«Ridateci le panchine». La rabbia dei pensionati sfrattati dalla movida all'Isola d'Elba

«Ridateci le panchine». La rabbia dei pensionati sfrattati dalla movida
«Ridateci le panchine». La rabbia dei pensionati sfrattati dalla movida
di Claudia Guasco
Domenica 18 Luglio 2021, 07:24 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 00:36
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Chi viene da fuori (Piombino, terra ferma) proprio non capisce. «Maremma, tutto sto cancan per quattro panchine». In effetti la questione a Rio Marina, costa est dell'Isola d'Elba, è un po' sfuggita di mano. Proteste, flash-mob, vertici tra sindaco e autorità portuali, presa di posizione del Pd locale, mobilitazione del gruppo consiliare Terra Nostra. Va avanti così da più di un mese, da quando un gruppo di agguerriti anziani è stato sfrattato dal luogo di ritrovo. Motivo: lì, la sera, si riuniscono i ragazzi. Più rumorosi dei vecchietti. E così le panchine sono diventate anche il simbolo di uno scontro generazionale.
CONFLITTI
Le chiacchiere pomeridiane dei nonni contro gli schiamazzi notturni del ragazzi. Tutti sconfitti, per il momento, dato che le panche sono state spostate altrove.

Via le panchine, proteste degli anziani

 

Ma il gruppo anziani non ha preso bene l'intervento dell'ufficio marittimo della capitaneria e si è dato da fare: organizza presidi pacifici con rivendicazioni pitturate sul lenzuolo bianco (Ridateci le panchine), fa pressione sulle organizzazioni locali, minaccia gesti estremi. «Siamo pronti allo sciopero della fame», annuncia il capo del movimento, l'ottantenne Luciano Regini.

A fermarli non è bastata neppure la rassicurazione del sindaco di Rio Marco Corsini, che ha promesso nuove sedute ombreggiate sul moletto distante solo pochi metri. «Noi rivogliamo le nostre panchine. Sono qui da quarant'anni, ce le avere tolte e le dovete rimettere», insiste Regini. «Ci hanno detto prima che era per una questione di sicurezza, è zona militare, poi perché devono rifare il porto. Tutte scuse, non ci vogliono lì».

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I vecchietti però non demordono e dopo la rimozione dei contestati arredi urbani si sono presentati all'ombra della capitaneria con le sedie pieghevoli portate da casa. Non sono disposti a trattare, la loro manifestazione gandhiana è pacifica ma risoluta. «Se hanno intenzione farci andar via devono spostarci con tutte le sedie. Noi non diamo fastidio a nessuno e quello che ci stanno facendo non è giusto». I loro (più o meno) coetanei sono solidali, partecipano alle manifestazioni compatti e con i documenti alla mano, «sai mai che ci mandino i carabinieri come l'altra volta». I giovani invece cominciano a essere un po' stufi: «Ma basta, qui non si parla d'altro. Pare d'essere in una telenovela», sbuffa il cameriere di un bar di Rio Marina. «I problemi sono altri. I parcheggi per esempio, davanti al porto le macchine vengono lasciate ovunque», si commenta su un blog locale. Gli unici a non intervenire nel dibattito sono i ragazzini, responsabili secondo l'autorità portuale di eccessi notturni. Quarant'anni fa, quando hanno installato le panchine, non erano ancora nati e per loro un posto vale l'altro, così si sono spostati altrove. Per gli anziani invece è un luogo del cuore e tra l'altro, sulle loro gambe, non possono andare tanto lontano.

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BIVACCO
A cercare di mediare nella spinosa questione è il sindaco Corsini. Che da una parte sostiene gli anziani, dall'altra difende la capitaneria di porto «il cui servizio di controllo e vigilanza dei nostri porti, degli approdi e delle spiagge è molto efficiente». Ma qui non si tratta di mare, bensì di panche ben ancorate alla terra ferma. «La decisione pare definitiva, a causa della richiesta della locale capitaneria che non le vorrebbe più per motivi di sicurezza e mi si dice di decoro. Devo ammettere che l'una e l'altra motivazione, al sindaco non note né mai comunicate, fanno alquanto sorridere», ammette Corsini. «Le panchine sono collocate lì da tempo immemorabile, senza che nessuna sicurezza sia mai stata messa in pericolo o in discussione, e faccio fatica a pensare che poche persone anziane lì sedute costituiscano un pericolo per la sicurezza di un'area che non è militare (altrimenti sarebbe interdetta), ma è più semplicemente portuale. Quanto al decoro, che sarebbe compromesso dal saltuario bivacco fatto sulle panchine, fa altrettanto sorridere che un ente che ha poteri sanzionatori e repressivi, e anche coercitivi, chieda di porre rimedio in questo modo. Il bivacco si combatte punendo il bivacco e visto che la capitaneria lo può fare, lo faccia, non eliminando le panchine». Che, in quanto fisse, sono l'esatto contrario della movida.
 

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