Omicron, positivi asintomatici, stop restrizioni? Il governo ci pensa, ma i virologi per ora frenano

Omicron, positivi asintomatici, via le restrizioni? Il Governo ci pensa, ma i virologi per ora frenano
Omicron, positivi asintomatici, via le restrizioni? Il Governo ci pensa, ma i virologi per ora frenano
di Giampiero Valenza
Mercoledì 2 Febbraio 2022, 11:27 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 08:12
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Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha aperto la strada a un alleggerimento delle misure per i positivi asintomatici: in futuro potrebbe essere possibile evitare la quarantena e continuare a fare, con le misure di precauzione come la mascherina, le attività di tutti i giorni. «Dovremo arrivare anche all'eventualità che una persona positiva asintomatica possa condurre la sua vita normalmente usando la mascherina Ffp2 per qualche giorno ma senza dover uscire dal mercato del lavoro, dalla socialità e da tutto ciò da cui oggi è tagliata fuori a causa di una semplice positività senza sintomi», ha spiegato, aprendo la strada a una «valutazione da fare nei prossimi giorni o massimo qualche settimana».

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Restrizioni via per gli asintomatici? 

Perché non è possibile aprire subito? Perché sono sempre i dati dell’evoluzione della pandemia a dover indicare se e quanto allargare le maglie. E Sileri lo spiega: «Appena vi sarà la certezza che la variante Omicron ha soppiantato la Delta e appena i dati saranno un po’ migliori rispetto a quelli attuali, quindi auspicabilmente entro 2-3 settimane, tale valutazione potrà essere fatta, allineandoci così a ciò che accadrà alla fine in tutti i Paesi occidentali».

Un positivo è colui che ha nel suo organismo il virus Sars Cov-2. Lo si può essere anche senza aver alcun sintomo. Ma chi potrà decidere davvero è solo lui: il virus. Gli esperti lo sanno bene che è andando a vedere la curva dei contagi e dei ricoveri che si può capire come stia evolvendo l'infezione.

 

Per Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), «è necessaria grande cautela poiché, anche in una condizione di endemia del virus Sars Cov-2, si porrebbero dei rischi». Le prime due criticità, chiarisce Andreoni, «sono rappresentate dalla presenza nella società di soggetti fragili e di soggetti che non possono essere vaccinati. La numerosità dei soggetti non protetti, perché non possono essere vaccinati, è un dato importante e fino a quando tali persone saranno comunque numerose, lasciare la possibilità di libera circolazione ai soggetti infetti asintomatici potrebbe portare ad una ulteriore e rischiosa diffusione della malattia. Stesso discorso riguarda i soggetti fragili, ovvero coloro che a causa di un grave quadro di immunodepressione non presentano una risposta valida alla vaccinazione. Queste persone - afferma l'esperto - devono essere protette e lo scenario proposto rappresenterebbe per loro un rischio». Inoltre, secondo Andreoni, c’è anche un’altra criticità: «Sta nel fatto che lasciando circolare maggiormente il virus attraverso soggetti positivi anche se asintomatici, aumentano le probabilità che il virus possa mutare ancora e si possano creare ulteriori varianti».

Anche l’infettivologo Massimo Galli, ex direttore di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, dice che le «considerazioni» alle aperture ai positivi asintomatici «sono quanto meno premature». «Sarei molto cauto, perché non è vero che i soggetti positivi asintomatici non trasmettono l'infezione». Galli è più per una «ragionevole definizione dei tempi delle quarantene, considerando che c'è una flessione del rischio di trasmettere l'infezione Covid in relazione alla riduzione della carica virale nel tempo», ma «che questo possa consentire di arrivare ad un 'libera tutti' per i soggetti infetti asintomatici noti è una cosa ben diversa». Inoltre, avverte l’infettivologo, «va ricordato anche che esistono tra i soggetti positivi asintomatici dei cosiddetti 'superdiffusori' del virus che aumentano dunque di molto il rischio di contagio».

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È una prospettiva da prendere in considerazione - ma non ora - per il virologo Fabrizio Pregliasco. «Una volta che si raffredderà questa ondata di casi Covid e con tassi di incidenza ancora più bassi, questa è una prospettiva che dovremo prendere in considerazione perché è l'unica via per affrontare la gestione di un virus che diventerà endemico e con una manifestazione stagionale, ma sarà al contempo necessaria una maggiore responsabilizzazione a livello individuale poiché il rischio di trasmettere l'infezione non si potrà comunque azzerare». L’esperto precisa che «è chiaro che deve esserci un contesto complessivo di bassa incidenza dei casi, poiché anche i soggetti positivi asintomatici possono comunque trasmettere il contagio. Ma nel prossimo futuro penso che sarà ciò che dovremo fare».

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