Migranti, Italia-Malta-Cipro-Grecia: «Increscioso mancato rispetto ricollocamento, Ong rispettino diritto internazionale»

La nota congiunta dei Paesi di primo ingresso in Europa nel Mediterraneo

Migranti, Italia-Malta-Cipro-Grecia: «Increscioso mancato rispetto relocation, Ong rispettino diritto internazionale»
Migranti, Italia-Malta-Cipro-Grecia: «Increscioso mancato rispetto relocation, Ong rispettino diritto internazionale»
Sabato 12 Novembre 2022, 17:40 - Ultimo agg. 13 Novembre, 00:02
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Migranti. In una dichiarazione congiunta, Italia, Malta, Cipro e Grecia - i Paesi di primo ingresso in Europa nel Mediterraneo - definiscono «increscioso e deludente» il mancato rispetto degli accordi sulla relocation dei migranti.

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Migranti, la nota dei Paesi di primo ingresso

«Purtroppo - si legge nella nota -, il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari». Il meccanismo, aggiungono, si è dimostrato «lento» per alleviare la pressione sui Paesi «di prima linea».

L'invito alle Ong

I quattro Paesi invitano inoltre le ong a «rispettare» la «cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue». «Ogni Stato - si legge in una nota congiunta - deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera». I quattro Paesi, inoltre, ritengono «urgente e necessaria» una discussione sul coordinamento delle Ong nel rispetto delle convenzioni internazionali. «Tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali», conclude la nota invitando l'Ue ad adottare le misure per avviare la discussione.

 

La nota congiunta

«L'Italia, la Grecia, Malta e Cipro, in quanto Paesi di primo ingresso in Europa, attraverso la rotta del Mediterraneo centrale ed orientale - si legge nella nota -, si trovano a sostenere l'onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, nel pieno rispetto di tutti gli obblighi internazionali e delle norme dell'Ue.

Abbiamo sempre sostenuto con forza la necessità di sviluppare una nuova politica europea in materia di migrazione e di asilo, realmente ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità, e che sia equamente condivisa tra tutti gli Stati membri». «Il 10 giugno 2022 - continua la dichiarazione congiunta -, abbiamo approvato una Dichiarazione Politica che istituisce un meccanismo di relocation temporaneo e volontario, nonostante i Paesi MED 5 sostenessero uno schema di relocation obbligatoria. Purtroppo, il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari che abbiamo ricevuto finora nel corso di questo anno. Inoltre, a tutt'oggi il meccanismo si è dimostrato lento nel raggiungere il suo obiettivo dichiarato di alleviare quell'onere a cui tutti noi, come Stati membri di prima linea, siamo costantemente esposti, in quanto finora solo un esiguo numero di relocation è stato effettuato. Tutto ciò è increscioso e deludente, soprattutto in questo momento in cui i nostri Paesi devono affrontare sempre più frequentemente una pressione migratoria che sta mettendo a dura prova il nostro sistema di asilo e di accoglienza».

IL PDF DELLA NOTA

«Non possiamo sottoscrivere l'idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali - conclude la nota -, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti».

Madrid: non possiamo sostenere la proposta

Madrid «non può sostenere proposte che premierebbero i Paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e che andrebbero a discapito di quelli che, come la Spagna, rispettano i loro obblighi internazionali e salvano vite con risorse pubbliche». Lo ha detto un portavoce del ministero dell'Interno spagnolo, commentando la dichiarazione congiunta di Italia, Grecia, Malta e Cipro sui migranti rivolta all'Unione europea.

La Spagna, è la premessa, «condivide con i suoi partner mediterranei la necessità di istituire un meccanismo per un'equa distribuzione delle responsabilità tra i Paesi dell'Ue in materia di migrazioni, e lo ha sempre difeso sia all'interno della Med5 che nei Consigli dei ministri dell'Interno». Ma «non può però sostenere proposte che premierebbero i Paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e che andrebbero a discapito di quelli che, come la Spagna, rispettano i loro obblighi internazionali e salvano vite con risorse pubbliche».

Ocean Viking lascia porto di Tolone

La nave umanitaria Ocean Viking ha lasciato oggi il porto militare di Tolone, nel sud della Francia, dove i migranti sono sbarcati ieri e sono stati trasferiti in una vicina «zona di attesa», che non possono lasciare per il momento. La nave ha lasciato la rada di Tolone ieri sera e attualmente si trova nel vicino porto di La Seyne-sur-Mer, secondo quanto reso noto dalla prefettura locale. Ci resterà alcune settimane per uno scalo tecnico prima di ripartire diretta al largo della Libia per riprendere le sue operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale. Quanto ai 234 migranti sbarcati, 189 (fra cui 24 donne e 13 minorenni) sono ormai nel centro per colonie di lavoratori nella penisola di Giens, a una ventina di chilometri da Tolone, trasformato da ieri in «zona di attesa internazionale». Tale zona è in realtà un territorio internazionale creato ad hoc affinché i migranti non si trovino sul territorio francese fin quando non saranno esaminate e giudicate le loro richieste di asilo. Tutti hanno fatto sapere di voler presentare la domanda. In una dichiarazione comune, diverse associazioni per i diritti degli stranieri (fra cui la Lega per i diritti dell'uomo) hanno criticato la creazione di tale zona internazionale e la «privazione di libertà» che ne consegue per i migranti. Per quanto riguarda 44 minorenni che erano soli a bordo della nave, sono stati affidati ai servizi sociali e alloggiati fuori dal centro di Giens. Uno soltanto dei migranti sbarcati resta ricoverato in ospedale. In totale, sono 175 (oltre due terzi del totale) i migranti che saranno ricollocati in 11 paesi, fra i quali la Germania che da sola ne accoglierà un'ottantina, poi Lussemburgo, Bulgaria, Romania, Croazia, Lituania, Malta, Portogallo, Irlanda, Finlandia e Norvegia.

Vertice ministri Ue a fine novembre

L'Unione Europea, a quanto si apprende, è al lavoro per l'organizzazione di un vertice ad hoc sul dossier migranti dopo lo scontro tra Italia e Francia. L'intenzione di convocare un vertice tecnico o politico è emersa nella giornata di ieri. Con il passare delle ore, a quanto si apprende, a Bruxelles si sta facendo largo l'idea di riunire i ministri dell'Interno Ue e non solo i tecnici. Il vertice potrebbe tenersi negli ultimi giorni di novembre e deve essere convocato dalla presidenza ceca del semestre. Fonti della presidenza, interpellate a riguardo, hanno spiegato che «una decisione in merito sarà presa la prossima settimana».

La posizione di Parigi

La crisi con l'Italia sui migranti «è una fortissima delusione, l'Italia non rispetta né il diritto internazionale, né il diritto marittimo»: lo dice, in un'intervista rilasciata a Le Parisien giovedì pomeriggio ma che il quotidiano pubblica stasera, la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna. «Il comunicato in cui Giorgia Meloni afferma, parlando a nome nostro, che spetta alla Francia accogliere i migranti - dice la Colonna - è in totale contraddizione con quello che ci eravamo detti. Questi metodi sono inaccettabili».

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