Rigopiano, c'è un'inchiesta ter: indagato per peculato il sindaco Lacchetta

Rigopiano, c'è un'inchiesta ter: indagato per peculato il sindaco Lacchetta
Venerdì 8 Marzo 2019, 09:39 - Ultimo agg. 09:53
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Uno stralcio dell'inchiesta principale, sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), è stata aperta dal sostituto procuratore Paolo Pompa a carico del sindaco Ilario Lacchetta e del legale responsabile della Gran Sasso Resort Bruno Di Tommaso, con l'accusa di
peculato.

Dai messaggi whatsapp, risalenti ad un periodo compreso tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015, estrapolati nel corso dell'inchiesta principale condotta dai carabinieri forestali sulla valanga che ha distrutto l'hotel, sono emerse infatti alcune richieste riguardanti l'invio di mezzi sgombraneve, da parte dell'imprenditore Marco Paolo Del Rosso, deceduto nella tragedia, e di Bruno Di Tommaso, al sindaco Lacchetta, per la pulizia del piazzale del resort.

Alle richieste sarebbero seguiti messaggi di ringraziamento che, insieme ai successivi accertamenti compiuti dagli inquirenti, lascerebbero supporre che i mezzi sgombraneve siano
stati effettivamente inviati. I mezzi risulterebbero appartenere alla dita alla quale sono stati appaltati i servizi per il territorio comunale di Farindola. Lacchetta sarà interrogato oggi e Di Tommaso il prossimo lunedì. «L'ipotesi accusatoria è frutto di un equivoco e sarebbe bastato fare sommarie indagini per appurarlo - è il commento del legale di Lacchetta, Cristiana Valentini -. Come già avvenuto in altri contesti, questa difesa si è assunta l'onere delle indagini e durante l'interrogatorio di oggi le metteremo a disposizione».

Al momento sono tre le indagini sul disastro di Rigopiano: quella sulla caduta della valanga e la morte di 29 ospiti, quella su un ipotetico depistaggio delle indagini e la terza sull'uso "indebito" dei mezzi antineve.
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