Il ragazzo down, giornalista per due settimane a radio Vaticana

Il ragazzo down, giornalista per due settimane a radio Vaticana
Martedì 4 Febbraio 2014, 17:11 - Ultimo agg. 17:18
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Giornalista per due settimane, in un mini-stage all'ombra del Cupolone. È successo a Michael Gannon giovane irlandese con sindrome di down, che ha svolto uno stage di due settimane presso la redazione in lingua inglese di radio Vaticana dal 13 gennaio al 24 gennaio 2014.



È stata la prima esperienza di stage con una persona con sindrome di Down anche per l'emittente del Vaticano. «È stata un'esperienza importante per noi - racconta Sean Patrick Lovett, responsabile dei programmi in lingua inglese - perchè ci ha costretto a vedere la realtà attraverso una nuova prospettiva, abbiamo dovuto adattarci ai ritmi di Michael e di vivere le cose attraverso i suoi occhi, perciò non prendere nulla per scontato e riscoprire la meraviglia delle piccole cose, della nostra vita e del nostro lavoro quotidiano che spesso nella frenesia di ogni giorno ci sfuggono. Il suo entusiasmo, la sua allegria e la sua curiosità è stata fonte di ispirazione per recuperare lo stesso spirito nei confronti del nostro lavoro che un pò nel tempo si perde».



Radio Vaticana si è fatta promotrice anche di un incontro tra Michael Gannon e papa Francesco, che lo ha accolto in udienza, ascoltando la sua esperienza di lavoro.
Michael Gannon era stato ospite a radio Vaticana nell'ambito del progetto europeo «Think different Think Europe», a maggio dello scorso anno. Il progetto sulla partecipazione politica, di cui è stata capofila l'Aipd, associazione italiana persone down, ha previsto una giornata proprio nella emittente della Città del Vaticano dove gli ospiti con sindrome di Down di dieci paesi europei sono stati intervistati dalle emittenti nelle loro lingue madri sul significato del progetto, il loro essere e sentirsi cittadini e europei e le loro aspettative. In tale contesto il giovane irlandese ha chiesto la possibilità di vivere un'esperienza lavorativa nella radio. Per Anna Contardi, coordinatrice nazionale Aipd, che ha seguito lo stage del ragazzo irlandese è stato «un segno concreto di come l'incontro diretto con le persone con sindrome di down possa far cadere molti pregiudizi e scoprire persone che hanno interessi e capacità diverse, spesso al di sopra delle nostre aspettative».