Bergamo, a 28 anni chiede aiuto online per le cure psicologiche: «La salute mentale è per i ricchi»

Bergamo, a 28 anni chiede aiuto online per le cure psicologiche: «C'è in ballo la mia vita, la salute mentale è per pochi»
Bergamo, a 28 anni chiede aiuto online per le cure psicologiche: «C'è in ballo la mia vita, la salute mentale è per pochi»
Lunedì 17 Ottobre 2022, 17:34 - Ultimo agg. 18:53
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La salute mentale purtroppo costa. È la richiesta di aiuto lanciata da Giulia, ventottenne di Bergamo che ha avviato una raccolta fondi online per pagare le cure psicologiche da cui dipende la sua stessa vita. Perché, come spiega lei stessa «Non sono solita chiedere aiuto, ma sono arrivata ad un punto limite in cui c’è letteralmente in ballo la mia vita». Secondo quanto scrive nel testo della petizione e nella sua intervista al Giornale di Bergamo, la richiesta di aiuto deriva dal fatto che il Cps (centro psico-sociale ) pubblico della Asl non è in grado di garantire la terapia di cui lei ha bisogno anche a causa della mancanza di personale. Per questo Giulia dovrebbe rivolgersi a un centro privato, dove però i costi sono proibitivi, a partire da 5mila euro. 

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La storia di Giulia e le spese mediche insostenibili 

Giulia in 10 anni di terapia ha scoperto di soffrire di depressione, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo d’ansia. Durante l'ultimo ricovero in psichiatria nel 2021 le è stato diagnosticato un disturbo bipolare (che consiste nell’alternarsi di lunghe fasi depressive acute a pochissimi giorni di iperattività). A questo si è aggiunto un disturbo alimentare che l'ha portata a perdere 20 kg in due mesi. «I farmaci, uniti alla terapia, all’inizio mi avevano aiutato, ma poi è subentrato il problema dell’ipotiroidismo» scrive Giulia  «Patologia di solito facilmente trattabile, con me è invece diventata un calvario infinito in cui una tiroide non funzionante continua ad essere tale anche dopo circa un anno di trattamento,ostacolando l’efficacia della terapia psichiatrica».

Per tutto questo ora la ragazza ha bisogno di professionisti che però non sono reperibili presso la Asl. Secondo quanto scrive il Giornale di Bergamo alla ragazza dovevano essere affiancati dal CPS uno psichiatra, uno psicologo e un assistente sociale, ma "a disposizione c’era solo lo psichiatra perché le altre figure erano assenti e non venivano sostituite". «La mia terapeuta ha trovato specialisti che si possano occupare delle diverse patologie contemporaneamente, ma sono in strutture private con costi proibitivi» scrive la ragazza nella petizione online. Il costo delle strutture parte da 5mila euro, troppi per lei: «In questi ultimi giorni sono arrivata a premeditare accuratamente il suicidio: le spese mediche sono diventate insostenibili e non riuscire a sostenere fisicamente un lavoro mi porta per forza a dover chiedere un aiuto». 

 

La richiesta di aiuto: «Lo faccio per amici e familiari»

Da qui la richiesta di un aiuto economico e la scelta di raccontare la propria storia sulla piattaforma GoFound Me. La raccolta fondi ha già raggiunto 2400 euro. L'obiettivo è arrivare a 5mila, così da coprire per intero l'importo delle cure. «Non credo di starlo facendo per me, ma per le persone che mi amano: non si meritano una figlia/amica/ragazza suicida» scrive Giulia.

«La salute mentale è per i ricchi»

Una richiesta di aiuto che arriva in un anno in cui si è parlato molto di salute mentale, anche per gli effetti della pandemia sui più giovani e in cui molti influencer e nomi noti si sono espressi cercando di fare informazione per eliminare i tabù ad essa connessi. Eppure rimangono problemi di accesso alle cure per chi non può permettersi uno psicoterapeuta. Un problema su cui il bonus psicologo (con un contributo una tantum massimo di 200 euro in base all'Isee) cerca di intervenire pur non potendo costituire una soluzione strutturale. Da qui la conclusione amara di Giulia: «La salute mentale è per ricchi» dice «Se non mi fossi potuta permettere le cure fino ad ora, sarei sicuramente morta.

Non credo sia accettabile in una società che si definisce civile nel 2022. Non credo sia normale doversi rivolgere a strutture private con costi proibitivi per sperare di guarire».  

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