Omicidio dell'anziana a Bitonto,
sette arresti nei clan pugliesi

Omicidio dell'anziana a Bitonto, sette arresti nei clan pugliesi
Sabato 17 Marzo 2018, 13:53 - Ultimo agg. 18 Marzo, 08:26
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Una recrudescenza del contrasto storico tra i clan Cipriano e Conte e la defezione avvenuta ad autunno scorso di alcuni esponenti del primo transitati nel secondo, hanno portato alla guerra di malavita culminata nell'omicidio di Annarosa Tarantino, l'anziana di 83 anni, innocente, uccisa il 30 dicembre scorso in via Marteri nel centro storico di Bitonto, in provincia di Bari, durante un agguato. La donna si trovò sfortunatamente sulla traiettoria dei proiettili che dovevano eliminare il 20enne Giuseppe Casadibari, rimasto ferito in modo serio. Questa la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia di Bari che ha chiesto e ottenuto dal gip del tribunale del capoluogo pugliese, Giovanni Anglana, una ordinanza cautelare in carcere a carico di esponenti delle due organizzazioni. Sette gli arresti effettuati da Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri. Si tratta di Francesco Colasuonno, 31 anni, Benito Ruggiero, 28, Rocco Mena, 30, Michele Rizzo, 45, Cosimo Liso, 23, Michele Sabba, 24,  Rocco Papaleo, 38. Hanno tutti precedenti penali e di polizia. I reati contestati, a vario titolo, sono omicidio, tentato omicidio, spari in luogo pubblico, detenzione e porto abusivo di armi, minaccia e violenza privata, tutti aggravati dall'aver agito con il metodo mafioso. La mattina del 30 dicembre, in pochi ore, avvennero quattro sparatorie in vari quartieri della cittadina, una delle quali mortale, tra il gruppo dei 'Contè, operativo nella periferia e precisamente nel complesso di case popolari di via Pertini, e il gruppo 'Ciprianò, capeggiato dal pluripregiudicato Francesco Colasuonno, detto Ciccio Cipriano, operativo nel centro storico. Entrambi fanno affari nel settore del traffico e della commercializzazione di sostanze stupefacenti, attraverso il controllo di piazze di spaccio ricadenti nei rispettivi territori di influenza. Dalla scissione si è avvantaggiata la consorteria della periferia cittadina, che ha così creato una enclave nel borgo antico e la relativa 'piazza di spacciò. Una iniziativa criminale che è entrata in rotta di collisione con gli interessi del clan Cipriano, fino a quel momento egemone nel centro storico bitontino. 

Già a ottobre del 2017, le indagini, coordinate dalla Procura di Bari e condotte dalla Polizia di Stato, avevano consentito di intervenire con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre esponenti del gruppo Conte: Vito Antonio Tarullo, Vincenzo Caputo e Domenico Liso, ritenuti responsabili del violento pestaggio, avvenuto nel precedente mese di settembre, ai danni di un esponente dei rivali Cipriano. In questo quadro, a partire dalla vigilia di Natale scorso, in un crescendo di episodi di violenza ed aggressioni, i due gruppi rivali si sono affrontati armi in pugno, fino alla giornata del 29 dicembre, quando, esponenti dei Cipriano hanno ordinato, secondo gli inquirenti, all'ex sodale Cosimo Liso (fratello di Domenico), da qualche tempo, come il congiunto, transitato nel gruppo Conte, di abbandonare la propria abitazione nel centro storico. Una minaccia che, stando agli accertamenti investigativi, ha provocato la reazione di Liso che, nella prima mattina del 30 dicembre, con una prima azione armata, avrebbe innescato un meccanismo di 'botta e rispostà, una serie di azioni di fuoco per le vie di Bitonto, culminate con la tragica sparatoria a seguito della quale venne mortalmente ferita la vedova Tarantino e anche il giovane gregario del gruppo Cipriano, Giuseppe Casadibari. 

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