Nel corso degli ultimi 10 anni quasi un milione di italiani si è “cancellato” dalle anagrafi comunali per espatrio all'estero, con un ritmo crescente nel tempo che ha visto superare le 100mila unità all'anno già a partire dal 2015. Soltanto nel 2020, sono stati 112.218 i “cervelli in fuga”, secondo le analisi dell'Istat e dell'anagrafe degli italiani residenti all'estero. Eppure, l'Italia è il paese in cui si vive meglio.
A renderlo noto il sorprendente dato è il Better Life Index, l’indice utilizzato dall’Ocse per misurare la qualità dei Paesi che aderiscono all’organizzazione. Lo studio analizza undici aspetti della vita quotidiana delle persone: istruzione, ambiente, impegno civile, salute, reddito, lavoro, abitazione, relazioni sociali, sicurezza, soddisfazione di vita e equilibrio tra lavoro e vita privata. Su una scala che va dall'1 al 10, l'Italia - attraverso i voti degli intervistati - totalizza un punteggio pari a ben 9.4 punti. Battute due potenze, in questo senso, come Danimarca (8.6) e Norvegia (8.5).
Il nostro Paese eccelle soprattutto nelle voci salute (8.3), equilibrio tra lavoro e vita privata (9.4) e impegno civico (6.6) - tutti risultati sopra la media -, ma sottoperforma in termini di reddito, occupazione, istruzione, qualità ambientale, connessioni sociali e soddisfazione di vita. Per spiegare il sorprendete punteggio attribuito all'equilibrio vita-lavoro, basta verificare che solo il 3% dei dipendenti ha orari di lavoro molto lunghi, mentre la media è del 10% nei Paesi Ocse.
In termini di occupazione, circa il 58% delle persone di età compresa tra i 15 ei 64 anni in Italia ha un lavoro retribuito, al di sotto della media occupazionale Ocse del 66%. Circa il 67% degli uomini ha un lavoro retribuito, rispetto al 49% delle donne. In Italia, il 3% dei dipendenti lavora per lunghissime ore nel lavoro retribuito, al di sotto della media Ocse del 10%, con il 4% degli uomini che lavora per lunghissime ore nel lavoro retribuito contro il 2% delle donne. Il 63% degli adulti di età compresa tra 25 e 64 anni ha completato l'istruzione secondaria superiore, una percentuale inferiore alla media Ocse del 79%.
In termini di salute, la speranza di vita alla nascita in Italia è di circa 84 anni, tre anni in più rispetto alla media Ocse di 81 anni. L'aspettativa di vita per le donne è di 86 anni, contro gli 81 degli uomini. Il livello di pm2,5 atmosferico – minuscole particelle inquinanti dell'aria abbastanza piccole da entrare e causare danni ai polmoni – è di 15,9 microgrammi per metro cubo, al di sopra della media Ocse di 14 microgrammi per metro cubo. In Italia, il 77% delle persone si dichiara soddisfatto della qualità della propria acqua, una percentuale inferiore alla media Ocse dell'84%. Alla domanda di valutare la loro soddisfazione generale per la vita su una scala da 0 a 10, gli italiani hanno dato un voto medio di 6,5, inferiore alla media Ocse di 6,7.