Le colline del prosecco sono patrimonio dell'umanità dell'Unesco

Le colline del prosecco sono un patrimonio dell'umanità per l'Unesco
Le colline del prosecco sono un patrimonio dell'umanità per l'Unesco
Domenica 7 Luglio 2019, 14:11 - Ultimo agg. 21:08
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«Le colline del prosecco» di Conegliano e Valdobbiadene «da oggi sono Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'Unesco. Grazie alla loro bellezza paesaggistica, culturale, agricola unica e al gran lavoro promozionale di squadra del sistema-Paese». Lo annuncia su Twitter il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi.

A Baku il comitato per il Patrimonio mondiale Unesco, ha approvato dunque a pieni voti l'iscrizione delle Colline delle Marca nel registro mondiale, facendo proprie le valutazioni consegnate dagli esperti di Icomos (Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti) accompagnate da 14 raccomandazioni per il mantenimento dell'egida Unesco al sito. Sono raccomandazioni che spaziano dalla mappa dettagliata dei manufatti di architettura rurale ad una migliore distinzione tra la "core zone" e la cosiddetta "buffer zone" ("zona cuscinetto"), per mitigare l'impatto ambientale degli insediamenti produttivi; dall'approfondimento del modello socio-economico in vigore alla pianificazione della sostenibilità a lungo termine del paesaggio culturale; dell'elaborazione di un piano strategico per lo sviluppo sostenibile e coerente del turismo e del ricorso alle energie rinnovabili ad un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nella gestione del sito.
 


L'aumento record del 21% delle vendite in valore nel 2019 sui mercati esteri, dove il Prosecco è il vino Made in Italy maggiormente esportato, spinge il riconoscimento da parte dell' Unesco alle bollicine italiane più popolari. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell'annunciare l'avvenuta iscrizione del sito veneto «Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene» nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell' Unesco, approvata nel corso 43esima sessione dal World Heritage Committee riunito a Baku, capitale dell'Azerbaijan. «Un risultato atteso che - commenta il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - riconosce l'importanza di un territorio dallo straordinario valore storico, culturale e paesaggistico in grado di esprimere una produzione che ha saputo conquistare apprezzamenti su scala mondiale». 
 
 


Delle 464 milioni di bottiglie Doc vendute lo scorso anno, prodotte su oltre 24mila ettari di vigneti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, circa 2 su 3 sono state vendute all'estero dove la Gran Bretagna - continua la Coldiretti - è di gran lunga il Paese che ne consuma di più. La produzione - precisa la Coldiretti - è intimamente connessa con le caratteristiche del territorio e del meraviglioso paesaggio delle Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene.

L'iscrizione delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, rafforza il primato dell'Italia che vanta il maggior numero di siti riconosciuti a livello mondiale, ma il Belpaese può contare anche - conclude la Coldiretti - su molti «tesori» iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell' Unesco come l'Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l'Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014), l'"arte dei pizzaiuoli napoletani (2017), la Falconeria, iniziativa cui l'Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi e dal novembre 2018 l'"Arte dei muretti a secco" sulla base della candidatura avanzata dall'Italia con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera



Il risultato prova anche, si legge in una nota, la posizione di primissimo piano che l'Italia riveste in seno all'Unesco e l'ottimo gioco di squadra del sistema-Paese che ha visto coinvolti, insieme con la Farnesina, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e del Turismo, la Regione Veneto e il Comitato promotore della candidatura.
 

 
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