Ama, netturbini giocano a briscola. I dipendenti incastrati da un filmato

Ama, netturbini giocano a briscola. I dipendenti incastrati da un filmato
Ama, netturbini giocano a briscola. I dipendenti incastrati da un filmato
di Lorenzo De Cicco
Domenica 19 Dicembre 2021, 08:00 - Ultimo agg. 11:16
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«Eeeeh la miseria, quattro e tre sette!», esulta il netturbino mentre agguanta le carte sul tavolo: ha vinto la mano. Uno dei due colleghi seduti al tavolo, rammaricato, bestemmia. Un altro rimasto fuori dall’inquadratura intanto fischietta. Poco dopo si aggiunge alla comitiva un altro dipendente ancora, sempre con la divisa dell’Ama. Prova a smorzare la comprensibile tensione del match parlando del più e del meno: «Aò, m’aspettavo che quello dicesse...». Le immagini sono state registrate di nascosto nella rimessa dell’Ama di via degli Alberini, zona Ponte Mammolo, quadrante Nord Est della Capitale, uno dei più disastrati sul fronte spazzatura. Di lavoro da fare, ce ne sarebbe. Ma i 3 netturbini, anziché montare come tanti colleghi su compattatori e squaletti per il piano di pulizia straordinaria promesso dal sindaco Gualtieri, sono affaccendati su tutt’altro: c’è una partita di briscola da portare a termine, tra uno sbuffo di chi deve rimontare e le strilla di esultanza di chi è in testa. L’immondizia può attendere. 

Il video è chiarissimo: si vedono i tre dipendenti seduti attorno al tavolo, all’interno dello spogliatoio della sede dell’Ama, «zona 5C».

Si notano le carte. Si sentono i commenti sull’andamento della sfida. Si percepisce benissimo il clima rilassato, da dopolavoro. Peccato che fossero tutti in servizio. Ecco perché l’azienda, dopo avere ricevuto il filmato da un dipendente whistleblower (l’impiegato pubblico che segnala illeciti di interesse generale) ha aperto immediatamente il procedimento disciplinare a carico dei 3 giocatori di briscola. Rischiano come minimo una sospensione. Se fossero recidivi - gli accertamenti dell’ufficio delle Risorse umane sono ancora in corso - potrebbero perfino essere licenziati. 

 

Manca meno di una settimana al Natale, la deadline fissata da Gualtieri per riportare Roma a livelli di pulizia degni di una grande capitale europea. Il Campidoglio ha fretta, vuole risultati. I nuovi vertici dell’Ama, a partire dall’amministratore unico, l’ex ministro Angelo Piazza, sono riusciti a rimpolpare la flotta aziendale con i mezzi rimasti fermi per mesi, causa guasto, nelle officine (in qualche caso, erano parcheggiati nei garage da oltre 250 giorni), hanno siglato accordi con impianti fuori città per smaltire l’immondizia raccolta. Ma il tassello fondamentale per la riuscita del piano è l’adesione del corpaccione dei netturbini.

Video

L’Ama ha quasi 7mila dipendenti, quelli operativi sono oltre 6mila: spazzini, netturbini, operai delle officine. L’azienda, col placet del Campidoglio, ha deciso di concedere loro un bonus da 360 euro per ridurre l’assenteismo, piaga storica. Le conseguenze si sono viste: solo nelle prime due settimane, i “malati” si sono ridotti del 10%. C’è la corsa a timbrare il cartellino, insomma. Ma non tutti quelli che strisciano il badge poi sono impazienti di montare a bordo dei camion. Come ha raccontato ieri Il Messaggero, due dipendenti, uno a Vigne Nuove, l’altro in zona Colli Aniene, sono stati sorpresi dai superiori a dormire negli spogliatoi.

L’Ama ha già spedito le contestazioni disciplinari. Come farà adesso per i dipendenti che giocavano a carte. Il neo-vice direttore generale, Emiliano Limiti, ha chiesto a tutti i 390 capi zona e capi area di rafforzare i controlli interni. Tolleranza zero. Agli stessi capi area, sempre per ordine di Limiti, è stato detto di vestire la divisa e di tornare in prima linea. I bellicosi sindacati interni, stavolta, non polemizzano sulle azioni disciplinari. «Siamo assolutamente d’accordo sul sanzionare chi se ne approfitta alle spalle di chi continua a lavorare senza sosta, raccogliendo rifiuti a terra - dice Alessandro Bonfigli, segretario della Uil Trasporti - ma ora l’azienda revochi gli aumenti concessi un anno fa, dalla vecchia governance, a chi doveva controllare e non l’ha fatto, mentre la città affogava nei rifiuti».

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