Simone Sperduti investito e ucciso in scooter a Roma, l'ex agente Andrea Persi condannato a 7 anni: guidava ubriaco

L'incidente in via Prenestina lo scorso 24 agosto: Andrea Persi guidava in stato di ebrezza ed in stato di alterazione psicofisica per l'assunzione di sostanze stupefacenti

Simone Sperduti investito e ucciso in scooter a Roma, ex agente condannato a 7 anni: guidava ubriaco
Simone Sperduti investito e ucciso in scooter a Roma, ex agente condannato a 7 anni: guidava ubriaco
Giovedì 16 Febbraio 2023, 15:14 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 07:27
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Il gup di Roma ha condannato a 7 anni, in rito abbreviato, Andrea Persi, il poliziotto di 46 anni, già sospeso dal servizio, che lo scorso 24 agosto ha investito e ucciso il 20enne Simone Sperduti che viaggiava in scooter in via Prenestina. L'uomo, che si trova ancora detenuto in carcere a Regina Coeli, è accusato di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebrezza ed in stato di alterazione psicofisica per l'assunzione di sostanze stupefacenti. Persi era alla guida di una Opel Meriva quando, mentre percorreva via Prenestina, svoltò a sinistra senza dare la precedenza all'altezza della rampa del Gra investendo lo scooter su cui viaggiava il 20enne che morì sul colpo.

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Per Persi la pm Laura Condemi aveva chiesto una condanna a 8 anni.

Il gup di Roma ha disposto anche la revoca della patente per l'ex agente e una provvisionale di 150mila euro. Per l'avvocato di parte civile, Palleschi, si tratta di una «sentenza equilibrata». «Nessun pena e nessun risarcimento potranno restituire un figlio alla famiglia, lui ha preso contatti con una comunità, pagherà il suo debito con la giustizia ma non con la sua coscienza. Anche per questo ha preso contatto con una comunità per un percorso di recupero terapeutico e spirituale» afferma il difensore di Persi, l'avvocato Pamela Strippoli.

 

LA LETTERA - Figlio di un agente dei vigili del fuoco, Simone ha lasciato un vuoto nei suoi amici e nella sua famiglia. A pochi giorni dal tragico incidente, trovatosi davanti al gip per l'interrogatorio di convalida, l'ex poliziotto aveva consegnato al giudice una lettera da far arrivare ai genitori della vittima: «Mi inginocchierei ai piedi per chiedervi perdono. Ho paura, so che voi ne avete più di me. Ho sbagliato, cavolo ho sbagliato. Avrei voluto morire io. Dovevo morire io. Vi chiedo perdono. Niente vi ridarà più vostro figlio, ma io farò qualsiasi cosa possa aiutarvi. Vi chiedo perdono, e a Dio. Avrei dovuto morire io. Ho il cuore in pezzi, ma so che è nulla rispetto a quello che state provando voi. Odiarmi è il minimo» «Era solare, un ragazzo d’oro» avevano raccontato gli amici del ragazzo, sconvolti per la perdita del giovane nato e cresciuto a Centocelle. Una lama nel cuore ha lacerato gli animi dei genitori che avevano ricevuto la drammatica telefonata dai colleghi pompieri intervenuti sul luogo dell’incidente.

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