Rebibbia, due detenuti evasi calandosi con la corda: ricerche in campi rom, stazioni e aeroporti

Uno degli evasi da Rebibbia
Uno degli evasi da Rebibbia
di Alessia Marani
Mercoledì 3 Giugno 2020, 12:09 - Ultimo agg. 4 Giugno, 00:25
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Due detenuti evasi da Rebibbia. «In attesa di comprendere le dinamiche che sono in fase di indagine, purtroppo questa mattina due detenuti di nazionalità croata e italiana ma etnia rom con pene fino al 2029, della Casa di Reclusione di Rebibbia hanno potuto evadere attraverso ad una corda facendo perdere le loro tracce e sulla quale comunque uno di loro potrebbe essere già stato individuato». A comunicarlo è la segreteria regionale dell'Ussp,  l'unione sindacale di polizia penitenziaria. I due si sono calati srotolando una manichetta dell'antincendio, dribblando una telecamera. 

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Chi sono gli evasi. Secondo quanto si è appreso, si tratta di un detenuto di 46 anni nato in Croazia e di un 40enne di Olbia. Entrambi sarebbero di origini nomadi e in carcere per reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione. Sono in corso ricerche della polizia in particolare nei campi nomadi, nelle stazioni e negli aeroporti. L'evasione potrebbe essere avvenuta nella notte.
 

 




«Proprio in questi giorni l’Uspp aveva avuto un incontro con la Direzione per affrontare temi organizzativi rispetto al periodo ferie per il personale di Polizia Penitenziaria dopo la fase COVID-19 che ha coinvolto uno degli istituti del polo penitenziario di Rebibbia - spieha il segretario regionale Uspp, Daniele Nicastrini - Ricordiamo si definisce Polo Penitenziari di Rebibbia per la presenza anche degli Istituti Femminile con 290 detenute, Circondariale Nuovo Complesso 1460 detenuti dove nel recente passato sono avvenuti 5 evasioni, Terza Casa Circondariale custodia attenuata con 67 detenuti e altre strutture logistiche per conto dell’Amministrazione Centrale DAP e Interregionale Provveditorato Roma.



Il sempre è legato ad una poca attenzione dovuta al fatto che nei turni notte il personale è ridotto al minimo per politiche errate del Ministero della Giustizia che in questi anni ha curato poco l’aspetto sicurezza custodiale e troppo altri benefici che dimostrano poca efficacia nel rendimento generale del sistema carcere che continua a fare acqua da tutte le parti, ed un agente ogni 100 detenuti da vigilare senza poterli vedere quando sono chiusi di notte se non dallo spioncino significa mettere in difficoltà l’operato degli stessi agenti. Il Ministero sa perfettamente come stanno le cose ma sembra non fregarsene troppo e alla fine i delinquenti riescono ad uscire anche con i sistemi ortodossi...corde, lenzuola e la classica fuga anche durante le visite ambulatoriali, l'ultima proprio nell’agosto scorso dal Sandro Pertini di Roma».
In tutta Roma è caccia ai due evasi che hanno presumibilmente studiato da tempo e scelto appositamente la data del 3 giugno per potersi meglio confondere tra la gente e spostarsi anche fuori dalla regione per raggiungere nascondigli "sicuri". Solo tra il 2014 e il 2016 si erano verificate altre cinque evasioni da film. calandosi con corde e lenzuola, un altro sfortunato periodo per la sicurezza del carcere. 

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