Omicidio Vassallo, l'ex pm di Vallo:
«In 2 giorni atti a Salerno»

Omicidio Vassallo, l'ex pm di Vallo: «In 2 giorni atti a Salerno»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 4 Settembre 2020, 09:32 - Ultimo agg. 10:26
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«Non passarono dieci giorni. Il mio collega Alfredo Greco si mosse in modo tempestivo, avvisò subito il pm della Dda di Salerno, almeno appena ebbe sentore che potesse trattarsi di un delitto di camorra. Tanto che io spesso ripeto questo concetto: sono stato il procuratore del caso Vassallo per un solo giorno. Lo dico senza spirito di polemica: venne rispettata la procedura, passarono un giorno, o al massimo 48 ore, poi gli atti furono spediti a Salerno. E comunque basta guardare il registro, perché tutto è stato formalizzato». Dieci anni dopo l'omicidio di Angelo Vassallo, parla l'allora procuratore di Vallo della Lucania Gianfranco Grippo. È in pensione da tre anni e racconta al Mattino quelle ore in cui è stato il titolare delle indagini sulla morte del sindaco pescatore.

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Procuratore Grippo, in un'intervista al Mattino, l'europarlamentare Franco Roberti (all'epoca capo della Procura di Salerno) ricorda che il fascicolo su Vassallo venne trasmesso dopo dieci giorni dal delitto. Un gap decisivo, se si pensa che le attività di indagine che si fanno nelle prime ore sono fondamentali per la risoluzione del caso. Cosa risponde?
«Ricordo che la trasmissione degli atti da Vallo della Lucania avvenne quasi subito, dopo un giorno o al massimo due. Condivido con il collega Roberti che le indagini su un omicidio siano spesso condizionate da quanto viene fatto nelle primissime fasi investigative, ma ricordo che venne rispettata la procedura, secondo il codice e secondo quelle che erano le mie direttive».
 


Torniamo allora a quella notte: chi si mosse da Vallo per andare ad Acciaroli?
«Fu il collega Alfredo Greco ad intervenire sul posto, a disporre i primi atti di indagine. Ricordo anche che dopo poco tempo - ripeto: uno o due giorni dopo - nacque la convinzione che l'omicidio Vassallo potesse essere legato a metodi o vicende di camorra, determinando la trasmissione degli atti a Salerno. Un'intuizione confermata anche dal fatto che, in tutti questi anni, la Procura di Salerno l'inchiesta se l'è tenuta, mentre, se avesse ravvisato il carattere non camorristico del delitto, avrebbe dovuto rispedire il fascicolo a Vallo».

Ora tecnicismi a parte, resta un dato, alla luce delle immagini sulla scena del delitto ma anche di quanto dichiarato dallo stesso ex procuratore di Salerno: la confusione a pochi metri dall'auto di Vassallo. Non crede che andava recintata la zona? Non crede che andava blindata l'area, in modo da acquisire elementi utili in un secondo momento?
«Certo, ho anche io questa convinzione. E sono altrettanto convinto che il collega Greco abbia dato le doverose disposizioni per rendere asettica la scena del delitto».

E cosa è successo allora?
«Certo in quei frangenti non si può chiedere a un pm di mettersi a dirigere il traffico. Se non è avvenuto è perché le disposizioni non sono state rispettate da parte di chi avrebbe dovuto eseguire».

E lei, da cittadino e da ex procuratore, come se la spiega una cosa del genere?
«Vede, sulle prime non arrivarono i reparti investigativi dei carabinieri, ma si mosse la stazione locale, c'erano militari che decisero di far passare persone del posto, che poi potrebbero aver contaminato la scena del delitto. Non so se è stata una contaminazione decisiva per la non risoluzione del caso, questo lo può dire solo Franco Roberti e chi come lui a Salerno ha avuto gli atti del fascicolo in tutta la sua interezza».

Lei conosceva Angelo Vassallo?
«L'ho visto per una mezzora al massimo, quando mi insediai come procuratore. Me lo presentò, portandomelo in ufficio, il collega Alfredo Greco, fu Vassallo a chiedermi di incontrarmi, per farmi le congratulazioni».

Lei era procuratore di Vallo della Lucania, che tipo di conoscenza aveva del territorio. Possibile che le ammazzano il sindaco più importante dell'area, il politico più in vista, per giunta nella città più nota della costa e dal suo ufficio non è nata alcuna intuizione valida?
«Avevo delegato mesi prima attività di indagine al comandante della compagnia dei carabinieri di Vallo della Lucania e lo feci soprattutto sulla scorta di una serie di anonimi che giunsero al mio ufficio. Si parlava soprattutto di interessi speculativi, ritenni quel materiale interessante, per quanto con gli anonimi è sempre difficile far decollare una indagine».

Cosa emerse da questa sua iniziativa?
«Si capiva che c'erano interessi in ballo, delegai investigazioni all'allora comandante della compagnia dei carabinieri di Vallo, solo che l'ufficiale lasciò poi la zona a cavallo del delitto Vassallo. Quindi poco dopo».

Anche questo turn over non ha favorito l'inchiesta.
«Indicai alla Procura di Salerno che c'era stata questa indagine su Acciaroli e zona limitrofa, non so se quell'ufficiale è stato poi ascoltato».
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