Open Arms, la Procura indaga per sequestro di persona Viminale impugna sentenza Tar

Open Arms, sì allo sbarco a Lampedusa di altri 4 migranti: «A bordo agonia insopportabile»
Open Arms, sì allo sbarco a Lampedusa di altri 4 migranti: «A bordo agonia insopportabile»
Giovedì 15 Agosto 2019, 09:10 - Ultimo agg. 17 Agosto, 16:18
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Dallo scontro politico interno e internazionale sulla Open Arms, che sosta  davanti a Lampedusa anche se non ha il permesso di attraccare, all'apertura di un fascicolo da parte della magistratura.

La Procura della Repubblica di Agrigento ha infatti aperto un fascicolo d'inchiesta - a carico di ignoti - per sequestro di persona sulla vicenda della Open Arms. Si tratta di un «atto consequenziale» dopo che in Procura è arrivato l'esposto formalizzato dai legali della ong spagnola. Gli avvocati hanno chiesto di procedere per sequestro di persona, violenza privata e abuso in atti d'ufficio. La Procura ha confermato anche la presentazione di un esposto nei confronti del prefetto di Agrigento, Dario Caputo, da parte dell'associazione giuristi democratici, che ha chiesto di valutare eventuali ipotesi di «violazioni commissive o omissive» di rilievo penale dopo l'ordinanza del Tar del Lazio sulla gestione dello sbarco dei migranti .

Il fascicolo per sequestro di persona, aperto nelle ultime ore dalla Procura della Repubblica di Agrigento, è il secondo sul caso Open Arms. Il primo, sempre a carico di ignoti, era stato aperto per l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, domenica scorsa. A coordinarli è il procuratore aggiunto Salvatore Vella. Il primo fascicolo è usuale: viene aperto ad ogni sbarco fatto in autonomia dai migranti o con il soccorso delle Ong o delle unità militari. I migranti già sbarcati dalla Open Arms e poi anche gli ultimi di queste ore verranno sentiti, dal personale della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, per cercare di identificare possibili scafisti.

I minori
«La procura dei minori di Palermo ha nominato i tutori per tutti i minori a bordo della nostra nave». Lo scrive su twitter Open Arms sottolineando che si tratta di «un passo importante»: ora tutti «devono sbarcare il prima possibile».

Il Viminale
Il Viminale ha dato mandato all'Avvocatura dello Stato di impugnare la decisione del Tar a proposito del divieto di ingresso in acque territoriali per la Open Arms. Lo riferiscono fonti del Viminale. 

L'Europa
Al momento «nessun paese europeo» ha fatto «passi formali» per accogliere i migranti a bordo della Open Arms. È quanto sottolineano fonti del Viminale dopo che ieri il premier Conte aveva detto che 6 paesi - Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo - avevano fatto sapere di essere disponibili ad accogliere le persone a bordo. L'Italia, aggiunge il Viminale «sta ancora aspettando che altri Stati mantengano la parola data e prendano in carico quanti promesso in passato».

In serata l'Europa la Commissione Europea ha tuttavia chiarito avvertito che non può iniziare a occuparsi della distribuzione dei migranti della Open Arms fra i paesi che si sono offerti di accoglierli fino a quando non verrà indicato il porto di sbarco. «È chiaro che non possiamo distribuire i migranti se non c'è uno sbarco», ha la portavoce della Commissione per le questioni dei migranti, Tove Ernst. «Possiamo procedere con il coordinamento formale sul terreno e l'appoggio agli Stati membri per la distribuzione solo quando i migranti saranno effettivamente sbarcati», ha spiegato la portavoce, sottolineando che l'Ue non ha competenza per indicare il porto di sbarco e che sta «lavorando con gli Stati membri per trovare una soluzione». «Questo - ha aggiunto - può contribuire a far sì che uno stato membro accetti lo sbarco». Sono sei i paesi europei che si sono detti disponibili ad accogliere i migranti soccorsi in mare dalla Open Arms: Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna. 



I migranti
Nel fratempo altre quattro persone sono state fatte sbarcare la scorsa notte per ragioni mediche. Lo fa sapere con un tweet la stessa Ong, che parla di 3 persone e di un accompagnatore fatti scendere a terra «per complicazioni mediche che richiedono cure specializzate». «Tutte le persone a bordo devono essere fatte sbarcare urgentemente. L'umanità lo impone», ribadisce Open Arms«Giorno 15. Viviamo a bordo un'agonia insopportabile. 6 evacuazioni di emergenza in 2 settimane di calvario. Terra in vista e nessuna soluzione. I diritti delle 134 persone vengono calpestati ogni minuto di più. Se la politica europea non sa trovare soluzioni, chi deve farlo?». Così, sui social, la nave Open Arms.

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Il medico
«Dei 13 naufraghi fatti sbarcare dalla 
Open Arms solo uno aveva una otite, gli altri non avevano alcuna patologia come abbiamo accertato in banchina. Infatti, sono stati tutti condotti nell'hotspot», dice il responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio che in serata ha poi aggiunto: «Mi hanno segnalato venti casi di scabbia con croste purulente. Mi domanda perché non li facciano scendere...».
 





Nel frattempo, ieri, era stato autorizzato lo sbarco per 5 dei migranti che da 14 giorni si trovano a bordo della nave. Lasciano la Open Arms per motivi psicologici e perché bisognosi di soccorsi sanitari. Ad accompagnarli 4 familiari, quindi complessivamente sono nove persone. La Open Arms resta, intanto, a circa 150 metri dalla costa di Lampedusa.

Dopo la lite tra Salvini e la ministra della Difesa Trenta, è il premier Conte a parlare. In una lettera aperta al ministro dell'Interno definisce l'atteggiamento di Salvini «un chiaro esempio di sleale collaborazione, l'ennesima a dire il vero, che non posso accettare». E poi annuncia che «Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo mi hanno appena comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano».

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«Dopo la minaccia di un nuovo decreto, siamo finalmente al riparo», scrive in un tweet la Ong sottolineando di essere arrivata in acque italiane «con autorizzazione da parte delle autorità».Sul caso si consuma lo scontro tra il ministro della Difesa Trenta che si è rifiutata di firmare il nuovo divieto di ingresso voluto da Salvini dopo che il primo è stato sospeso dal Tar del Lazio e Salvini stesso. «Non abbiamo il permesso per entrare in porto», precisa tuttavia la Ong

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La nave Open Arms con 147 migranti a bordo è arrivata all'alba di stamane nelle immediate vicinanze di Lampedusa. Diverse motovedette della guardia di finanza e della capitaneria di porto stanno monitorando i movimenti dell'imbarcazione della Ong catalana che si è diretta verso l'isola delle Pelagie, scortata da due navi militari, dopo che il Tar del Lazio ha accolto un suo ricorso, sospendendo il divieto di ingresso nelle acque italiane disposto da Salvini. Provvedimento rinnovato ieri dal ministro dell'Interno che ha presentato ricorso contro la decisione del Tar ribadendo il suo 'no' alla sbarco dei migranti. 

«Non si può ritenere che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto nonché le ragioni di necessità e urgenza posti alla base della misura cautelare disposta dall'autorità giudiziaria, che anzi si sono verosimilmente aggravati», spiega Trenta.
La mancata adesione alla decisione del giudice amministrativo «potrebbe finanche configurare la violazione di norme penali - avverte - fermo restando, in ogni caso, che in adesione al dictum iuris sarebbe stato eventualmente necessario inserire nel dispositivo del provvedimento un'esplicita disponibilità all'assistenza delle persone maggiormente bisognevoli». «Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza - sottolinea ancora il ministro - Non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l'umanità . Per questo non ho firmato».

 

Dello stesso avviso Toninelli: «Quel decreto è stato bocciato dal Tar ed emetterne un altro identico esporrebbe la parte seria del Governo, che non è quella che ha tradito il contratto, al ridicolo. Salvini che cerca solo il consenso facile, noi agiamo con senso di Stato concretezza». «Questo non significa che dobbiamo accogliere tutti i migranti della Open Arms. La mia, la nostra, linea non cambia: mettiamo in sicurezza la nave come ci chiedono i giudici; poi l'Europa, e in primis la Spagna la cui bandiera sventola sulla Open Arms, inizino ad assumersi le proprie responsabilità facendosi carico di accogliere 116 migranti che sono a bordo della nave -prosegue il ministro nel post su Facebook- Noi come Italia interveniamo per tutelare la salute dei 31 minori a bordo, che sono in situazione di pericolo, come chiesto dal Presidente del Consiglio e come prevede la legge, che giustamente impone sempre la tutela dei minori e la loro protezione».

Secondo il Viminale «la scelta di Trenta non sorprende, visto che la titolare della Difesa ha ordinato alle navi della Marina Militare di scortare verso il nostro Paese l'imbarcazione spagnola». «Sul divieto di sbarco alla Open Arms siamo soli contro tutti. Contro Ong, tribunali, Europa e ministri impauriti. E col PD al governo, immigrazione di massa e Ius Soli tornerebbero realtà», scrive Salvini in un post su Facebook. «Umanità non significa aiutare trafficanti e ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani», dice il ministro dell'Interno. «È grazie a questo presunto concetto di 'umanità' che negli anni dei governi Pd l'Italia è diventata il campo profughi d'Europa».

«Gli Italiani hanno bisogno di un governo forte - scrive poi in tweet -, non è ammessa timidezza quando sono in gioco la sicurezza e i confini della Patria. Che è dovere di ogni cittadino, e a maggior ragione di ogni ministro, difendere».

La Meloni
«Dopo il duro lavoro che lo ha visto impegnato nella propaganda filo-migrazionista a bordo della Open Arms, ecco Richard Gere godersi il meritato riposo in un elegante motoscafo. Ma davvero questi pseudo filantropi vogliono impartire lezioni di solidarietà all'Italia?». Lo ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

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