Nuovo virus Gran Bretagna, quarantena e tamponi: così gli italiani possono rientrare dal Regno Unito. Il piano della Farnesina

Nuovo virus Gran Bretagna, quarantena e tamponi: così gli italiani bloccati nel Regno Unito possono rientrare. Il piano della Farnesina
Nuovo virus Gran Bretagna, quarantena e tamponi: così gli italiani bloccati nel Regno Unito possono rientrare. Il piano della Farnesina
Martedì 22 Dicembre 2020, 16:31 - Ultimo agg. 20:01
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Dopo 48 ore di panico, si avvia verso un lieto fine l'odissea degli italiani rimasti bloccati nel Regno Unito, un effetto collaterale dello stop ai collegamenti imposto domenica come precauzione contro la variante del coronavirus individuata Oltremanica. Ora potranno tornare, perlomeno quelli residenti in Italia e quelli in condizioni di criticità e urgenza. Dovranno però sottoporsi a un doppio tampone, prima e dopo il viaggio, per attestare di essere negativi al virus e comunque dovranno fare la prevista quarantena di 14 giorni una volta atterrati. Esclusi invece quelli che risiedono stabilmente nel Regno Unito e chi pensava solo di visitare le famiglie per Natale e Capodanno.

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Una riunione alla Farnesina, dopo una consultazione con i ministeri della Salute e dei Trasporti, è stata decisiva per sbrogliare la situazione nel pomeriggio. Sono centinaia gli italiani che negli ultimi due giorni hanno intasato mail e linee telefoniche del consolato italiano a Londra per lamentare di essere rimasti bloccati, per ottenere informazioni e chiedere una soluzione d'emergenza. Ora aspettano solo di capire come si definirà a livello operativo il loro rientro. Alitalia si è già detta «pronta e disponibile» ad andare a prenderli e spiega di attendere indicazioni da parte del governo o dal ministero degli Esteri.

La pressione dei cittadini rimasti bloccati a Londra è arrivata con forza anche attraverso i social media: su Facebook si sono formati diversi gruppi di cittadini per sollecitare il governo. Tra questi, uno dei più attivi è quello battezzato 'Azione collettiva Italiani bloccati in Gran Bretagna', dove un migliaio di membri piuttosto agguerriti hanno postato in appena 48 ore più di 150 post e migliaia di commenti per denunciare situazioni individuali di disagio: da chi ha perso il lavoro e voleva rientrare a chi ha difficoltà a trovare un alloggio alternativo, dalla mancanza di denaro per pagarsi l'hotel fino a delicate situazioni di salute: «Io sarei dovuta rientrare oggi - scrive ad esempio un'utente -, incinta di 29 settimane, ho dovuto lasciare il mio appartamento e al momento sono in un appartamento prenotato all'ultimo minuto». Un'altra racconta di avere «una rara malattia per cui sono seguita all'ospedale di Padova» e di essere «rimasta senza medicine». Ma il bacino degli italiani interessati dal blocco, in vigore fino all'Epifania, è stimato essere molto più ampio rispetto a quello più ristretto degli utenti sul gruppo Facebook.

Stando ai dati raccolti fra le compagnie aeree, la sola Alitalia ha cancellato o rinviato le prenotazioni di circa 1.100 passeggeri che avrebbero dovuto volare fra il Regno Unito e l'Italia dal 20 al 31 dicembre. Facendo la stima di una media di passeggeri in partenza verso l'Italia dagli scali britannici nel periodo fino al 6 gennaio, con tutti i vettori operativi su queste rotte (inclusi British, Ryanair, EasyJet o Vueling), a Londra calcolano che le persone bloccate o costrette a rivedere i propri piani potranno essere alla fine più di 15.000. Poco prima che si sbloccasse la situazione, la Commissione europea aveva raccomandato agli Stati dell'Unione, seppure in maniera del tutto non vincolante, di «agevolare i viaggi essenziali e il transito dei passeggeri», caldeggiando un «approccio coordinato alle misure di viaggio e trasporto», a fronte dei blocchi disposti da diversi Paesi. E in serata la Francia ha annunciato la riapertura dei collegamenti con il Regno Unito, previa presentazione di un test Covid negativo.​

 

Cosa dice la Commissione Europea

La Commissione europea raccomanda agli stati membri della Ue di sospendere il blocco dei trasporti aerei e ferroviari con il Regno Unito, imposto negli ultimi giorni, dopo la scoperta della nuova variante inglese del coronavirus. «I blocchi aerei e ferroviari dovrebbero essere interrotti, vista la necessità di garantire i viaggi essenziali e di evitare disagi alla catena di distribuzione», ha scritto la Commissione in una nota. Tuttavia, aggiunge l'esecutivo Ue, tutti i viaggi non essenziali con la Gran Bretagna devono essere sconsigliati. Il blocco dei trasporti, ha detto il commissario alla Giustizia Didier Reynders, «non devono impedire a migliaia di cittadini Ue e britannici di fare ritorno a casa propria».

La raccomandazione ricorda che, a partire dal primo gennaio 2021, il Regno Unito sarà a tutti gli effetti un Paese terzo. Pertanto, a meno che non intervengano accordi diversi, dal primo gennaio 2021 i «viaggi non essenziali dal Regno Unito all'Ue non saranno possibili», con eccezioni per i cittadini Ue che risiedono Oltremanica. La Commissione cita le «analisi preliminari» condotte nel Regno Unito sulla nuova variante del Sars-CoV-2, che indicano una maggiore trasmissibilità del virus, in misura anche «del 70%» in più, cosa che emerge in un periodo dell'anno, quello delle feste di Natale, in cui «tradizionalmente» aumentano i contatti sociali. Di qui l'allarme dei Paesi europei. Alcuni casi della nuova variante del virus sono stati finora riportati in Belgio, Danimarca, Italia e Olanda, ricorda la Commissione, ed è «probabile» che stia «già circolando in altri Stati membri». In ogni caso, avverte la Commissione, «ulteriori importazioni» di questo ceppo virale avrebbero «conseguenze» in termini di «aumento dei casi» e quindi dei «ricoveri in ospedale». 

In particolare, secondo la Commissione, gli Stati membri dovrebbero, per precauzione, «scoraggiare» tutti i viaggi non essenziali verso e dal Regno Unito, fino a nuovo ordine. Questo, ma la Commissione esplicitamente non lo dice, significa che se qualcuno avesse, per sua sfortuna, prenotato una vacanza a Londra sotto Natale, difficilmente potrà andarci, perché un simile viaggio non può essere definito «essenziale». Lo stesso discorso vale per un britannico che abbia programmato una vacanza a Parigi, o in Italia. Sono però raccomandate eccezioni per alcune categorie di persone, a patto che si sottopongano a test Pcr oppure a un test rapido antigenico «72 ore prima della partenza» oppure che, in alternativa, si facciano una quarantena di 10 giorni, sottoponendosi a tampone al decimo giorno (con esito negativo).

Queste eccezioni valgono per i cittadini Ue, per i cittadini di Paesi terzi che hanno uguale libertà di circolazione, e per i cittadini del Regno Unito, che rientrano nei rispettivi Stati, inclusi i loro familiari. Vale a dire, in parole povere, che gli europei rimasti bloccati Oltremanica e i britannici rimasti bloccati nell'Ue a causa del blocco improvviso dei collegamenti devono poter fare ritorno a casa, facendo test e/o quarantene. L'eccezione vale anche per i lavoratori essenziali, come il personale medico, per i quali si raccomanda il test (Pcr o rapido), ma non la quarantena. Idem per i passeggeri in transito, che vanno informati prima della partenza dell'obbligo di test.

La Commissione sottolinea l'importanza di esentare i lavoratori dei trasporti, come i camionisti, dall'obbligo di test, per evitare interruzioni nelle forniture di beni essenziali. Se provengono dalla Gran Bretagna, allora si può decidere di sottoporli a test rapido, ma organizzando la cosa in modo da evitare blocchi e strozzature. Qualsiasi nuova misura adottata nei confronti del Regno Unito, comunque, scadrà il 31 dicembre 2020. Gli Stati membri dell'Ue, inoltre, dovrebbero tracciare i casi legati a persone che sono state nel Regno Unito nelle ultime due settimane e sequenziare adeguatamente il virus, per identificare «rapidamente» i casi della nuova variante del Sars-CoV-2 già presenti sul Continente. Le raccomandazioni della Commissione mirano a coordinare l'azione degli Stati membri, per evitare che si ripeta il caos che si verificò nell'Ue nella prima fase della pandemia.

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