Dichiaravano la residenza in via della Casa Comunale 3, l'indirizzo virtuale creato dal Comune di Torino per i rifugiati e gli stranieri titolari di protezione internazionale e umanitaria, ma vivevano all'estero le 960 persone indagate a Torino per indebita percezione del reddito di cittadinanza. È una gigantesca truffa ai danni dello Stato, stimata in circa 6 milioni di euro, quella scoperta dalla polizia municipale. Le indagini del Reparto operativo speciale, coordinate dalla procura subalpina, sono scattate dal controllo di un cittadino romeno sorpreso ad effettuare un prelievo di denaro a uno sportello bancomat. L'uomo era in possesso di numerose carte Postepay rilasciate per il reddito di cittadinanza e intestate ad altre persone. Dagli accertamenti è emerso che i titolari delle carte avevano dichiarato, tramite autocertificazione, un Isee pari a zero e avevano indicato via della Casa Comunale 3 come residenza.
Ottiene 26mila euro di reddito di cittadinanza senza averne diritto, denunciato 60enne
Assegno unico 2022, le istruzioni per riceverlo (e i calcoli su chi ci guadagna e chi ci perde)
Ben 330 i romeni, in gran parte appartenenti allo stesso gruppo famigliare che hanno dichiarato questo fantomatico indirizzo nonostante siano risultati vivere in Romania.
Proprio in Piemonte scatterà a marzo - ricorda l'assessore Elena Chiorino - la nuova misura contro i furbetti del reddito di cittadinanza, che prevede corsi di formazione obbligatori per chiunque lo percepisce, con la sospensione del sussidio in caso di rifiuto o di assenza prolungata ai corsi. Le persone che hanno già sottoscritto il patto per il lavoro sono 25mila su un totale di 83mila beneficiari. Quello di Torino non sembra un caso isolato. In provincia di Massa Carrara i carabinieri, con il supporto dei colleghi del nucleo ispettorato del lavoro provinciale, hanno scoperto e denunciato 27 persone, 11 stranieri e 16 italiani, che avrebbero percepito il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto, per un totale di quasi 120 mila euro. Truffa che, come quella di Torino, per il parlamentare di Forza Italia Paolo Zangrillo, capogruppo degli Azzurri in Commissione Lavoro e coordinatore regionale di Forza Italia in Piemonte, dimostra «come la norma che ha istituito il reddito di cittadinanza sia nata male e continui a costituire un vulnus per lo Stato».