Paolo Calissano, prelievi sospetti dal suo conto prima della morte: «Spariti 70mila euro». Aperta un’inchiesta

La Guardia di finanza di Genova indaga da alcune settimane sulla gestione del patrimonio di Paolo Calissano, l’attore genovese che fu trovato morto nel 2021

Paolo Calissano, prelievi sospetti dal suo conto prima della morte: «Spariti 70mila euro». Aperta un inchiesta
Paolo Calissano, prelievi sospetti dal suo conto prima della morte: «Spariti 70mila euro». Aperta un’inchiesta
Martedì 10 Gennaio 2023, 12:55 - Ultimo agg. 11 Gennaio, 10:38
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Quello che doveva essere il suo tutore e amministratore non avrebbe in realtà, secondo la procura di Genova, fatto i suoi interessi. E anzi negli anni avrebbe fatto sparire dai conti di Paolo Calissano, l'attore genovese stroncato a Roma il 29 dicembre 2021 da un mix di farmaci antidepressivi, almeno un milione. L'amministratore Matteo Minna, avvocato genovese, è indagato per peculato e circonvenzione di incapace dalla procura di Genova. L'inchiesta del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, coordinata dal sostituto procuratore Francesco Cardona Albini e dall'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, era partita dopo un esposto dei familiari di Calissano che si erano accorti degli ammanchi e avevano presentato una denuncia per peculato. Poi a dicembre, quando la procura di Roma ha archiviato le indagini sulla morte, ha integrato la querela ipotizzando anche la circonvenzione d'incapace.

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Paolo Calissano, il caso

Calissano, divenuto famoso negli anni 90 perché protagonista di alcune serie tv e di film di successo, vide una brusca frenata della carriera nel settembre 2005 quando nella sua casa genovese morì per overdose da cocaina la ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra.

L'inchiesta segnò una svolta per l'attore che patteggiò quattro anni e entrò in comunità. Nel 2006 il tribunale nominò Minna amministratore di sostegno dell'attore. E, successivamente, arrivò la depressione. Una malattia che non lo ha più lasciato come ricordato dal fratello in una intervista a fine dicembre, dopo la chiusura delle indagini dei magistrati romani. «Vorrei liberare la memoria di Paolo dallo stigma della tossicodipendenza. Il pm che ha indagato per undici mesi sulla sua morte aveva disposto un esame tossicologico molto approfondito. La conclusione è stata che mio fratello non è morto a causa di stupefacenti, ma per un'intossicazione da farmaci antidepressivi», ha raccontato il fratello Roberto.

 

Il ruolo dell'amministratore di sostegno

Le indagini delle fiamme gialle si concentrano su un ammanco di circa un milione dai conti di Calissano. Soldi che l'attore avrebbe guadagnato attraverso la partecipazione a diverse società. Una di queste è stata la Autopark V maggio srl, poi liquidata. «Ô una fase delicata delle indagini - spiega l'avvocato Santina Ierardi che assiste i familiari dell'attore - e non commentiamo nulla». Tra le operazioni al vaglio degli inquirenti ci sono una decina di bonifici partiti nel corso del 2019 da un conto intestato a Paolo Calissano e destinati a Minna, per spese e finanziamenti della Autopark. Ma a fronte di questi bonifici nella contabilità della società risulterebbero stanziamenti molto inferiori provenienti da Calissano.

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