Padova, No vax escluso dalla lista di trapianti di polmone. I medici: «Idee paranoiche sul Covid»

Padova, No vax escluso dalla lista di trapianti di polmone. I medici: «Idee paranoiche sul Covid»
Padova, No vax escluso dalla lista di trapianti di polmone. I medici: «Idee paranoiche sul Covid»
Giovedì 28 Luglio 2022, 18:47 - Ultimo agg. 18 Marzo, 06:36
3 Minuti di Lettura

No vax escluso dalla lista dei trapianti di polmone perché ritenuto «non idoneo» dall'equipe medica, in virtù delle sue «idee paranoiche» sul Covid. Gianni Tollardo, un bellunese di 55 anni affetto da una grave malattia ai polmoni, non riceverà il trapianto perché i medici dell'ospedale di Padova, alla luce «delle sue convinzioni cospirazioniste sul vaccino» hanno temuto «che il paziente potesse non aderire alle terapie necessarie a rendere efficace il trapianto». L'uomo non avrebbe mai accettato il vaccino, perché definito «sperimentale».

Tivoli, morto di stenti con la pensione in tasca: ritrovato dopo due settimane in stato di decomposizione

 

La spiegazione dei medici

Il direttore della Chirurgia Toracica dell'azienda ospedale patavina, prof.

Federico Rea, ha precisato che «non c'è alcuna motivazione ideologica dietro alla scelta di non inserire il paziente nella lista», bensì «una scrupolosa analisi da parte di numerosi professionisti medico-clinici e psichiatrici, al fine di valutare con estremo rigore ed etica deontologica l'appropriatezza del trapianto nel caso specifico». 

 

Tollardo: «Non sono un no vax»

Alcune settimane fa Gianni Tollardo aveva parlato a "Byoblu, la tv dei cittadini" per raccontare la sua storia: «Non sono un no vax — racconta Tollardo, costretto alla terapia con ossigeno 24 ore su 24 — mi sono sempre immunizzato, anche contro l’influenza e lo pneumococco. Sono un donatore di sangue e, paradossalmente, pure di organi, quando sarà il momento. Ma l’anti-Covid è sperimentale e non so quali effetti collaterali potrebbe scatenare, magari aggravando le mie condizioni. Mi sono ammalato respirando per anni le polveri dei cantieri nei quali lavoravo, a Cassino, Milano, nel Veneto, nell’ambito dei lavori per costruire gallerie e passanti ferroviari. Ero un operatore macchine movimento terra».

«A fine aprile - continua l'uomo -, quando le mie condizioni hanno evidenziato la necessità del trapianto (sono danneggiati entrambi i polmoni, ndr), sono stato convocato dalla dottoressa Elisabetta Balestro, alla quale ero stato affidato. E lei mi ha detto che se non mi fossi vaccinato contro il Covid non mi avrebbero operato. A quel punto ho detto basta a tutte le terapie, sto a casa e non faccio più niente, non vado da nessun’altra parte, sono stanco, prima la finisco e meglio è. La mia vita è importante, ma non alle loro condizioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA