Nunzia, uccisa in casa con cinque colpi di pistola: fermato il marito. All'avvocato: «Ma è morta?»

Nunzia, uccisa in casa con 5 colpi di pistola: fermato il marito. All'avvocato: «Ma è morta»
Nunzia, uccisa in casa con 5 colpi di pistola: fermato il marito. All'avvocato: «Ma è morta»
Lunedì 6 Luglio 2020, 12:19 - Ultimo agg. 12:52
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Ieri una donna di 41 anni, Nunzia Compierchio, è stata uccisa a colpi di pistola: per l'omicidio è stato fermato dalla polizia il marito Angelo Di Meo, 44enne di Cerignola (Foggia). Di Meo al suo avvocato Gianluca Pignataro avrebbe chiesto: «Ma è morta?», riferito appunto alla moglie, secondo quanto detto dal legale stesso.

Di Meo era stato arrestato in flagranza nel luglio del 2017 per estorsione, accusato di aver preteso 150 euro dal padre, dietro minacce di morte. Nel 2012 la moglie lo aveva denunciato per inosservanza degli obblighi di assistenza familiare, «una circostanza che dovrò verificare», precisa l'avvocato Pignataro. «È apparso molto confuso - ha riferito all'Ansa l'avvocato -. Era comunque un nucleo familiare già segnalato: Di Meo ha problemi di tossicodipendenza e in passato è stato ricoverato nei Cim (Centri di igiene mentale) di Cerignola e Manfredonia». 

Nunzia era stata trovata morta domenica pomeriggio in casa alla periferia di Cerignola (Foggia): i proiettili l'hanno raggiunta allo sterno e alle gambe. L'uomo, accusato di omicidio volontario, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio davanti al pubblico ministero Matteo Stella della Procura di Foggia. L'uccisione è avvenuta davanti ai due bambini di 11 e 12 anni, figli della coppia, mentre il terzo figlio, maggiorenne, è detenuto per rapina. La polizia ha tentato di ricostruire gli ultimi istanti di vita della donna. Gli investigatori affermano che marito e moglie erano separati di fatto e continuavano a vivere sotto lo stesso tetto.



A quanto si apprende, ieri mattina erano andati a mangiare a casa dei genitori di lui e verso le 14 Angelo Di Meo aveva riaccompagnato a casa la donna. Poi si sarebbe allontanato, ma per tornare poco dopo e, «non appena la donna ha aperto la porta, Di Meo ha esploso la raffica di proiettili, i primi in direzione delle gambe poi quello mortale allo sterno». Di Meo è stato trovato dalla polizia a casa del padre che vive nello stesso quartiere. Gli inquirenti parlando di motivazioni quasi certamente di natura 'passionale', predominanti su eventuali ragioni economiche nel conflitto all'interno della coppia: l'uomo era ossessionato dalla gelosia, in un quadro familiare piuttosto difficile. 

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