Secondo le indagini della squadra mobile, coordinate dal pm Paolo Storari, la modella è stata tenuta segregata tra l’11 e il 17 luglio 2017 prima in un appartamento a Milano e poi in una baita isolata a Lemie, in provincia di Torino. Stando a quanto spiegato dal pm ai giudici della Corte d’Assise, pare che la modella, che ha tempo per costituirsi parte civile fino alla prossima udienza del 19 novembre, vorrebbe, a differenza del primo processo, testimoniare e parlare in videoconferenza dall’Inghilterra.
«MITOMANE AVVENTURIERO»
La difesa di Michal Konrad Herba, rappresentato dai legali Tiziana Bellani e Simone Zancani, ha già preannunciato che si opporrà alla testimonianza della giovane, sostenendo che, qualora sia intenzionata a deporre, dovrà presentarsi in aula a Milano.
Tra l’altro nel processo al fratello erano stati acquisiti i verbali delle sue dichiarazioni in incidente probatorio. Nella prossima udienza si capirà dunque se la ventenne entrerà come parte civile nel processo con un altro legale o resterà formalmente persona offesa. Dopo essere stata tenuta prigioniera per sei giorni, la ragazza era stata liberata da Lucasz Herba, definito dagli inquirenti un «mitomane avventuriero» che voleva accreditarsi sul “deep web”. Suo fratello, secondo le indagini, avrebbe acquistato in Polonia l’automobile usata per il sequestro e avrebbe partecipato alla richiesta di riscatto, andata a vuoto, al manager e ai familiari della ragazza: in un primo tempo 300 mila e poi scesi a 50 mila dollari. La cattura di Michal Konrad Herba è avvenuta un mese dopo quella del fratello Lucasz (arrestato il 18 luglio 2017) ed è stato estradato lo scorso giugno in Italia. Oggi era presente in aula