Niente da fare per Radio Radicale. Almeno per ora. Gli emendamenti al decreto crescita che chiedevano di prorogare la convenzione, ormai scaduta, sono stati giudicati inammissibili, a partire da quello della Lega che sembrava poter trovare l'appoggio degli alleati di governo. Così non è stato.
Radio Radicale, ultime ore per scongiurare la chiusura
La norma, all'esame delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, era stata bocciata in mattinata, poi il Carroccio aveva presentato ricorso, ma il Movimento 5 Stelle, nonostante qualche voce in dissenso, è rimasto contrario. Non è bastato il sì di tutti gli altri gruppi, perché era necessaria l'unanimità. D'altronde, le parole del sottosegretario all'Editoria, Vito Crimi, avevano gelato le aspettative dei lavoratori e dei sostenitori dell'emittente. «La mia posizione non è mai cambiata, se ci fossero state novità lo avrei annunciato. Questa è la posizione del governo e così rimane», aveva detto Crimi. Nel Movimento 5 Stelle si erano registrate però le aperture di Primo Di Nicola ed altri parlamentari. Anche Luigi Di Maio aveva fatto trapelare la volontà di trovare a una soluzione che consentisse la sopravvivenza di Radio Radicale. Diversi gli emendamenti al dl crescita sul tema, tra cui quello della Lega a prima firma di Massimiliano Capitanio che puntavano a una proroga di sei mesi, prima di una nuova gara. L'importo sarebbe stato inferiore a quello della precedente convenzione (3,5 milioni per sei mesi contro i 10 milioni per un anno del passato) e ciò sembrava poter convincere gli alleati a dare il via libera. La speranza dei lavoratori e dei sostenitori di Radio Radicale è che lo stop all'emendamento sia legato solo a ragioni tecniche e che un clima meno acceso nella maggioranza dopo le europee favorisca il raggiungimento di accordo e l'inserimento della proroga in un altro provvedimento.
«Qualsiasi cosa accada è importante che la radio non sia spenta domani», ha detto dall'ospedale dove è ricoverato dopo 5 giorni di digiuno Roberto Giachetti, deputato Pd, in collegamento con una conferenza stampa alla Camera. «Queste iniziative sono serie e si interrompono quando si raggiunge l'obiettivo, speriamo questa sera», ha aggiunto. Alla conferenza anche il direttore di Radio Radicale Alessio Falconio, l'amministratore delegato Paolo Chiarelli e l'editore Maurizio Turco, che hanno ricordato l'impossibilità per l'emittente di andare avanti senza una proroga, con il rischio per i lavoratori di rimanere senza stipendio già da giugno.