Parvulan (farmaco illegale per il fuoco di Sant'Antonio) usato contro il Covid, boom di richieste in Italia. L'Aifa: «È pericoloso»

Farmaco illegale usato contro il Covid, boom di richieste in Italia. L'Aifa: «È pericoloso»
Farmaco illegale usato contro il Covid, boom di richieste in Italia. L'Aifa: «È pericoloso»
Venerdì 10 Settembre 2021, 14:52 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 12:48
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In Italia c'è stata un aumento esponenziale delle richieste di Parvulan, un farmaco indicato per il trattamento dell'Herpes Zoster (o "fuoco di Sant'Antonio") per combattere il Covid. Un medicinale che però non è disponibile in Italia perché illegale e non autorizzato, ma disponibile e commercializzato in Brasile. Così tantissimi italiani hanno trovato il modo per chiederne l'importazione: movimenti che hanno insospettito gli addetti e che poi hanno trovato spiegazione. Viene usato al posto dei vaccini per combattere il virus. Da qui l'allerta dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa, che ha approfondito il caso, decretandone la pericolosità, in un parere della Commissione tecnico scientifica dell'Agenzia: «L'utilizzo del medicinale nella profilassi» del Sars-CoV-2 «non è sostenuto dalle benché minime evidenze di efficacia e sicurezza» e «rappresenta un potenziale pericolo per la salute delle persone».

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La nota dell'Aifa

Gli approfondimenti da parte dell'Aifa nascono dopo che gli Uffici di sanità marittima, aerea e frontaliera (Usmaf) del ministero della Salute (compitenti anche nella vigilanza e verifica su alcune tipologie di importazione di medicinali dall'estero), hanno segnalato delle richieste sospette di importazione riguardanti il Parvulan. Questo farmaco - spiega l'Aifa - contenente Corynebacterium parvum è registrato e commercializzato in Brasile come «stimolante dell'immunità innata, coadiuvante nel trattamento di infezioni dermatologiche di origine virale, batterica, fungina e protozoaria, coadiuvante in infezioni sistemiche e locali.

Ha un effetto regressivo sulle neoplasie solide. Aiuto nel trattamento dell'erisipela causata da Streptococcus pyogenes. Coadiuvante nel trattamento dell'acne».

Gli approfondimenti dell'Aifa sono stati mirati ad «accertare il quadro di riferimento e l'ammissibilità dell'importazione, in ragione sia dei considerevoli quantitativi oggetto della richiesta, che dell'indicazione terapeutica riportata a supporto dell'importazione, vale a dire il trattamento di pazienti affetti da Herpes Zoster, patologia per la quale, attualmente, risultano essere autorizzati e commercializzati in Italia diversi medicinali (e molecole). Sulla base delle comunicazioni e delle richieste pervenute da parte dei pazienti, ivi incluse quelle riguardanti le tipologie di vaccino considerate valide ai fini del rilascio del Green pass vaccinale - riferisce ancora l'Agenzia del farmaco - è stato possibile rilevare un utilizzo del medicinale diverso da quello dichiarato nella richiesta di importazione: il Parvulan risulterebbe essere proposto fuori indicazioni.

 Alla luce di queste conclusioni, l'Aifa rispetto all’utilizzo del Parvulan, «ritiene fondamentale richiamare l’attenzione dei cittadini tutti sui rischi legati all’assunzione di medicinali non autorizzati per la prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2 (Covid-19)».

I dati: 91mila segnalazioni su 76,5 milioni di dosi

Dall'Aifa arrivano anche i numeri sulle segnalazioni di sospette reazioni avverse sui vaccini: nel periodo 27 dicembre 2020-26 agosto 2021 sono pervenute 91.360 segnalazioni di sospetta reazione avversa su un totale di 76.509.846 dosi di vaccino anti-Covid somministrate (tasso di segnalazione di 119 ogni 100.000 dosi), di cui l'86,1% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza per i 4 vaccini in uso nella campagna vaccinale.

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Le segnalazioni gravi, afferma l'Aifa, corrispondono al 13,8% del totale, con un tasso di 13 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate. Indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi (80% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente oltre le 48 ore successive. Comirnaty è il vaccino attualmente più utilizzato nella campagna vaccinale italiana (71%), seguito da Vaxzevria (16%), Spikevax (11%) e COVID-19 Vaccino Janssen (2%). 

 
 

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