Rigopiano, 23 indagati per la strage dell'hotel travolto dalla valanga

Rigopiano, 23 indagati per la strage dell'hotel travolto dalla valanga
Giovedì 23 Novembre 2017, 12:04 - Ultimo agg. 24 Novembre, 09:09
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Da una parte la soddisfazione dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime, dall’altra l’angoscia di chi dovrà rendere conto del proprio operato e che rischia di portarsi sulla coscienza 29 morti. Diventano 23 gli indagati per la tragedia dell’hotel Rigopiano, il resort travolto e distrutto il pomeriggio del 18 gennaio scorso da una valanga forse provocata dal terremoto della mattina. Dopo la scossa sismica, terrorizzati, gli ospiti erano radunati già dal mattino nella hall in attesa che la turbina dei soccorritori arrivasse per aprire un varco nella neve per consentire loro di lasciare l’hotel e tornare a casa. Ma la turbina non è mai arrivata, una era fuori uso da giorni, un’altra era troppo distante. In un attimo la valanga cancellò l’albergo e spezzò 29 vite. Solo 11 i sopravvissuti, tra cui quattro bambini.
 

 


Il procuratore capo di Pescara Massimiliano Serpi e il sostituto Andrea Papalia hanno emesso ieri 23 avvisi di garanzia ampliando di parecchio la platea dei presunti responsabili. La notizia è stata accolta con gioia dai parenti delle vittime e dai sopravvissuti che a Pescara si sono ritrovati sotto la Procura per condividere la soddisfazione per l’azione della magistratura. Nella lista compaiono nomi eccellenti, su tutti quello del prefetto Francesco Provolo, da pochi giorni trasferito da Pescara a Roma, al quale è contestato il ritardo nell’apertura del centro di coordinamento per i soccorsi. «Mastico amaro - ha commentato Provolo - Noi abbiamo lavorato, poi se uno dice che si poteva fare meglio, beh, tutto può accadere. Ma l’essenziale è stato fatto». Coinvolti con lui l’allora capo di Gabinetto della Prefettura di Pescara, Leonardo Bianco, e la funzionaria Ida De Cesaris, responsabile della telefonata della vergogna, quando allo chef Quintino Marcella che dava con insistenza l’allarme per il crollo del resort, rispose: «Questa storia gira da stamattina, i vigili del fuoco hanno fatto le verifiche, è crollata una stalla». E aggiunse: «La mamma degli imbecilli è sempre incinta», frase che fece scalpore e suscitò indignazione, alla luce dei fatti.

ISTITUZIONI COINVOLTE
Raggiunti da avviso di garanzia anche il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, e il dirigente Paolo D’Incecco per presunte inadempienze nella manutenzione e pulizia delle strade di accesso al resort, e con loro altri dirigenti incluso il capo della polizia provinciale. «Prendo atto dell’intenso lavoro di indagine fin qui svolto dagli inquirenti - ha commentato Di Marco -, ritengo opportuno e prematuro ogni altro commento per ossequio alla magistratura e per la dovuta considerazione che si deve alla disgrazia avvenuta».
Nei guai il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, il cui Comune ha rilasciato le concessioni al resort ed omesso di redigere un nuovo piano regolatore che avrebbe potuto indicare Rigopiano quale «sito esposto a forte pericolo di valanghe». Lacchetta, nello specifico, avrebbe dovuto dichiarare l’inagibilità dell’hotel Rigopiano e ordinare la sua evacuazione. 
Al contrario, addirittura si fece in modo di far arrivare altri ospiti nell’hotel la sera prima della tragedia. La Procura ha chiamato in causa anche precedenti sindaci di Farindola tra cui Antonio De Vico e Massimiliano Giancaterino. I reati contestati a vario titolo sono omicidio colposo, lesioni colpose, abuso d’ufficio, falso, morte e lesioni come conseguenza di altro delitto, abuso edilizio e omissione di cautele anti infortuni.


L’elenco degli indagati: Bruno Tommaso, classe ‘83; Antonio Di Marco, ‘70; Paolo D’Incecco, ‘72; Mauro Di Blasio, ‘64; Ilario Lacchetta, ‘86; Enrico Colangeli, ‘57; Pierluigi Caputi, ‘52; Carlo Giovani, ‘66; Vittorio Di Biase, ‘69; Emidio Primavera, ‘69; Sabatino Belmaggio, ‘63; Andrea Marrone, ‘78; Luciano Sbaraglia, ‘55; Paolo Marco Del Rosso, ‘65; Massimiliano Giancaterino, ‘72; Antonio De Vico, ‘63; Antonio Sorgi, ‘59; Giuseppe Gatto, ‘57; Giulio Honorati, 65; Tino Chiappino, ‘54; Francesco Provolo, ‘53; Leonardo Bianco, ‘60; Ida De Cesaris, ‘58. 
 

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