Quattro operai morti nella fonderia a Milano, i consulenti della Procura: «Gravi carenze nel sistema di sicurezza»

Quattro operai morti nella fonderia a Milano, i consulenti della Procura: «Gravi carenze nel sistema di sicurezza»
Martedì 22 Maggio 2018, 16:18 - Ultimo agg. 24 Maggio, 15:06
2 Minuti di Lettura

Confermati, almeno secondo gli esperti della Procura, i primi sospetti alla Lamina di Milano : difetti tecnici e organizzativi che hanno portato ad una cattiva gestione del rischio e gravi lacune nelle procedure di sicurezza e nei sistemi di controllo. È quanto è emerso dalla super consulenza depositata oggi e disposta dalla Procura di Milano nell'inchiesta sull'incidente avvenuto lo scorso 16 gennaio nella fabbrica Lamina di Milano, dove una fuoriuscita di gas argon ha portato alla morte di quattro operai.
Gli accertamenti, in sostanza, hanno evidenziato che non c'erano sistemi di sicurezza adeguati.

Da quanto si è saputo, dalla consulenza, firmata dal perito Battista Magna e disposta dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Maria Letizia Mocciaro e Gaetano Ruta, sarebbero emerse gravi lacune nei sistemi e nelle procedure di sicurezza della fabbrica, anche se non è ancora del tutto chiara la concatenazione degli eventi che ha portato all'incidente. L'inchiesta aveva già accertato che l'allarme, a differenza di quanto si era supposto all'inizio dell'indagine, quel giorno suonò al mattino e venne probabilmente disattivato. Particolari confermati anche dalla consulenza.

Una mano avrebbe aperto la valvola del gas dando vita alla fuoriuscita di argon, ma non si è potuto accertare al momento chi l'abbia fatto e perché. Per ora, è stato ricostruito che l'allarme, che doveva segnalare la presenza dell'argon nella vasca del forno per la lavorazione dei metalli, suonò verso le 9.15 e venne poi spento, probabilmente da Arrigo Barbieri, una delle vittime e responsabile della produzione. Il primo a scendere nella vasca, nel primo pomeriggio, fu Marco Santamaria (elettricista di una ditta esterna che venne chiamato per un intervento), il quale arrivò fino al fondo della vasca prima di sentirsi male e morire. Poi scesero gli altri tre operai, anche per aiutarsi a vicenda, e morirono tutti.

Nella relazione viene chiarito, da quanto si è saputo, che almeno alcune delle quattro morti si sarebbero potuto evitare con sistemi di sicurezza adeguati e meccanismi di protezione. Il responsabile legale dell'azienda, Roberto Sanmarchi, difeso dal legale Roberto Nicolosi Petringa, è indagato nell'inchiesta per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose (altri due operai rimasero intossicati, ma si salvarono).



LEGGI ANCHE: Milano, tragedia alla fonderia: morto anche il quarto operaio

LEGGI ANCHE: Milano, tre operai morti: sopralluogo dei pm in azienda: «L'allarme non ha funzionato»

© RIPRODUZIONE RISERVATA