Rai, Sangiuliano direttore Tg2: «Mi attaccano sul web e fuori, perché non mi omologo al pensiero dominante»

Gennaro Sangiuliano
Gennaro Sangiuliano
Sabato 22 Febbraio 2020, 11:38 - Ultimo agg. 13:00
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Il direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, denuncia attraverso un post su Facebook di essere bersaglio quotidiano di minacce e invettive, per non essere «in linea con la vulgata dominante». «Una cosa è certa non mi piegherò mai, perché lo devo alla mia dignità», sottolinea Sangiuliano.
 

«Non dormire la notte - scrive il direttore del Tg2 - svegliarsi di soprassalto, essere bersaglio quotidiano, indicato all'indice come pubblico scandalo, oggetto delle invettive (quasi sempre basate su fatti inesistenti) da parte di un deputato che si fa forte della sua immunità per picchiarmi come si può fare ad una persona con le mani legate. Bersagliato da una parte della folla del web come si faceva nelle piazze spagnole durante l'epoca dell'inquisizione quando ognuno passava e sputava sulla vittima inerte. Un altro politico ha scritto su Twitter che la mi testa deve 'rotolare'. Tutto documentato e fotografato. E risparmio il catalogo dettagliato e ampio delle minacce. Poi penso che un po' sono fortunato perché se questa condizione l'avessi vissuta negli anni Settanta qualcuno sarebbe passato alle vie di fatto. Oggi, per fortuna non accade più. Tutto questo - aggiunge - perché non la penso come loro, perché non sono in linea con la vulgata dominante. Perché mi permetto di celebrare Solzenicyn (internato nel Gulag dai loro antenati), perché parlo di Sciascia, di Pasolini, di Benedetto Croce. Perché difendo il diritto dello Stato di Israele ad esistere. Perché faccio intervistare Steve Bannon (come hanno fatto tv e giornali di mezzo mondo), perché ho previsto la vittoria elettorale di Boris Johnson, perché ho posto il tema dell'integrazione in Svezia (cosa che ha fatto tutta la stampa mondiale), perché ho ricordato l'assassinio del giovane di destra Cecchin durante gli anni di piombo, perché per primo il tg che mi onoro di dirigere ha intervistato Guaidò che combatte la sua battaglia di libertà in Venezuela, perché ricordo che Vittorio Bachelet fu assassinato dalle Br, come tre poliziotti in una fredda mattina di Milano. Perché? Perché? Perché sono liberale e conservatore, e soprattutto prezzoliniano. È questo mi rende uno che la pensa diversamente e quindi va eliminato, umiliato e offeso quotidianamente», prosegue.

«Lo dico da tempo: la nostra società viene uccisa quotidianamente dal politicamente corretto, dal pensiero acritico che nel sonno della ragione non vuole verifiche, non vuole discutere. Vi prego di leggere oggi Marco Travaglio che spesso mi ha legittimamente criticato ma che ora difende il valore più alto per donne ed uomini: la libertà. Una cosa è certa non mi piegherò mai, perché lo devo alla mia dignità», conclude il direttore del Tg2.
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