Quarantene Covid, le risorse dai congedi e dai bonus stagionali. Rischio stipendi più leggeri

Quarantene Covid, le risorse dai congedi e dai bonus stagionali. Rischio stipendi più leggeri
di Francesco Bisozzi
Mercoledì 1 Settembre 2021, 21:51 - Ultimo agg. 23:40
4 Minuti di Lettura

È corsa contro il tempo per trovare 600 milioni di euro per la quarantena Covid. Il ministero del Lavoro cerca le risorse per ripristinare, nel 2021, l’indennità per malattia per i lavoratori del settore privato costretti all’isolamento. Partita nei giorni scorsi l’operazione caccia al tesoretto: l’idea è quella di recuperare le risorse non spese per bonus agli stagionali, congedi parentali, bonus babysitter e aiuti agli autonomi. Qualcosa potrebbe arrivare pure dagli avanzi del Reddito di emergenza. Ma la somma che il ministero dovrebbe riuscire a reperire svuotando i vari salvadanai potrebbe non bastare. La questione verrà affrontata nel prossimo Consiglio dei ministri, il primo dopo la pausa estiva. Il caso però è esploso il 6 agosto, un mese fa, quando l’Inps ha comunicato che non ci sono le risorse per pagare la quarantena Covid anche nel 2021.

Le risorse

Nel 2020, per il periodo tra marzo e dicembre, il precedente governo aveva stanziato 663 milioni, che sono bastati a malapena a soddisfare le richieste pervenute, fa sapere l’istituto di previdenza.

Dopodiché quest’anno sono stati stanziati altri 282 milioni, ma solo per tutelare i fragili (e solo fino al mese di giugno). Il pressing sul ministero del Lavoro da parte di imprese e sindacati è andato aumentando nel corso delle settimane. Alla fine il ministro Andrea Orlando, che però aveva già richiamato l’attenzione del governo su questa particolare questione in occasione dell’ultimo scostamento di bilancio, si è detto favorevole a riconsiderare la quarantena come malattia e ha dettato la linea da seguire: le coperture per assicurare l’indennità vanno trovate dirottando risorse appostate da altre parti. E anche dal ministero dell’Economia fanno sapere che l’unica strada percorribile per racimolare i 600 milioni necessari è quella di svuotare i serbatoi delle misure che hanno tirato meno. Per la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra è stato «un errore grave non prevedere una copertura per le persone che sono in quarantena» e ha garantito che il governo farà di tutto per trovare le risorse. 

«Stiamo monitorando gli esiti delle misure che abbiamo preso in corso d’anno per vedere se ci sono delle risorse che rendano possibile coprire questo buco», ha aggiunto. Unimpresa chiede di fare in fretta. «Senza il riconoscimento della prevista indennità per le malattie, anche per la quarantena legata al Covid, i lavoratori rischiano di perdere tra i 500 e i mille euro al mese in busta paga, secondo la durata dell’assenza. Inoltre così si corre il pericolo che alcuni lavoratori non denuncino più la loro positività per non rischiare decurtazioni», spiega il consigliere nazionale di Unimpresa Giovanni Assi. Toccherebbe poi ai datori di lavoro colmare i buchi retributivi e farsi carico della svista del governo. Il consigliere di Unimpresa insiste ancora sulle tempistiche: «Riteniamo auspicabile un intervento normativo immediato per evitare potenziali contenziosi e assurde operazioni di conguaglio per le imprese». La partita della quarantena Covid s’intreccia tuttavia con quella della riforma degli ammortizzatori sociali, il che complica le cose. Per i nuovi ammortizzatori, dalla Cig universale al nuovo Fondo emergenziale intersettoriale destinato a sostituire la cassa integrazione in deroga, servirebbero circa 10 miliardi di euro, una somma monstre secondo il Tesoro.

Tra il ministero dell’Economia e quello del Lavoro i rapporti al momento non sono dei più sereni e il bisogno di reperire ulteriori coperture per equiparare la quarantena a malattia non favorisce una rapida distensione. Il mancato riconoscimento della tutela colpisce soprattutto chi, per il tipo di attività che svolge, non può ripiegare sullo smart working, come per esempio operai, magazzinieri e chi lavora nei supermercati. La legge impone ai lavoratori non vaccinati la quarantena di dieci giorni e di sette giorni per quelli vaccinati. L’indennità da quarantena si concretizza in una tutela che prevede l’equiparazione alla malattia dei periodi di assenza dal lavoro dovuti al periodo trascorso dal lavoratore in isolamento. La tutela non spetta tuttavia a chi può continuare a svolgere da remoto le sue mansioni lavorative, sulla base degli accordi presi con il datore di lavoro. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA