Milano, pensionato muore di Covid: sepolto per errore tra i senza famiglia. «Non sappiamo più dove mettere i morti»

Pensionato muore di Covid: sepolto per errore tra i senza famiglia. «Non sappiamo più dove mettere i morti»
Pensionato muore di Covid: sepolto per errore tra i senza famiglia. «Non sappiamo più dove mettere i morti»
Martedì 19 Maggio 2020, 11:21 - Ultimo agg. 12:19
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Era deceduto di Covid il 23 marzo, lasciando due figlie, tre sorelle e numerosi nipoti: ma per errore, in uno dei periodi più difficili dell'emergenza coronavirus, un preside in pensione è stato sepolto al cimitero Maggiore di Milano nel campo 87, il campo dei «senza famiglia», dove vengono sepolti i deceduti che non hanno più parenti che ne reclamano la salma. Un errore terribile, come racconta oggi il Corriere della Sera, che spiega la situazione con una telefonata avvenuta il 27 marzo, 4 giorni dopo la morte, tra una delle figlie dell'uomo con una dottoressa del Fatebenefratelli, dove era ricoverato. 

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La fatica del medico, l'aumento dei morti negli ospedali potrebbero essere la causa del disguido, uniti al fatto che la famiglia non poteva muoversi per il lockdown. La telefonata è di quelle dai toni scioccanti. «Buongiorno - ricostruisce il quotidiano - purtroppo devo informarla che sua madre è deceduta». «Ma come? - la risposta della donna —. Mia madre è morta anni fa. È mio padre che è deceduto. Mi avete già avvertito lunedì sera». «Ah, mi dispiace tanto. Mi scusi per l'errore. È che qui non sappiamo più dove mettere i morti».

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Il 16 marzo, il Comune aveva modificato la disciplina delle sepolture. L'ordinanza firmata dal sindaco stabilisce che si debba individuare un campo al cimitero Maggiore «per l'inumazione dei defunti, per i quali i familiari dolenti non forniscano indicazioni sulle modalità dei servizi funebri da effettuare». Prima il termine era di 30 giorni, ma poiché a Milano iniziavano ad accumularsi le salme dei morti di Covid-19 l'intervallo era stato accorciato a cinque.

 


Altro equivoco è dovuto al fatto che, sempre nella telefonata del 27 marzo, ai famigliari fu detto di rivolgersi o alle pompe funebri o al Comune. La famiglia ha inteso che sarebbe stato uguale e così il professore è finito nella lista dei deceduti ai quali le famiglie sono «disinteressate». Ed è quindi stato sepolto al Campo 87 nella tarda mattinata del 4 aprile, dodici giorni dopo la morte. Potrà essere riesumato tra due anni, ancora a spese del Comune, e a quel punto collocato dove vuole la famiglia. 

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