Patenti e immatricolazioni, la motorizzazione piomba nel caos

Patenti e immatricolazioni, la motorizzazione piomba nel caos
di Marco Esposito
Sabato 18 Luglio 2020, 07:46 - Ultimo agg. 16:31
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«Sono tempi biblici. Per provare ad accelerare io, da Milano, sto girando le mie pratiche a Palermo. Ma ormai si stanno bloccando tutte le motorizzazioni». A parlare è Flavia Placido, titolare dell'Agenzia Belotti in viale Brenta. È l'ultimo inghippo del dopo-Covid: acquisti di auto o di camper nonostante la crisi, inseguendo il desiderio di una vacanza sicura, e poi l'impossibilità di partire per i ritardi della Motorizzazione, con una pratica di norma smaltibile in una settimana che si allunga fino a un mese di tempo e che, sommata alle verifiche fiscali, porta l'attesa per le targhe a un mese e mezzo. E peggio ancora va per chi aveva in programma l'esame per la patente di guida. Dopo due mesi e mezzo di blocco legato alla pandemia, alla ripartenza molte motorizzazioni si sono trovate impreparate, soprattutto al Nord e nella capitale. Al ministero dei Trasporti sfogliano un report che ribalta i soliti pregiudizi del Mezzogiorno inefficiente: al primo posto d'Italia per gli esami di guida effettuati nel periodo 3 giugno-7 luglio c'è infatti la Motorizzazione della provincia di Napoli, con 6.026 patenti rilasciate. Più del doppio di Milano, seconda con 2.861. Terza Torino, la capitale dell'auto, con 1.910. La buona performance del Mezzogiorno è confermata da Bari, che con 1.795 esami supera Roma a quota 1.734.

Cosa sta accadendo nelle Motorizzazioni civili? In teoria va tutto per il meglio perché il flusso di lavoro è ridotto per la crisi economica e perché è finalmente partita la rivoluzione telematica del Duc, Documento unico di circolazione. Ma la vita reale è ben diversa e persino l'agenzia che cura le pratiche per la Fca e per le flotte aziendali è rimasta incagliata nelle procedure per l'immatricolazione. Il Duc, previsto nel 2015 dalla riforma Madia della Pubblica amministrazione, ha visto più volte ritardata la partenza finché la data di nascita ufficiale è stata fissata al primo giugno 2020, in pratica in coincidenza con la fine del lockdown. Ma il 3 giugno, alla riapertura dopo il ponte, il sistema è andato subito in tilt ed è stato sospeso per tentare una ripartenza il 6 giugno e poi, ancora, il 13 luglio, stavolta con esiti migliori.

Le pratiche che subiscono i maggiori ritardi sono ovviamente quelle più complesse e cioè gli acquisti di vetture nuove o usate all'estero, oppure quelle con chilometro zero. I controlli hanno una parte fiscale, per accertare che non ci sia elusione dell'Iva, e una motoristica. Quella tributaria ha un tempo standard di nove giorni lavorativi, mentre quella della Motorizzazione dipende dalla reperibilità dei documenti. In teoria tutto dovrebbe transitare online ma nei fatti gli addetti alle pratiche devono copiare e digitare i dati uno per uno. Per le agenzie automobilistiche, invece, la novità consiste nella raccolta della firma digitale, ma è chiaro che l'innovazione appare beffarda se non porta un miglioramento del servizio e le vetture restano bloccate in attesa delle targhe presso i concessionari. Non pochi dei quali già in forte difficoltà per la contrazione del giro d'affari, per stanno andando incontro a problemi di liquidità.

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«Sono convinto che con il Duc a regime i problemi in prospettiva diminuiranno - dice Matteo Busico, segretario di Unasca Milano, l'associazione delle agenzie automobilistiche - perché le pratiche potranno essere elaborate ovunque creando un sistema di vasi comunicanti tra gli uffici della Motorizzazione e soprattutto una valutazione omogenea dei fascicoli. Ma siamo in una fase di transizione e di confusione: abbiamo la netta sensazione che diversi uffici della Motorizzazione siano partiti senza essere attrezzati». Novara, per esempio, appare più efficiente di Milano.

Cosa risponde il ministero dei Trasporti? Se li si prova a contattare, la replica è di rivolgersi ai canali ufficiali dell'ufficio stampa con una mail. La quale però resta senza risposta. Non rimane che provare a raggiungere direttamente i responsabili dei vari uffici territoriali. Alcuni dei quali si negano e rimandano, come da procedura, all'ufficio stampa. Altri però accettano il colloquio, sia pure con l'impegno a mantenere l'anonimato. E se c'è chi tende a tranquillizzare («Al momento non si rilevano particolari criticità, neppure sulle immatricolazioni di veicoli esteri») c'è chi decide di raccontare le cose come stanno. «Per due mesi e mezzo non abbiamo immatricolato - spiega il direttore di un'importante sede territoriale della Motorizzazione civile - e quindi qualche ritardo ci può stare nel momento in cui riprende l'attività. Ma mi rendo conto che stiamo andando oltre e temo che la situazione possa peggiorare ancora. Purtroppo non posso concentrare il personale sulle immatricolazioni perché c'è da recuperare l'arretrato sulle patenti. A mio parere - continua - non abbiamo previsto l'impennata delle cosiddette importazioni parallele, cioè vetture acquistate direttamente all'estero, in genere in Europa, per convenienza economica e poi importate in Italia. Queste pratiche, in passato molto rare, sono cresciute notevolmente e richiedono per molti veicoli un esame del fascicolo dato per dato perché non abbiamo il codice di omologazione».

LE FRODI SULL'IVA
Dal racconto di chi è in prima linea emerge anche il tema del personale specializzato. L'età media è più vicina ai sessant'anni che ai cinquanta, con pochissimo turnover per cui in diverse province il personale si è dimezzato in una dozzina di anni. I controlli della motorizzazione civile, infine, sono diventati più stringenti da quando sono emerse delle truffe. In particolare ha fatto scalpore a metà giugno la scoperta di una frode messa in piedi a Genova e smantellata dalla Guardia di Finanza del capoluogo ligure. Le auto estere usate, importate in Italia e vendute anche al Sud ad acquirenti ignari della frode, aggiravano il versamento dell'Iva. Per gli acquisti intracomunitari veniva presentata una documentazione falsa presso gli uffici della Motorizzazione civile al momento dell'immatricolazione dell'automobile, in modo da far apparire gli stessi come effettuati dal soggetto privato e dunque già assoggettati ad Iva nel Paese di origine. È vero che i documenti erano falsificati, ma è vero anche che i controlli della Motorizzazione su quelle pratiche non dovevano essere stati particolarmente stringenti. Da cui la richiesta ai tecnici di un supplemento d'attenzione. L'operazione giudiziaria di Genova è stata battezzata «lockwheels», cioè «bloccaruote». Purtroppo però con le ruote metaforicamente bloccate questa estate rischiano di rimanere in tanti.
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