Rifugi antiaerei e bunker, dove sono in Italia? Napoli fa il pieno, dal tunnel borbonico alla grotta di Sant'Anna di Palazzo

Rifugi anti-aerei, l'Italia li riscopre: ecco quanto sono e dove si trovano
Rifugi anti-aerei, l'Italia li riscopre: ecco quanto sono e dove si trovano
di Diodato Pirone
Sabato 19 Marzo 2022, 11:39 - Ultimo agg. 20 Marzo, 09:43
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Dalla rovinosa sconfitta della Seconda Guerra Mondiale gli italiani si ostinano a mettere in un angolo tutto ciò che sa di "militare", un esorcismo collettivo della guerra comprensibile sul piano umano, ma che ci lascia attoniti quando il "militare" bussa alla nostra porta. Accade così, ad esempio, che nessuno più ricordi che la guerra aerea è una invenzione italiana che risale a quando gli aerei erano trabiccoli che a malapena stavano in aria. Eppure nel 1921 un brillante ufficiale campano, Giulio Douhet, scrisse il trattato "Il dominio dell'aria" e fu il primo a intuire che il controllo del cielo avrebbe determinato le vittorie militari e che comunque sarebbe stato un elemento determinante della guerra moderna.

Così come un secolo fa inventammo la guerra aerea, l'Italia fu all'avanguardia anche nel passo successivo: la protezione dai bombardamenti aerei tramite rifugi ben costruiti. Ne furono edificati moltissimi fin dal 1936 in città grandi e piccole e, naturalmente, per tutta le Seconda Guerra Mondiale e altri ancora durante la Guerra Fredda.

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Risultato? Tutt'oggi l'Italia è piena di rifugi anti aerei, molti dei quali sono visitabili. I più noti sono quelli di Roma e di Napoli.

I 12 rifugi speciali di Roma

Intanto va detto che le linee metropolitane della Capitale sono di fatto un gigantesco rifugio antiaereo collettivo. Non c'erano tra il '40 e il '45, quando tutti i palazzi di Roma riadattarono le loro cantine a mini bunker. Il che non impedì alla Città Eterna di contare 7.000 morti per i bombardamenti degli Alleati. Nella Capitale vennero edificati anche 12 bunker blindati destinati alla protezione del Re, del Duce e degli Stati Maggiori militari.

Tutt'oggi a villa Ada è visitabile una sorta di "bunker di lusso" con cinque porte blindate, destinato a proteggere la famiglia reale. E' una struttura circolare di circa 200 metri quadri con un ingegnoso sistema di aereazione che impediva l'ingresso di gas. A Villa Torlonia, invece, dove abitava Benito Mussolini con la sua famiglia furono realizzati due rifugi: uno con mura di cemento di 1,2 metri, l'altro a 6 metri di profondità con pareti dello spessore di 4 metri. Mussolini fece costruire un bunker anche sotto Palazzo Venezia. Si tratta di una struttura di circa 80 metri quadrati con muri di cemento armato spessi 2 metri.

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Il Palazzo degli uffici all'Eur nacque con il bunker sotterraneo già progettato a una profondità di 33 metri e si sviluppa su un'area di oltre 450 metri quadrati. Poteva ospitare circa 400 persone per circa 3 mesi al suo interno, essendo autonomo in quasi tutte le sue facilities.

I rifugi-museo di Napoli

Il sottosuolo di Napoli è ricco di grotte che funzionarono come rifugi anti-aerei ma anche come abitazioni per una parte della popolazione che aveva perso la propria casa (Napoli fu una delle città più bombardate durante l'intera seconda guerra mondiale). Famoso è il tunnel borbonico, costruito a metà dell'800 come estrema via di fuga del Re e poi riadattato a bunker. Nei quartieri Spagnoli si trova il rifugio di Sant'Anna di Palazzo, una grotta a 40 metri di profondità che poteva ospitare fino a 4mila persone. Nel rione Sanità, invece, un'uscita della stazione Materdei è stata realizzata adattando una cava di tufo dei mmetà del '700. In una parte di queste grotte sono tutt'ora conservate testimonianze di vita dei tragici bombardamenti del '40-'44 con automobili e motociclette d'epoca, e altre attrezzature finite nel sottosuolo per essere protette e mai più ritirate.

I 21 ricoveri di Torino

A Torino nel 1940 vennero realizzati 21 ricoveri per la popolazione. Quello di piazza Risorgimento è uno dei più grandi  con muri di cemento armato spessi oltre 80 centimetri. È costituito da tre tunnel di 40 metri, larghi 4.50 metri e alti 3.30 metri. Può ospitare oltre mille persone ma pare che durante i bomabardamenti alleati ne ospitasse il doppio.Un rifugio antiaereo si trova anche sotto piazza San Carlo ma, così come a Napoli e nelle altre città, vennero riadattati anche spazi già esistenti, come le gallerie di contromina, realizzate nel 1700 come difesa all'assedio francese.

Rifugi di Cagliari e della Maddalena

Il capoluogo sardo fu molto bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale. E' tutt'oggi visitabile la galleria Don Bosco, di circa 180 metri, ottenuta ristrutturando i camminamenti sotterranei realizzati dai piemontesi nel 1700 all'esterno delle mura cittadine. Anche gli splendidi giardini pubblici di Cagliari erano dotati di un rifugio antiaereo , ricavato dalle antiche cave di pietra del 1400. In tutta la Sardegna sono stati costruti nei secoli decine di rifugi, noti e non noti. A Porto Torres ne sono stati restaurati alcuni. L'arcipelago della Maddalena, da sempre importante snodo militare della Marina, ne conta parecchi, alcuni dei quali tutt'ora protetti dal segreto militare.

Il bunker del Monte Soratte

A 45 chilometri dalla Capitale c'è poi un bunker protettissimo utilizzato fino a pochi anni fa dagli alti comandi militari. E' quello del monte Soratte nella Valle del Tevere, nei pressi del comune di Sant’Oreste, Nel 1937 iniziò qui la costruzione di una serie di tunnel progettati per servire come rifugio antiaereo per lo Stato maggiore della Difesa. Si tratta, in totale, di 4 km di gallerie, che nel dopoguerra hanno funzionato anche da bunker antinucleari. Abbandonati e poi restaurati erano accessibili al pubblico fino a poco tempo fa.

 

I bunker della Breda

A nord di Milano non si contano i bunker blindati destinati a proteggere gli operai di industrie belliche. Molto noti quelli della Breda che fabbricava le famose mitragliatrici. Ogni rifugio poteva accogliere 40 persone per un massimo di 3 ore, dopodiché l’ossigeno si esauriva. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, i bunker furono abbandonati fino a quando un ritrovamento accidentale li restituì agli appassionati di storia. Oggi ospitano spettacoli e proiezioni di film.

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