«Oggi finalmente per tutti sono solo l'ingegner Sollecito e nessuno mi associa più alla vicenda» dichiara Raffaele Sollecito a dieci anni dalla sua assoluzione, insieme a quella di Amanda Knox, nel primo processo d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa uccisa a Perugia all'inizio del novembre 2007.«Anche se per me - aggiunge Raffaele in una intervista all'ANSA - rimangono nell'anima le ferite per quello che ho subito».
Era infatti la sera del 3 ottobre del 2011 quando la Corte d'assise d'appello dichiarò Sollecito, ingegnere informatico pugliese specializzato in realtà virtuale oggi trentasettenne, e Amanda Knox estranei al delitto di via della Pergola, per il quale entrambi si sono sempre dichiarati innocenti. Ribaltando la sentenza di primo grado che li aveva giudicati colpevoli e rimettendoli in libertà. Dopo un primo annullamento da parte della Cassazione di quella sentenza e una condanna a Firenze, per questioni procedurali, i due sono stati poi definitivamente assolti da una nuova pronuncia della Suprema Corte.
Raffaele Sollecito: «Sono sul lastrico, ho milioni di debiti»
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