Così come aveva promesso, Mario Draghi continua il percorso «graduale, in base al rischio ragionato, dell’Italia che riapre». Nonostante le bizze di Matteo Salvini, il premier ancora una volta si affida «all’evidenza dei dati oggettivi» e stila un cronoprogramma che, grazie proprio alla «gradualità», permetterà di «valutare settore per settore gli effetti delle riaperture sui contagi», con la possibilità (ormai remota) di adottare restrizioni in corsa.
La nuova road map sposta il coprifuoco in tre step. Da domani passa alle 23, per poi essere posticipato alla mezzanotte dal 7 giugno e definitivamente cancellato dal 21 giugno, il solstizio d’estate. Gli orari di bar e ristoranti all’aperto seguiranno il timing dello slittamento e poi dell’abolizione del “tutti a casa”. I locali al chiuso invece dovranno aspettare come stabilito il 1° giugno, ma sarà concessa anche l’apertura serale inizialmente vietata.
Locatelli ha illustrato i progressi del piano vaccinale, riportando lo studio di “Nature” con il crollo dei decessi e dei ricoveri in terapia intensiva: «Dai 3.600 malati gravi del 3 aprile, siamo passati ai 1.779 di oggi.
Conclusa l’illustrazione dei dati, Draghi ha messo sul tavolo il cronoprogramma che aveva preparato nei giorni precedenti con il contributo dei ministri competenti, Speranza in primis. Piano che, nonostante il tentativo del Giorgetti di portare da subito il coprifuoco alla mezzanotte, è stato approvato all’unanimità.
LOCALI AL CHIUSO E DA BALLO
A dispetto delle richieste di Lega e Forza Italia che volevano anticiparne la ripartenza, resta la data del 1° giugno. Ma l’apertura, che riguarda anche la possibilità di prendere il caffè al bancone, avverrà anche di sera: inizialmente era fissato il limite delle 18. Il centrodestra non ha sfondato neppure sul fronte delle discoteche e della sale da ballo: queste attività restano sospese (anche all’aperto). Ma la forzista Gelmini ha ottenuto che nel prossimo “decreto sostegni” vengano previsti «aiuti aggiuntivi».
CAMBIANO I PARAMETRI
Così come chiedevano le Regioni, viene ridimensionato il famoso indice Rt. Il decreto stabilisce che le zone rosse, arancioni, gialle e rosse verranno decise soprattutto in base all’incidenza (il numero settimanale di positivi ogni 100mila abitanti) e al tasso di ospedalizzazione, sia in terapia intensiva che in area medica. In più i parametri totali scendono da 21 a 12.
SÌ AI MATRIMONI
Dal 15 giugno potranno essere organizzati pranzi, rinfreschi e feste di matrimonio, battesimo, cresima, etc. Per accedervi bisognerà avere il certificato vaccinale, oppure quello di avvenuta guarigione o un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Sarà il Cts a dare indicazione sul numero massimo di partecipanti, «modulando le indicazioni a seconda che le feste si svolgano al chiuso o all’aperto».
OUTLET E SALE GIOCHI
Dal prossimo fine settimana, come previsto, potranno riaprire i centri commerciali, gli outlet, i mercati e le gallerie. Viene poi anticipato al 15 giugno il via libera (inizialmente previsto per il 1° luglio) per i parchi tematici e di divertimento. I centri culturali, sociali e ricreativi invece dovranno attendere il 1° luglio, come le sale giochi, bingo, scommesse e casinò.
PISCINE E PALESTRE
Le palestre potranno ricominciare l’attività il 24 maggio, in anticipo rispetto alla precedente scadenza del 1° giugno. Viene inoltre fissata la data di ripartenza delle piscine al chiuso e dei centri benessere e termali: il giorno del via libera sarà il 1° luglio (salvo anticipi). Stessa data per i corsi di formazione pubblici e privati «in presenza». Gli impianti di risalita per lo sci invece potranno riprendere da sabato prossimo, ma è una misura volta a offrire garanzie per la nuova stagione sciistica.
È seguita postilla polemica, fatta filtrare da fonti leghiste: «Su alcuni fronti, dalle piscine al chiuso ai matrimoni e alle discoteche, serve coraggio. Lavoreremo per anticipare riaperture e ripartenze». Salomonica la Gelmini: «È stato trovato un importante punto di equilibrio. Proseguiamo verso il ritorno alla normalità».
La prova che non ha avuto la meglio il fronte aperturista è arrivata dalle parole di Speranza: «Sono soddisfatto, Draghi ha indicato un percorso basato sull’evidenza scientifica e sulla gradualità». E da quelle del segretario dem Enrico Letta: «Bene, è la linea giusta. Quella che eviterà richiusure, farà ripartire l’economia e darà forza alla stagione turistica». Il grillino Stefano Patuanelli ha indicato invece la via d’uscita per tutti: «Tra poco l’Italia sarà prevalentemente in zona bianca, dove non ci sono coprifuoco o chiusure».