Peste suina a Roma, altri tre casi: si allarga la zona rossa. L'ordinanza: entro un mese piano per abbattimenti

Peste suina a Roma, altri tre casi: si allarga la zona rossa. Ordinanza in arrivo
Peste suina a Roma, altri tre casi: si allarga la zona rossa. Ordinanza in arrivo
Martedì 17 Maggio 2022, 14:45 - Ultimo agg. 18 Maggio, 09:09
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Una cabina di regia che entro 30 giorni definirà le modalità per gli abbattimenti selettivi dei cinghiali a Roma. L'annuncio arriva dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa al termine della riunione con il prefetto Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l'assessore di Roma Capitale Sabrina Alfonsi e il commissario Angelo Ferrari.

Un vertice in cui sono state decise le misure per il contenimento della Peste suina, in due atti: una prima ordinanza che definisce «i confini nella zona infetta» e un nuovo atto che arriverà nei prossimi giorni e con il quale, ha spiegato Costa, «istituiremo una cabina di regia per la gestione della peste suina nel Lazio e a Roma coordinata dal prefetto. Appena sarà costituita inizierà il depopolamento» e comunque il piano arriverà entro 30 giorni. Intanto sono aumentati gli animali infetti: «I casi sono 8 - ha sottolineato il Commissario Ferrari - e sono nel Grande raccordo anulare: il primo obiettivo è mantenerli nell'area, chiudere tutti i varchi ed impedire il passaggio di animali infetti fuori e anche incontri con cinghiali esterni, per evitare che si alimenti il focolaio».

Poi, ha aggiunto, «ci sono una serie di obiettivi e chiediamo di monitorare la presenza delle carcasse per garantire che la zona infetta non si ampli». E quanto ai tempi, «bisogna avere la pazienza di comprendere come sarà l'evoluzione della malattia. Ci aspettiamo un'autoestinzione e per l'eradicazione ci vorrà un anno dall'ultima carcassa positiva». 

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Peste suina a Roma, altri tre casi

Ecco perché è stata ampliata l'area rispetto all'ordinanza precedente: «La zona rossa a Roma è quasi tutta interna al Raccordo anulare ed è di 64 chilometri quadrati. Ma avendo registrato un caso a ridosso del confine abbiamo dovuto ampliare l'area della zona infetta con un grosso spicchio a Nord, oltre il Raccordo», ha proseguito il Commissario ribadendo che l'obiettivo essenziale è quello di «contenere la malattia ed eradicarla da questo Paese.

Oggi il virus si propaga all'interno del mondo dei selvatici e vogliamo evitare il passaggio al suino domestico». Proprio per evitare il proliferare della malattia, già lo scorso 7 maggio il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti aveva istituito una zona rossa, «un'area infetta provvisoria», stabilendo quindi la sorveglianza rafforzata dei cinghiali, il campionamento e l'analisi di eventuali carcasse e il loro smaltimento in sicurezza.

Zingaretti oggi ha ribadito che quello della peste suina «è un tema affrontabile, risolvibile, ma oggettivamente complesso: richiederà livelli di coinvolgimento di attori diversi nel territorio». L'ordinanza definisce così la strategia e «indica chi fa cosa nei prossimi mesi» ha spiegato il presidente, avvertendo però che i tempi per risolvere il tutto non saranno brevi: «Si apre una fase lunga mesi, che sarà scandita da fasi diverse». Sugli abbattimenti è stato Costa a dire l'ultima parola: «Ricordiamo che in Regione Piemonte è già iniziato questo piano di abbattimento, dove già 500 capi sono stati abbattuti. Siamo all'inizio di una progressiva riduzione», ricordando che l'obiettivo centrale rimane «quello di ridurre sensibilmente la presenza dei cinghiali perché nel nostro Paese c'è una presenza cinque o sei volte superiore di quella che dovrebbe essere».

 

L'intervento di Zingaretti

Quello della peste suina «è un tema affrontabile, risolvibile, ma oggettivamente complesso: richiederà livelli di coinvolgimento di attori diversi nel territorio. L'ordinanza definisce la strategia e indica chi fa cosa nei prossimi mesi e il nostro obiettivo è quello di istituire una cabina di regia. Si apre una fase lunga mesi, che sarà scandita da fasi diverse». Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti nel corso del punto stampa in Prefettura, a Roma, in relazione all'emergenza della peste suina. «L'iniziativa di coordinamento è iniziata: la fase è complessa, ma affrontabile».

L'intervento di Costa

«La gestione di questa emergenza richiede di un percorso partecipato e molta coesione. L'ordinanza sarà molto importante, dovremmo individuare anche una cabina di regia per il coordinamento della peste suina nella Regione Lazio e nella Capitale». Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa nel corso della conferenza stampa nella prefettura di Roma in merito ai problemi dati dalla presenza dei cinghiali nell'area capitolina. «Sara ridotta la presenza degli ungulati al di fuori della zona rossa. Sono già iniziate una serie di attività fondamentali, stiamo affrontando questa emergenza per evitare che il virus della peste suina possa intralciare attività» ha concluso Costa.

I controlli sul territorio

Con il diffondersi della peste suina a Roma, un gruppo di strade dei Municipi XIII, XIV e XV, sono diventate sorvegliate speciali di Ama. Questo per favorire le misure di contenimento dei cinghiali messe in campo. A riferirlo è l'assessora all'Ambiente di Roma, Sabrina Alfonsi, rispondendo in Aula Giulio Cesare a una interrogazione del consigliere della Lega, Fabrizio Santori. «Le strade monitorate con priorità da Ama sono nel Municipio XIII: via di Valle Aurelia, Baldo degli Ubaldi, Albergotti e Maffeo Vegio; nel Municipio XIV via del Fontanile nuovo, Piancastelli, Doni, Antoniano, via Monte Arsiccio, Taverna, Vidari, Conti, Amedei Montiglio, Trionfale e via Ventura; nel Municipio XV, Galline bianche, Ghisalba, Arcisate, Valbondione, Brembio, Brembate, Clauzetto, Gemona, Magnano in Riviera, Osnago, via Galli, Sesto Miglio, Santi Cosma e Damiano, Grottarossa», ha spiegato Alfonsi. L'assessora ha inoltre ricordato che sono state effettuate le sanificazioni dei cassonetti, e che queste sono ancora in corso, e che «si è deciso di intensificare i turni di raccolta, dove possibile Ama provvederà a sostituire i cassonetti da 1.200 litri con quelli da 2.400 per evitare che i cinghiali li rovescino».

Accanto a questo «l'esecuzione del protocollo di intesa tra la Regione Lazio, Città metropolitana e Roma Capitale ha fatto tre riunioni operative con gli enti preposti per effettaure interventi secondo quanto disposto dal protocollo» ha aggiunto l'assessora capitolina che poi ha sottolineato: «Sono state esaminate le problematiche relative alle procedure di sconfinamento dei cinghiali dai parchi alle aree urbane cittadine. Sono stati effettuati interventi di confinamento mediante il ripristino delle recinzioni dei parchi e delle aree naturali dove erano ammalorate e realizzazione di nuove recinzioni nelle zone individuate come percorsi preferenziali dello spostamento degli animali, soprattutto in prossimità del parco dell'Insugherata e del Pineto. Ô stata avviata la predisposizione di materiale informativo rivolto alla cittadinanza. E' stato effettuato il potenziamento delle attività di cattura degli esemplari». «In previsione alla scadenza del protocollo alla fine dell'anno - ha precisato Alfonsi - si sta ragionando sulle modifiche da introdurre per migliorare l'operatività. I casi di positività della peste suina africana hanno mutato il quadro e hanno reso necessari provvedimenti urgenti. La peste suina non è trasmettibile agli esseri umani e non comporta rischi alla salute umana. E' comunque necessario regolamentare le attività umane nella zona rossa, per evitare un rischio di ulteriore diffusione della malattia», ha concluso.

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