare i controlli? 
«La curva dei contagi evidenzia un andamento ancora sostenuto per cui non ci possiamo permettere cedimenti nel rispetto delle regole. Un adeguato livello di attenzione al distanziamento e all’uso della mascherina si ottiene con i controlli, ma va ricordato a tutti che la tutela della salute degli altri e dei nostri cari è affidata soprattutto a noi stessi.

Per questo non mi stanco di far leva sul senso di responsabilità, per evitare che anche in queste feste di Natale si ripetano quei comportamenti disinvolti che si sono verificati la scorsa estate».

Gli appelli del governo al senso di responsabilità non sembrano avere avuto effetti, a giudicare dalle immagini riprese nelle strade dello shopping. Perché gli italiani non collaborano?
«Mi rendo conto che ci sia una gran voglia di tornare alla normalità, superando restrizioni e divieti. Comprendo anche il desiderio di ritrovarsi a Natale con amici e parenti. Ma, pur riconoscendo il grande senso di responsabilità dimostrato dalla maggior parte degli italiani, dobbiamo ricordarci che siamo all’apice di una pandemia, per di più con un nuovo ceppo in circolazione, e per questo è prevedibile che per alcuni mesi ancora non sarà possibile abbassare la guardia».

In che modo le forze dell’ordine potranno limitare cenoni affollati e veglioni?
«Il governo ha fortemente raccomandato di adottare anche in casa l’uso della mascherina quando non si mangia e il distanziamento a tavola. Per tutelare gli anziani e i più deboli dobbiamo comprendere fino in fondo che soltanto il senso di responsabilità e l’autocontrollo potranno evitare l’esplosione dei contagi dopo le feste di Natale. I controlli delle forze di polizia saranno comunque rigorosi secondo un piano di rafforzamento delle misure per la vigilanza sul territorio che riguarda ovviamente non solo quelle anti Covid ma, come sempre in chiave preventiva, anche la minaccia terroristica e la generale tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica».

Sarà pugno duro o guanto di velluto?
«Anche con il lockdown della scorsa primavera, le forze di polizia hanno agito con umanità ed equilibrio, cercando sempre di mettersi nei panni del cittadino. Questo, però, non vuol dire che ci saranno cedimenti davanti a violazioni e comportamenti scorretti che, voglio ricordare, mettono in pericolo non solo la propria salute ma anche quella degli altri. È uno sforzo enorme che è stato intensificato in queste feste».

Di recente, gruppi di giovanissimi si sono riuniti, violando ogni regola anti-Covid, per picchiarsi tra di loro. Come legge gli episodi?
«Sono fenomeni molto preoccupanti perché danno l’idea del livello di sottovalutazione che circola tra i giovani rispetto ai rischi sanitari collegati alla diffusione del virus. Anche in questa fase di emergenza sanitaria è naturale che i giovani cerchino luoghi e occasioni di aggregazione. Ma gli assembramenti che si sono visti di recente a Villa Borghese non sono assolutamente tollerabili perché, oltre a costituire un evidente pericolo per il contagio, sono sfociati in risse e comportamenti violenti. Contro questi fenomeni verrà esercitato il massimo rigore anche se ritengo indispensabile una adeguata azione di prevenzione da parte delle famiglie».

Tra gli effetti collaterali della pandemia, c’è un ritorno della microcriminalità: scippi e furti sono all’ordine del giorno, come si sta cercando di contrastare il fenomeno?
«In realtà – come evidenziato in occasione dell’ultimo Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza - dal 1° gennaio al 30 novembre 2020 il totale dei delitti registrati ha mostrato un trend in diminuzione rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, con una flessione del 20,9%. Diminuiscono gli omicidi volontari, le rapine, i furti, i reati inerenti agli stupefacenti. In aumento invece, e questo è un segno degli effetti collaterali economici della pandemia, i reati di usura, le truffe informatiche e il contrabbando».

La riapertura delle scuole annunciata dal governo per il 7 gennaio è stata affidata alla gestione dei prefetti. Quali criticità stanno emergendo nei tavoli tecnici istituiti con tutte le parti interessate?
«Ai prefetti è stato chiesto di produrre entro Natale i documenti operativi che prevedano una rimodulazione dell’offerta del trasporto urbano ed extraurbano e che tengano conto di una differenziazione degli orari di ingresso e di uscita previsti per gli istituti scolastici, l’articolazione della didattica nell’arco di sei giorni alla settimana e la riduzione della durata delle lezioni a 45/50 minuti. Nell’ultima riunione in video conferenza che ho tenuto dal Viminale, i prefetti dei capoluoghi di regione hanno dato atto degli sforzi compiuti da tutte le province per coordinare i due comparti, scuola e trasporti, in vista del ritorno della didattica in presenza. Le maggiori criticità potrebbero insorgere nella grandi aree metropolitane, come quella di Roma, di Milano e di Napoli, e per questo sono allo studio anche i piani per presidiare i principali nodi di scambio e gli ingressi delle linee metropolitane per indirizzare gli utenti verso i mezzi di superficie e per scongiurare gli assembramenti nelle ore di punta».

L’attenzione concentrata sul contenimento della pandemia e sui controlli anti Covid sembra aver fatto dimenticare la minaccia terroristica. Eppure, i rischi continuano a essere elevati in tutta Europa.
«Gli attentati che anche di recente hanno colpito Paesi europei come la Francia e l’Austria ci inducono a non sottovalutare le preoccupazioni su una possibile recrudescenza del fenomeno terroristico. Il livello di attenzione rimane elevato. La polizia di prevenzione continua a operare tutti i giorni per individuare soggetti potenzialmente pericolosi: sono 518 le espulsioni eseguite dal 2015 a oggi per motivi legati alla sicurezza nazionale: di queste 98 sono state effettuate nel 2019 e 57 nel 2020, tenendo conto della sospensione imposta durante il periodo di lockdown». 

Un’ultima domanda: farà il vaccino?
«Certo, lo farò quando sarà il mio turno tenuto conto che le prime dosi di vaccino dovranno essere somministrate a persone che appartengono alle categorie più esposte, come i sanitari, il personale delle forze di polizia e gli anziani». 
 

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