Numana, strage di famiglia, il papà ha ucciso il piccolo Christian in braccio alla mamma

Numana, strage di famiglia, il papà ha ucciso il piccolo Christian in braccio alla mamma
Giovedì 11 Dicembre 2014, 13:30 - Ultimo agg. 13:32
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NUMANA Mamma e figlioletto stretti in un abbraccio durante l'esecuzione. Prima di puntarsi la pistola alla tempia e far fuoco, martedì alle 11.30 il commerciante Daniele Antognoni, 38 anni, avrebbe ucciso in casa il figlioletto Christian, 5 anni, mentre era in braccio alla madre Paula Corduneanu, 28enne rumena. Tutti morti.

Nuovi elementi choc sulla strage familiare di Marcelli di Numana.

La ricostruzione in base alle ecchimosi sul corpo del bimbo, compatibili con una caduta dalle braccia di Daniela, quando donna e piccolo sono stati raggiunti dai proiettili. Una pallottola in testa a Christian, 4-5 per la madre.

Così il marito devoto e padre amorevole ha agito come un killer senza scrupoli con una Beretta Glock delle varie armi della sua collezione. A far premere il grilletto gelosia e rabbia. La coppia si era separata quest'estate. Il 38enne viveva in casa dei genitori sulla Litoranea. Nonostante la situazione economica difficile, cercava di non far mancare le attenzioni al suo bimbo, lo accompagnava alla scuola calcio del Coppo e faceva del suo meglio. Più complesso il rapporto con Paula, bellissima, impiegata allo Yacht club. Il marito dal cuore infranto non si dava pace per la fine della storia d'amore. Daniele ha sparato da distanza ravvicinata la moglie al petto e il figlio, appunto, alla testa. Poi un giro nella stanza e il suicidio.

«Paula ha aperto la porta di casa a Daniele solo perché lui minacciava di togliersi la vita, ne sono convinta. Secondo me è andata così». Un'amica e confidente del commerciante di Marcelli, che chiede di restare anonima, sostiene di essere a conoscenza di tutto quello che ha passato la coppia negli ultimi mesi, ma che mai si sarebbe aspettata un finale così tragico. Anche perché fino a martedì scorso scenate e discussioni si erano sempre risolte in maniera civile. Il 38enne non nascondeva di amare tanto suo figlio quanto sua moglie, mentre la compagna rumena, giorno dopo giorno, si stava progressivamente allontanando da lui. «Non sei più quello che ho sposato, non so se ti amo ancora». Parole che hanno portato alla luce nuove insicurezze alimentando il disagio nutrito da tempo da Antognoni, sofferente per l'impossibilità di migliorare la propria condizione economica.