Politica e giovani, alle nuove generazioni non interessa più il futuro dell'Italia?

Parla Matteo Hallissey, segretario dell'associazione Piero Capone

Politica e giovani, alle nuove generazioni non interessa più il futuro dell'Italia?
di Emanuela Di Pinto
Lunedì 26 Dicembre 2022, 09:04 - Ultimo agg. 16:35
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L'appiattimento della proposta politica degli ultimi 25 anni, la poca attenzione a temi di interesse (ambiente, scuola, diritti civili) hanno, naturalmente, confermato una considerevole diminuzione dell'affluenza giovanile alle elezioni politiche dello scorso settembre. In un paese in cui sembra che i ragazzi non abbiano mai spazio per far sentire la propria voce e per proporre idee capaci di sfondare un modello politico vecchio decenni sembra che le nuove generazioni abbiano totalmente perso l'interesse e la forza per portare avanti le proprie lotte. Nonostante rimanga altissima la partecipazione ad iniziative su tematiche sensibili («Fridays for Future», Ddl Zan), il calo di presenze «giovani» alle urne è sempre più invasivo. In realtà la domanda da fare è un'altra: i ragazzi, in Italia, vogliono fare politica?

Gli ultimi dati Istat raccolti (nel 2020), segnano un calo dell'interessamento dei giovani tra i 18 e i 34 anni del 30%. In pochi votano ma ancora di meno sono intenzionati ad intraprendere nel proprio percorso professionale una carriera politica. Per rispondere a questa difficile domanda, abbiamo parlato con Matteo Hallissey, segretario dell'associazione Piero Capone. «L'Italia, sui giovani, è un paese che da i numeri - ci ha detto ironicamente - nel 2050 avremo più pensionati che lavoratori, solo un under 25 su due ha deciso di andare a votare, il 16% del nostro Pil è investito in pensioni e ben un euro su due del nostro welfare è dato alla fascia più anziana della popolazione» ha spiegato, chiarendo come l'Italia sia un paese fondato su «vecchie generazioni». «Abbiamo delle strutture di partito e di politiche che non riescono a coinvolgere abbastanza i giovani e che portano ad aumentare una disaffezione politica generale» spiega Matteo.

Il violento ritorno nella politica italiana di temi di importanza civile, sembrava aver riportato nuovamente i giovani ad interessarsi a temi politici. I dati, però, continuano a rimanere incredibilmente bassi. «Un modo sarebbe trattare nuovamente le tematiche che sono più care alle nuove generazioni e in cui spesso i giovani e la cittadinanza sono molto più avanti rispetto alla classe politica» ci ha spiegato Hallissey, raccontando anche come iniziative locali e una nuova formazione giovanile possa aiutare i ragazzi ad avvicinarsi nuovamente alle strutture di partito. «Aiuterebbero i giovani, che spesso vogliono interessarsi al mondo politico ma non sanno da dove partire. Coinvolgerli in prima persona ma non ingabbiandoli nelle strutture giovanili di partito che, come sono oggi, somigliano più ad un parcheggio per farli aspettare».

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Lo “sbarco” dei politici sui social in occasione delle elezioni di settembre ha sicuramente favorito un accorciamento delle distanze tra la classe dirigente e le nuove generazioni. Questo però ha portato politici della vecchia scuola a “violare” degli spazi sicuri molto spesso usati dai ragazzi per confrontarsi su temi più complessi. «I politici non hanno capito che investire sui social è un investimento a lungo termine sugli elettori di domani - racconta Matteo - è fondamentale che la politica entri su questi social e lo faccia in maniera attenta alle nuove generazioni», ha detto. La creazione di bolle in cui i giovani riescano ad informarsi non preclude un atteggiamento pluralista riguardo l'informazione, capace di fornire punti di vista sempre differenti. «Bisogna essere sempre aperti a confrontare le nostre idee» ha chiarito. «Partendo da iniziative popolari o di referendum (...) che hanno coinvolto tantissimo (come quello sulla cannabis e l'autanasia) sarebbe fondamentale riprendere con queste lotte e rimettere i giovani al centro» ha spiegato Matteo. «Ci sono tante tematiche che ci interessano: voto per i fuorisede, diritti civili.

Tanti argomenti su cui i giovani dovrebbero essere sempre più coivolti e messi al centro».

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