Omicidio di Paolo Stasi a Brindisi: tre arresti nel blitz all'alba. Indagata per spaccio la madre. Il ragazzo fu «ucciso da un minorenne»

Il ragazzo è stato ucciso a colpi di pistola sotto casa, aveva 19 anni

Omicidio di Paolo Stasi a Brindisi: tre arresti nel blitz all'alba. Indagata per spaccio la madre
Omicidio di Paolo Stasi a Brindisi: tre arresti nel blitz all'alba. Indagata per spaccio la madre
di Erasmo Marinazzo
Lunedì 22 Maggio 2023, 09:57 - Ultimo agg. 16:56
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Due arresti con l'accusa di concorso in omicidio volontario, un arresto per spaccio di droga e due misure di obbligo di dimora: blitz questa mattina a Francavilla Fontana dei carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia nell'inchiesta sull'esecuzione di Paolo Stasi, il ragazzo di 19 anni ammazzato con un due colpi di pistola attorno alle 18 del 9 novembre dell'anno scorso davanti alla sua casa di via Occhibianchi. Fra gli indagati - in totale sono 8 - anche la madre che deve difendersi dall'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini

Le misure sono state emesse dai giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi e per i minorenni di Lecce, nell'inchiesta condotta a quattro mani dai pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Paola Guglielmi con il procuratore Simona Filoni.

Un omicidio maturato in un contesto criminale dedito allo spaccio di stupefacenti. Perché intanto nel fascicolo si è aggiunta l’ipotesi di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti a quella di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai motivi futili, nonché di detenzione e porto in luogo pubblico di un’arma da sparo ed esplosioni in luogo pubblico.

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Le ipotesi

Il silenzio calato negli ultimi mesi su questo delitto è servito a circoscrivere e delineare gli indizi raccolti e le ricostruzioni ipotizzate dagli inquirenti nelle prime settimane, condensate poi dall’unica discovery dell’inchiesta avvenuta con il ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Brindisi dall’avvocato Leonardo Andriulo per chiedere il dissequestro (istanza poi rigettata) sia degli 8.960 euro che di una pistola a gas trovati in casa di un ragazzo di 18 anni indagato per omicidio insieme ad un 19enne. Denaro diviso in mazzette da 1.000 euro e ritrovato perché nei messaggi ritrovati fra le chat intercorse fra Paolo Stasi e la madre Annunziata D’Errico si parlava della droga - marijuana- che ogni giorno quel ragazzo avrebbe ceduto loro a cadenza quasi giornaliera. Circostanza poi confermata dalla donna quando il 24 novembre fu ascoltata in caserma come persona informata sui fatti - e dunque non nelle vesti di indagata, allora, come parte offesa è assistita dall’avvocato Domenico Attanasi - aggiungendo anche un particolare che è stato approfondito nella parte delle indagini dedicate all’individuazione del movente dell’omicidio: nella loro casa madre e figlio avrebbero custodita della droga ceduta poi a terzi dal loro fornitore.

Lo “sgarro”

Quegli 8.960 euro sarebbero i guadagni accumulati con la vendita delle dosi di droga secondo l’ipotesi degli inquirenti avallata dal Tribunale del Riesame. Non è stata ritenuta fondata, invece, la ricostruzione della difesa che quel denaro fosse stato messo da parte dall’indagato lavorando per conto dello zio e con i regali in denaro ricevuti per il 18esimo compleanno: «Si tratta di profitto o di provento di reato di cessione continuata da parte di...di sostanza stupefacente, a soggetti terzi», precisa l’ordinanza dei giudici Federico Sergi (presidente), Adriano Zullo (relatore) e Leonardo Convertini (a latere). «Ad Annunziata D’Errico ed a Paolo Stasi. Le cessioni appena indicate si erano protratte per oltre un anno ed avevano avuto luogo con cadenza pressoché quotidiana, come emerso dal contenuto del verbale di sommarie informazioni rese al pubblico ministero da Annunziata D’Errico. Si trattava di profitto io di provento del reato di cessione continuata da parte di....di sostanza stupefacente a soggetti diversi fa D’Errico e Stasi, tenuto conto che in casa di quest’ultimo era stato custodito e confezionato, per la successiva cessione a terzi, lo stupefacente su indicazione di....». Uno “sgarro”, la ragione che avrebbe determinato la fine della vita di Paolo Stasi. Uno “sgarro” a coloro che oggi sono indagati anche per spaccio e che a Francavilla avrebbero costituito una piccola ma remunerativa rete.

IL MINORENNE

Sarebbe stato un giovane all'epoca dei fatti 17enne l'esecutore materiale dell'omicidio. Sarebbe stato lui a far scendere di casa con una scusa Stasi e a sparargli a freddo dinanzi al portone, mentre un altro giovane di Francavilla Fontana, un 21enne, guidava l'auto su cui sono poi sono fuggiti. Entrambi sono stati arrestati e trasferiti in carcere. Il movente dell'uccisione di Stasi è riconducibile - secondo gli inquirenti - ad un debito di circa 5mila euro maturato a causa dell'attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

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