Rifiuti a Roma, caos Ama: «Vietato smaltire i mobili»

Centro di raccolta rifiuti a Vigne Nuove
Centro di raccolta rifiuti a Vigne Nuove
di Lorenzo De Cicco e Francesco Pacifico
Sabato 25 Gennaio 2020, 10:36 - Ultimo agg. 11:35
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Armadi, tavoli, comò, cassettoni, sedie. Se pensate di caricare tutto in macchina e, diligentemente, scaricare i vecchi arredi in un centro di raccolta dell’Ama rischiate una brutta sorpresa. «Non si accetta legno», oppure «fermati, contenitore del legno pieno», c’è scritto nei cartelli appesi fuori dalle strutture della municipalizzata. «Purtroppo sarà così almeno per altre 2-3 settimane», spiega l’ad della società comunale, Stefano Zaghis, in carica da inizio ottobre. Il problema, racconta il manager, non è della municipalizzata. «Mancano sbocchi per questo tipo di materiale, come purtroppo sta succedendo per la carta. È un problema serio e che ovviamente non riguarda solo Roma o solo l’Italia. Ci stiamo attivando in ogni caso per provare a trovare impianti per smaltire il legno».

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Nel frattempo tocca pazientare. E sa quasi di beffa, allora, l’iniziativa di domani, “il tuo quartiere non è una discarica”, che in teoria dovrebbe proprio aiutare i romani a disfarsi degli ingombranti più comuni. Ma c’è appunto il problema del legno che non si riesce a smaltire. Non a caso, forse, più del solito si notano armadi, seggiole e cassapanche abbandonati in giro per la città. E chi viene “beccato” riceve una multa salata. Giustissimo naturalmente stangare gli incivili, ma chi vuole rispettare la procedura dovrebbe essere messo nelle condizioni di poter smaltire i mobili senza problemi. Anche chiedere l’intervento dell’Ama a domicilio spesso si trasforma in una trafila interminabile, tra moduli da spedire online (a cui a volte nemmeno si riceve risposta) e attese ai centralini.
 
Ieri intanto l’amministratore giudiziario di E.Giovi, che fa parte della galassia Cerroni, ha lanciato l’allarme sulla bonifica della vecchia discarica di Malagrotta. Che potrebbe costare «fino a mezzo miliardo», ha ipotizzato Luigi Palumbo. «L’ipotesi investigativa parla di un danno da 190 milioni di euro per il mancato emungimento del percolato», ha detto al Municipio XII. «E abbiamo scoperto dei pozzi di drenaggio vicino ai Tmb che non dovevano esserci». I fondi in cassa però sono pochi, tanto che il commissario ha ipotizzato che il Comune debba intervenire in «danno» per poi «rivalersi sul patrimonio di Cerroni», che «vorrebbe la mia revoca, c’è un clima ostile». Per fare cassa, c’è anche l’ipotesi che i due Tmb privati ancora in funzione a Malagrotta siano «messi in vendita». 

Quanto alla nuova discarica di Monte Carnevale, ieri è saltato il vertice di maggioranza del M5S in Campidoglio. Tra i consiglieri ribelli, c’è chi minaccia di «bloccare l’Aula» se la sindaca non cambierà idea. Ma Virginia Raggi tira dritto: la scelta resta quella. Diversi consiglieri la difendono: «Si dimetta chi ha votato contro la decisione della giunta, come il presidente e la vicepresidente della Commissione Ambiente», attacca Marco Terranova, capo della Commissione Bilancio. Terranova se la prende anche con Stefano Vignaroli, presidente dell’Ecomafie contrario a Monte Carnevale: «Dal Parlamento poteva aiutare Roma, anziché protestare qui sotto».

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