Elisa, morta a 32 anni per miocardite da Covid: dai no-vax commenti choc. La rabbia del primario

Elisa, morta a 32 anni per miocardite da Covid: dai no-vax commenti choc. La rabbia del primario
Elisa, morta a 32 anni per miocardite da Covid: dai no-vax commenti choc. La rabbia del primario
Sabato 11 Dicembre 2021, 13:16 - Ultimo agg. 16:38
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Aveva 32 anni Elisa Chamen, hostess di origini valdostane, morta per una miocardite da Covid. E quello che le è successo ha scatenato sul web il dibattito sui vaccini, con i no-vax scatenati tra i commenti. «A due anni dalla comparsa del Covid fate apparire queste notizie per nascondere che col vaccino ci sono serie possibilità di beccarsi la miocardite? Una vergogna», si legge tra i commenti

«Cominciate a scrivere dei morti dopo il vaccino», scrive un'altra.« No no era vaccinata eccome, questo ormai è terrorismo psicologico», scrive Sergio, che non crede al fatto che la 32enne non fosse vaccinata. «Se si fosse vaccinata ora un bimbo non sarebbe orfano», ribatte invece un pro-vax.

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La rabbia del primario: «Strumentalizzano situazioni»​ 

«Mi fa male che alcuni strumentalizzino queste situazioni per portare avanti le proprie idee su scelte personali», sottolinea Sergio Livigni, primario della Rianimazione dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino, dove la donna è deceduta. «Non c'è solo una malattia dietro un paziente, c'è una persona e mi dispiace che non ci sia rispetto delle persone, nemmeno dopo la morte - afferma all'ANSA Livigni - Posso solo essere triste.

Noi abbiamo fatto di tutto e lo rifaremmo 20 mila volte, il mio compito è quello e non sta a me giudicare cosa spinge una persona a fare una scelta piuttosto che un'altra. Ho una grande tristezza perché è mancata una ragazza di 32 anni che ha lasciato un bambino».

Secondo il primario, con ci sono solo una «miocardite o una polmonite da curare, ci sono il paziente e anche i suoi affetti». È anche per questo, che i familiari di Elisa l'8 e il 9 dicembre hanno potuto salutarla un'ultima volta. «Con le dovute precauzioni facciamo entrare i parenti, è disumano lasciare le persone isolate per tanto tempo e forse fino alla morte, come è capitato. Non c'è solo la malattia, non mi permetto di giudicare e mi fa male che alcuni strumentalizzino queste situazioni per portare avanti le proprie idee su scelte personali». Sul corpo di Chamen l'ospedale non ha ritenuto di dover richiedere l'autopsia, perché «non c'è dubbio clinico sulle cause della morte».

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