Operai baby, è allarme: 50mila feriti fantasma

Operai baby, è allarme: 50mila feriti fantasma
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 13 Giugno 2018, 10:50
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È un altro mondo di bambini e adolescenti. Sfruttati, per poche decine di euro. Parlano il dialetto di più regioni italiane, ma anche africano o romeno. Sono i minorenni al lavoro che, per legge, se sotto i 16 anni, dovrebbero stare a scuola. Secondo i dati dell'Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi (Anmil), sono un esercito di 260mila ragazzi e ragazze di età compresa tra i 7 e i 15 anni. Rispetto al totale di loro coetanei in Italia, sono il 7 per cento.

Rischiano di più, perché meno esperti. Eppure, gli infortuni sul lavoro dei minorenni sfuggono a statistiche esatte. Spiega Franco Bettoni, presidente dell'Anmil: «Purtroppo dati completi sugli infortuni che capitano a questa particolare categoria di lavoratori non sono disponibili. La ragione è che in molti casi si tratta di ragazzini al di sotto dei 16 anni, età in cui c'è l'obbligo scolastico».
 
Secondo i dati dell'Inail, gli infortuni sul lavoro di minori quest'anno sarebbero seimila. C'è però chi fornisce cifre più drammatiche. È la società Sogeea spa, che si occupa di sicurezza sui luoghi di lavoro, che parla di 50mila infortuni sul lavoro di ragazzi sotto i 15 anni. Dice Sandro Simoncini, presidente della Sogeea: «Anche in Italia, come in molti Paesi esteri, abbiamo numeri assai severi su questo fronte. In molti casi, i ragazzini rimangono mutilati a vita».

Sono soprattutto camerieri, baristi, aiuti cuoco, ma anche commessi di negozi, o operai in piccole aziende artigiane. Tanti meccanici in erba, o apprendisti in fabbrichette di abbigliamento. Al nord-est, come in Toscana o al sud. Franco di anni ne ha 16 e «impara un mestiere» da meccanico gommista in provincia di Napoli. Racconta: «Prendo 200 euro a settimana. Comincio alle otto e finisco la sera. Ma imparo e per ora va bene, non voglio andare a rubare».

I piccoli extracomunitari vanno con i più grandi a lavorare nei campi. In questo periodo, i caporali propongono giornate di raccolta pomodori. Nelle campagne vesuviane, come nella provincia di Foggia. Dieci ore per una ventina di euro al giorno. Secondo le statistiche i minori stranieri infortunati sul lavoro sarebbero almeno 500. Al nord fanno anche gli operai a giornata. Dice Carmelo Barbagallo, leader della Uil: «Stiamo assistendo al nuovo caporalato con lavoratori minorenni, indegno in un paese civile».

Le percentuali ufficiali sugli infortuni di minorenni sul lavoro parlano di prevalenza di incidenti al nord. La Lombardia ha il 18,3 per cento del totale nazionale. E poi Veneto, Piemonte, Emilia Romagna. Sono apprendisti, seguiti poco dagli operai più grandi. Dice Giacomo Guerrera, presidente dell'Unicef Italia: «È un fenomeno che riguarda tutto il mondo. Dove ci sono bambini poveri, soli, vulnerabili, aumentano i senza diritti. In Africa, come in America Latina, la situazione è drammatica».

Fenomeno mondiale e tragico, che in Italia è in aumento. Tanto che il Parlamento ha istituito da più legislature una commissione sugli infortuni sul lavoro, attenta anche alla realtà minorile. Proprio la commissione ha spiegato come «non risulta dalle banche dati Inail infortuni e minori di età inferiore a quella minima legale, non essendo ipotizzabile da parte del datore di lavoro una denuncia d'infortunio che, automaticamente, lo renderebbe responsabile di un reato penale».

Infortuni che sfuggono alle statistiche. Pochi anni fa, nelle province di Avellino, Benevento, Caserta, Potenza, Enna e Caltanissetta non risultavano denunce di infortuni sul lavoro di minori. A Brescia e Bergamo, c'era il record di denunce, ma Bolzano era al primo posto, con 504 infortuni. Nel 2005, vennero registrati 17716 infortuni, di cui 23 mortali. E scrisse la commissione parlamentare: «I rischi maggiori e gli infortuni mortali riguardano soprattutto le piccole aziende che, anche per intuibili carenze organizzative e per ridotti controlli, gestiscono con approssimazione le norme di sicurezza».

Una realtà cui ogni anno è dedicata una giornata mondiale contro lo sfruttamento minorile. Commenta Maria Elisabetta Casellati, presidente del Senato: «Mi auguro che ogni parte politica, in ogni Stato, metta in campo iniziative concrete per contrastare la vergogna di questa moderna schiavitù».
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