Prima faceva video a sfondo sessuale che ritraevano la figlia, minorenne, e poi li scambiava in un gruppo di un social riservato a questo genere di contenuti. Per questa ragione un imprenditore romano di 48 anni è stato arrestato per pedopornografia. Oltre a lui, in manette sono finiti anche un cameraman della Capitale e un giovane di Viterbo, che invece sono stati sorpresi mentre detenevano una grande quantità di video pornografici con protagonisti bambini.
Gli arresti sono scattati dopo alcune perquisizioni da parte della polizia postale di Roma e Lazio con il coordinamento del Cncpo, il Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online, su delega della Procura della Repubblica di Roma.
Pedopornografia online, 13 arresti e 21 denunce in tutta Italia: sequestrati più di 250 mila file
L'imprenditore era stato già arrestato nel 2018 per detenzione di un ingente quantitativo di file pedopornografici e aveva appena terminato di scontare la condanna.
I poliziotti hanno trovato un cloud dedicato e un gran quantitativo di materiale fotografico catalogato in cartelle. Tra queste, immagini e video autoprodotti con una telecamera nascosta. La polizia postale non ha avuto dubbi quando ha notato, in casa, la presenza della stessa biancheria intima della bimba che avrebbe fotografato. Sulla testa dell'uomo, ora, pende il reato di produzione di materiale pedopornografico.
Il giovane di 26 anni, residente in provincia di Viterbo, è stato invece arrestato in flagranza di reato nell'ambito di un'attività di contrasto internazionale sugli abusi sessuali. L'indagine è stata condotta dalla polizia postale di Viterbo e Roma, con la direzione della Procura della Repubblica di Capitale. La perquisizione ha portato in questo caso al sequestro di diversi dispositivi informatici contenenti numerosi file pedopornografici, con vittime anche bambini di tenera età. Per il giovane è stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere.
Manette anche al cameraman di 32 anni, residente in provincia di Roma. Le indagini condotte dalla polizia postale hanno permesso di rinvenire numerosi file di natura pedopornografica che vedevano coinvolti bambini piccoli.
Per i tre arrestati l'attività di indagine prosegue ora con l'analisi del materiale sequestrato per individuare eventuali ulteriori responsabilità, e per identificare eventuali ulteriori minori coinvolti.
Stando alle analisi della postale, soprattutto in questi due anni di pandemia è aumentato il numero dei reati connessi alla pedo-pornografia online e ai reati di adescamento di minori approcciati sul web da sconosciuti senza scrupoli.
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